Intervista al candidato consigliere federale Nicola Merlo

Oltre ad Andrea Fiorini, altro trentino che si candida come consigliere federale è Nicola Merlo. Il presidente del Mezzolombardo negli ultimi anni ha ricoperto diversi ruoli, maturando notevoli capacità e competenze di ascolto e di “solving problem”.

Anche con lui abbiamo analizzato il quadriennio appena terminato  e le problematiche sulle quali dovranno intervenire il prossimo presidente e il nuovo consiglio federale.

Negli ultimi anni hai ricoperto diversi ruoli in federazione, adesso ti candidi come consigliere federale, come e quando è nata questa idea?

Come giustamente dici tu in questi ultimi 4 anni mi sono diviso su diversi ruoli a livello Federale. Sono stato eletto come Segretario del Comitato di Trento. Sono poi stato nominato i primi due anni membro della Commissione Tecnica e gli ultimi due come Presidente della Commissione Giovanile, al posto di Giorgio Sangalli, venuto purtroppo a mancare prematuramente.

L'impegno e l'attività svolta nelle Commissioni mi hanno dato modo di conoscere meglio gli addetti ai lavori e soprattutto pregi e difetti della "macchina" FIPT; principalmente questo e la voglia di provare a migliorare gli aspetti carenti mi ha fatto nascere l'idea di candidarmi come Consigliere Federale, per dare un contributo alla nostra causa, mettendoci la faccia in prima persona.

In questi anni, quanto ti hanno dato le esperienze di presidente della commissione attività giovanile, membro della commissione tecnica federale, oltre a segretario del comitato di Trento e presidente del Mezzolombardo?

Sono state tutte esperienze che definirei più che positive. Mi hanno permesso di conoscere prima di tutto Persone con la "P" maiuscola che spesso dedicano il loro tempo volontariamente al mondo del tamburello, parlo di allenatori, dirigenti, genitori, accompagnatori e gli stessi giocatori. Ovviamente in tutto questo ci sono stati anche momenti e situazioni difficili, dovuti al confronto diretto che ho sempre voluto avere proprio per confrontarmi umanamente con i problemi che solo chi vive il campo può percepire nelle diverse sfumature. Credo però che grazie a questi confronti mi sia un po' più chiaro quali sono gli aspetti che dobbiamo impegnarci a migliorare, se vogliamo che il tamburello ritrovi la sua collocazione definitiva.

Cosa ti convince maggiormente del programma del candidato che appoggi ovvero Edoardo Facchetti?

Circa un paio di anni fa, abbiamo iniziato a confrontarci tra alcuni membri di Comitati per portare ognuno le proprie difficoltà riscontrate sul territorio di competenza e le nostre perplessità su alcune situazioni a livello nazionale. Questi confronti ci hanno portato inizialmente all´idea di creare un gruppo che potesse essere un tramite tra la Federazione centrale e il territorio per poi far evolvere le cose come stanno adesso. Questa é una delle prime cose che mi piace e mi convince maggiormente, il confronto e la discussione a tutti i livelli con un gruppo che possa avere delle competenze già maturate. Inoltre sono convinto che in questo momento di difficoltá che ci troviamo ad affrontare, la moderazione di un uomo di campo come Edoardo possa essere FONDAMENTALE. 

Cosa si deve cambiare nel tamburello a tuo giudizio?

A mio modesto giudizio le cose da cambiare non sono poi cosí mostruose. Mi spiego meglio, ci sono secondo me tante piccole situazioni da sistemare che purtroppo una sommata all´altra ci portano ad equivoci e situazioni spiacevoli. La prima e più importante reputo sia quella di semplificare i regolamenti, unificarli il più possibile tra le diverse tipologie di attività e farli rispettare alla lettera. In seconda battuta, se vogliamo sviluppare meglio la fase indoor occorre trovare una soluzione per ridurre la stagione open che risulta essere troppo impegnativa, come tempi, a discapito proprio dei campionati in palestra che si vedono ridotti ad un paio di mesi. Lasciare più tempo alle società di organizzare manifestazioni, tornei e quanto altro penso possa poi aiutarci anche ad avvicinare un maggior numero di persone sia come pubblico che come Sponsor. Proprio per avvicinare questi sempre di piú serve darsi anche un´immagine nuova, piú accattivante e ben definita. Inutile dire che bisogna dare sempre maggior spazio ai giovani che saranno il nostro futuro.

Pensi che vedere partite di cinque, sei ore (vedi le sfide Castellaro- Monte dell'anno scorso) possa far allontanare il pubblico dai campi?

Non credo che il pubblico si allontani dai campi a causa delle partite che durano cinque o sei ore, in primis perché nell´arco di una stagione succede forse 4-5 volte e poi perché proprio in questi casi si affrontano degli atleti che sono la massima espressione della nostra attività. Paghiamo piuttosto il fatto che nell´arco di tutta la stagione ci sono troppe partite che si concludono con un ampio divario, poco spettacolo e di conseguenza poco pubblico presente. Nel nostro sport, rispetto ad altri nei quali si è trovata la formula esatta per rilanciarsi, purtroppo vince la fase difensiva su quella di attacco e questo porta al rallentamento del gioco. La soluzione, non penso sia lo stravolgimento del gioco, ma forse basterebbe un piccolo cambio di mentalità.

Come ti è sembrato il clima di questa "campagna elettorale"? Il riferimento è a Nada Vallone che prima si è candidata, poi si è ritirata e infine è tornata nuovamente sui suoi passi.

Era prevedibile che dopo oltre 40 anni di Presidenza univoca, il cambiamento avrebbe portato un clima che definire teso, è quasi riduttivo. Da sempre sostengo che il confronto tra due o più candidati poteva essere la cosa migliore per dare la possibilità alle Società di scegliere il proprio futuro; per quanto riguarda i tempi e i modi della candidatura di Nada, non vorrei esprimere alcun giudizio per non entrare in futili polemiche a pochi giorni dalle Elezioni.

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