Addio all’ovadese Gino Malaspina asso degli sferisteri e poi Ct

 
Primo in alto da sinistra, Gino Malaspina con l’Ovada campione

Addio a uno dei massimi protagonisti del tambass del Dopoguerra. E’ morto all’ospedale di Ovada, dove era ricoverato da alcuni giorni, Luigi Gino Malaspina, 85 anni, esperto meccanico (lavorò alla Piaggio e poi alla Concessionaria Fiat Cavanna), ma conosciuto soprattutto per le sue doti di tamburellista. Il suo ruolo era quello di rimettitore, perché era dotato di un colpo non forte ma regolare, che dava una certa sicurezza alla squadra. Per oltre 20 anni, ha calcato i campi, quasi sempre indossando la casacca di Ovada, in serie A e B, per poi concludere la carriera a Parodi Ligure, quando in tutti i paesi e borgate della zona si giocava a tamburello.
Con la squadra dell’Enal Ovada aveva vinto nel 1958, il campionato cadetto. I suoi compagni erano Giuseppe Frascara, Elso Prato, Valerio Caneva, Piero Canepa e Giovanni Martinelli. Malaspina ha poi vissuto, assieme agli sportivi della città, il periodo del boom di questa disciplina in uno sferisterio comunale sempre gremito, sia durante le partite di campionato, sia nelle kermesse estive, su tutte il torneo di Ferragosto che metteva in palio il «Tamburello d’oro». Proprio da quella manifestazione la Federazione aveva preso lo spunto per dar vita alla Coppa Italia.
Ma, per Gino Malaspina la soddisfazione più grande nel tambass era arrivata quando la squadra di Ovada, della quale era direttore tecnico, s’impose nel campionato di serie A 1979 e si cucì sul petto lo scudetto. La squadra era mitica: Aldo Marello (Cerot), Franco Capusso, Giuseppe Bonanate, Piero Chiesa; Ettore Scattolin

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