Dopo Nada Vallone, per una questione di “par condicio”, come si vuole nelle campagne elettorali di una democrazia, abbiamo dato voce anche all’altro candidato alla guida della federazione ovvero Edoardo Facchetti. Ecco le dichiarazioni dell’ex direttore tecnico del Medole e del Cavaion Monte.
Nel caso diventassi presidente della federazione, quali sarebbero le priorità? Dove si deve intervenire subito?
Dal momento che l'attività tecnica è già stata in gran parte programmata, da questo punto di vista il 2017 sarà un anno di transizione, per cui il nostro programma di lavoro si concentrerà nella capacità di elaborare un sistema che partendo dalla criticità attuale arrivi a rilanciare il tamburello forgiandone gli strumenti necessari. Oltre ai normali obblighi che lo statuto prevede quindi una delle priorità, ma che al tempo stesso rappresenta una scommessa necessaria è quella di massificare il nostro sport con l'intento di praticarlo in più realtà geografiche, anche se all'inizio in dosi omeopatiche.
Si chiude un quadriennio olimpico? Se dovessi fare un bilancio, come lo definiresti e perchè?
Personalmente ritengo che non sia stato un quadriennio positivo per il tamburello. Non mi riferisco tanto ai successi di facciata che hanno conseguito le nostre squadre nelle manifestazioni nazionali o internazionali, ma piuttosto ad un prodotto che perde sempre più praticanti, pubblico, interesse e società. Occorre immediatamente invertire il trend. Le società vanno aiutate non depredate, gli spettatori vanno attirati, offrendo loro uno spettacolo e non un film già visto. La base dei giocatori deve essere allargata per poter avere un ricambio generazionale continuo e di qualità; parlando inoltre di economia, il bilancio di una federazione come la nostra, non può e non deve essere salvato da lotterie paesane.
Si è detto più volte che bisogna andare nelle scuole e far conoscere il tamburello nelle sue varie specialità? Come ti muoverai per affrontare al meglio questa problematica?
Andare o meno nelle scuole non è il problema principale. Vi sono realtà che da tempo hanno adottato sistematicamente questa azione. Lo scoglio da superare è quello di trasformare i ragazzi che fanno dell'attività fisica attraverso il tamburello in atleti che potenzialmente rappresentino il serbatoio da cui le società possano attingere.
Il tamburello sui quotidiani non ha certo grande visibilità. La federazione in passato aveva un suo addetto stampa, questa figura adesso non c'è più? Se sarai eletto come sarà l'ufficio stampa della federazione
Dal punto di vista delle visibilità possiamo e dobbiamo fare molto di più. In questo è fondamentale essere attrattivi, fornendo anche visivamente degli incontri più godibili. Per quanto riguarda la stampa e le riprese tv abbiamo già individuato persone qualificate che facciano da collante tra testate nazionali e quelle invece del territorio. Inoltre mi piacerebbe ritornare ad avere una rivista federale che sia da punto di riferimento per il nostro movimento.
Molte volte si dice che le partite sono troppo lunghe e questo certo non incentiva le persone ad avvicinarsi al tamburello. Come hai in mente di risolvere questo aspetto? Si vedranno ancora partite di 5-6 ore?
Conciliare lo spettacolo sportivo con l'esigenza del risultato non è sempre agevole. Da giocatore posso dire che movimentare il gioco è sempre stata una delle mie caratteristiche che ho cercato poi anche di perseguire come allenatore. Ci sono partite che proprio per l'alta qualità tecnica dei giocatori è inevitabile che durino più di altre, ma io non sono tanto preoccupato di queste. Gli spettatori si annoiano molto di più quando ci sono incontri con esiti troppo scontati.
Se sarai eletto, quale sarà la tua squadra (consiglio federale e tutte le varie commissioni, giovanile, tecnica, arbitrale)
E' uno degli aspetti di cui vado più orgoglioso. Ho sempre pensato al mio ruolo come l'estensione naturale di una squadra coesa e soprattutto scelta. E’ una caratteristica imprescindibile. E’ finito il tempo degli oligarchi o dei califfati. Posso dire con orgoglio che persone come Maurizio Pellizzer, Flavio Ubiali, Andrea Fiorini, Nicola Merlo, Roberto Sani, Riccardo Bonando, Alessandra De Vincenzi, Salvatore Occhipinti e Luca Baldini sono la garanzia della riuscita di un progetto che non è figlio dell'improvvisazione e che chiede solo di essere messo al servizio del nostro meraviglioso sport.