“Il balòn e gli sferisteri al centro del territorio Unesco”

Roberto Cerrato: “La promozione di un territorio deve passare anche attraverso gli sport tipici”

In una serata evento ad Alba si è parlato di cultura, tradizione ma anche di futuro. In foto Massimo Berruti

C’è il dibattito più «squisitamente» tecnico per ridare slancio ai campionati, ma anche per riportare la pallapugno nelle piazze, come una volta. Ma c’è l’esigenza di coniugare il grande passato (anche culturale) di questo mondo e di questi mondi: il balòn, ma anche il tambass, tra Langhe, Roero, Monferrato e l’Appennino. 
Territori di straordinario appeal eno-turistico in cui si muovono personaggi che sembrano appartenere a volte ad un tempo antico, ma che sono i veri cultori del patrimonio di una terra. Il balòn ambasciatore della «langhitudine» raccontata da scrittori e giornalisti straordinari come Fenoglio, Pavese, Arpino e il popolo degli sferisteri che chiede nuove grandi sfide dopo Manzo-Balestra e Berruti-Bertola e ora Campagno-Vacchetto. Di questo e altro si è parlato in una evocante serata, dal gusto un po’ d’antan, nella straordinaria cornice dei vicoli dell’Alba mitica e un pochino mitizzata, nel dehor dell’Osteria del gallo vecchio di Giulio Abbate, un signore che di balòn e territorio potrebbe raccontare per ore e che cura tra l’altro la memoria del Mermet, lo sferisterio del mito.
Con lui una grande penna del giornalismo culturale, Bruno Quaranta («Tuttolibri-La Stampa»), studioso ed erede, culturalmente, di Arpino e poi uno storico e irriducibile animatore-propugnatore di un balòn più vivo e vitale come Nando Vioglio. E ancora Massimo Berruti, il campionissimo che ha alimentato con Felice Bertola una delle stagioni magiche per fascino ed epos di questa disciplina.

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Discussione animata con la richiesta di Vioglio (con documento già definito) di ridare più interesse ai campionati e, soprattutto, di riportare il balòn al centro delle piazze.
Ma è stato soprattutto l’intervento di Roberto Cerrato, «il signor Unesco», - l’uomo al quale si deve la grande intuizione che ha portato questi territori ad avere un riconoscimento internazionale che da solo smuove interessi anche economici straordinari -a dare un senso «alto» e fattivo cl convegno. «Unesco significa anche riconoscimento delle tipicità di un territorio: e che cosa di più vero, originale, unico, di questo e questi sport sferistici? Lavoriamo tutti insieme perché questo riconoscimento coinvolga davvero sport e territorio, facciamolo diventare quello - con una parola che adesso va di moda - un brand da spendere tra queste colline. C’è già anche un’associazione, fondata tra gli altri da Berruti e Vioglio, di cui mi onoro di far parte, che promuove e coltiva la memoria del balòn, ma vuole guardare avanti, oltre gli orizzonti di Langa, Monferrato e Roero». 

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