L’Araldica va al Massimo contro Corino

Bubbio stasera cerca di rifarsi nel memorial “Santi”. Domani sfida al cordino a Canale: Campagno e i Vacchetto

Gialli e rossi Corino (in rosso) con i suoi e Vacchetto di spalle nella sfida castagnolese. Il derby playoff finisce 11-1 per i castagnolesi

È meglio una partita di campionato playoff-scudetto che finisce 11-1 (Vacchetto e l’Araldica su Corino, domenica sera) o una sfida nella piazza di Bubbio (stasera alle 21 contro il Cortemilia di Parussa: memorial Santi) o, ancora, la partitissima al «cordino» che domani sera metterà di fronte a Canale i due big: Campagno e Giribaldi contro i fratelli Massimo e Paolo Vacchetto?
Domande che non sono poi così retoriche, visto l’andamento del massimo campionato su cui ci siamo già soffermati più volte.
Domenica sera (biglietto a 13 euro: per i playoff c’è stato un ritocco di 3 euro rispetto ai 10 per la regular season) è andato in scena a Castagnole un derby tutto astigiano che prometteva qualche scintilla: invece, nonostante la classe di Corino sia ancora intatta, il divario tra le due squadre, e anche tra i due capitani, è apparso in tutta la sua evidenza. E non solo per il risultato. In questo ha la sua buona fetta di responsabilità la squadra di Bubbio, che non è mai parsa veramente all’altezza della situazione, nonostante Corino le abbia provate tutte per variare colpi, giocate, battute.
Ma la differenza tra i due capitani (ripetiamo non è un problema di classe, ma, più semplicemente di anagrafe) c’è tutta. E Vacchetto ha talmente tanto talento da poter perdere partite così solo se lo ferma un acciacco o un infortunio. Se poi in squadra hai gente come il terzino Lorenzo Bolla, che regala colpi di prestigio sotto rete, con giocate di controbalzo che piacerebbero anche agli esteti del tennis, se hai una vecchia volpe degli sferisteri come Gianni Rigo, che a 55 anni sostituisce benissimo da spalla l’infortunato Gianluca Busca e un altro terzino scattante come Lele Prandi, si capisce come l’esito sia pressoché scontato.

Poca potenza
Resta da chiedersi come sia possibile che in un campionato così poco equilibrato e sotto il segno dei due grandi Campagno-Vacchetto, uno come Corino (ma lo stesso discorso vale anche per altri battitori) non possa aver avuto accanto (punteggi) una spalla più dotata del pur volenteroso e anche potenzialmente talentuoso Drocco, ancora però troppo acerbo per certi palcoscenici. 
Domande da girare a chi i campionati li pensa, con i famigerati punteggi: ma non si può ignorare il fatto che il pubblico, il grande pubblico si affacci ormai negli sferisteri solo quando ci sono «quei due». Si parla tanto di punti, regolamenti, alchimie varie: ma semplicemente, qualcuno, ha pensato che in un torneo di serie A bisognerebbe mettere insieme anche dei battitori che potrebbero essere fior di spalle?
Perchè la pallapugno ha una peculiarità che pochi sport possono permettersi: l’intra. La gente vuole vedere il pallone volare lungo, oltre la linea di fondo. E per farlo ci vuole forza. E contro i Vacchetto e i Campagno, per batterli, serve l’accento della potenza. Non basta il battitore? Gli mettiamo accanto una spalla che può anche battere, cioè uno che da metà campo «porta via il pallone». Chissà se questo avverrà mai, saltando a piè pari calcoli e tatticismi di tanti dirigenti di società che preferiscono magari curare l’orto anche un po’ miserello di casa, piuttosto di pensare che solo con un «balòn» spettacolo si può rilanciare il movimento e che solo con partite equilibrate la gente sarebbe meglio disposta a spendersi i 10-13-15 euro del biglietto. Sperando che le due sfide di stasera tra Corino e Parussa e il grande duello di domani tra i Vacchetto e Campagno riportino la gente in tribuna. Per vedere il «pallone che vola»: oltre la piazza di Bubbio e nel cielo delle stelle di Canale. 

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