I presidenti Costa e Facchetti firmano al Cascinone Araldica la “Santa alleanza” sferistica

Tornare a riempire gli sferisteri è possibile. Ripensando i tempi dei giochi, coinvolgendo i giovani, ma soprattutto puntando sul marketing federale e pianificando un incontro con il presidente del Coni.

Sono alcuni degli spunti emersi dal convegno “Pallapugno, solo uno sport o anche un gioiello del territorio?” che si è svolto nella cantina del «Cascinone» Araldica tra Castel Rocchero e Acqui e che ha riunito i presidenti delle Federazioni di pallapugno (guidata dal ministro Enrico Costa) e tamburello (con il neo eletto bresciano Edoardo Facchetti), sport fortemente legati alle tradizioni dei territori che vanno dalla Liguria al Trentino. Si sono alternate riflessioni sul futuro delle due discipline, patrimoni immateriale delle colline riconosciute dall’Unesco. Non semplici giochi folcloristici, ma sport agonistici di livello, che impegnano atleti forti e preparati. Con i due presidenti che hanno brillato per verve e abilità dialettica. 
Dibattito animato
E’ stata una discussione animata, che ha toccato diversi temi, seguita da una platea di decine di presidenti di società, giocatori, sponsor, amministratori pubblici, arbitri, dt e produttori di vino. L’aspetto «mediatico» è stato uno degli argomenti più dibattuti. «Come per il golf - ha affermato Costa - dovremmo ripensare i tempi di gioco e i meccanismi». Oggi, però, una delle criticità principali è la mancanza di risorse e quindi di visibilità, ribalta che stenta ad arrivare senza investimenti. Per questo, Costa ha lanciato l’idea dell’istituzione della commissione marketing all’interno della federazione, «costituita da sponsor - ha spiegato - affinché la pallapugno possa diventare un marchio da valorizzare». “Coinvolgeremo anche Oscar Farinetti” ha aggiunto. Svecchiare e attualizzare le parole più usate dai presidenti federali. 
Il Coni, «che in tre anni ci ha dimezzato i contributi - spiega Facchetti - ci vorrebbe inglobare nelle discipline sportive associate (Dsa), che ci abbinerebbero al bridge o agli scacchi». Secondo Facchetti «dobbiamo rimanere autonomi» e per questo, d’accordo con Costa, chiederanno un incontro al futuro presidente del Coni, subito dopo l’elezione. 
Pallapugno e tamburello, «vengono sì dal territorio e dalle sue piazze - ha detto Costa - ma sono puro agonismo intrecciato alla vita quotidiana». «Territori, persone e valori che si identificano» ha ricordato Facchetti. E che ha lanciato l’idea di organizzare gemellaggi tra le due discipline, «per aprire un nuovo confronto, utile per entrambi» ha aggiunto. «E perché no anche un evento comune». Per evitare che vada persa la memoria storica, invece, stiamo lavorando alla formazione di dirigenti e tecnici, affinché vadano nelle scuole a far conoscere la disciplina, insieme a giocatori testimonial di successi di oggi e del passato» ha affermato il presidente federale. Grazie a nomi come Massimo Vacchetto, Felice Bertola, Massimo Berruti e Aldo “Cerot” Marello. A fare gli (impeccabili) onori di casa il «patron Araldica», Claudio Manera. E alla fine tanti applausi convinti.

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