Nada Vallone: "Tamburello da rilanciare tra marketing e tecnologie”

Nada Vallone (al centro) con Debora Biglia candidata consigliere e Lavinia Saracco (delegata provinciale Coni di Asti e coordinatrice dell'Ufficio Educazione Fisica Usp di Asti)

Tesseramento digitale, razionalizzazione delle risorse, marketing strutturato e poi unificare i regolamenti, dalle quote alle sanzioni fino alle palline. Solo alcune delle proposte che Nada Vallone ha inserito nel programma con cui si candida alla guida della Federtamburello. Autosospesa dal ruolo di segretario è la concorrente di Edoardo Facchetti per lo scranno (senza emolumento) lasciato libero da Emilio Crosato. Tour elettorale che venerdì sera ha fatto tappa ad Asti.

Ospite del Coni dopo aver trovato chiuse le porte del Comitato Fipt provinciale. «Mi è stato negato l’utilizzo, dicendo chiaramente che il Comitato è schierato» ammette Vallone. La candidata romana rigetta il concetto di “tamburello nobile”. «E’ uno sport per tutti e l’open non ha la prerogativa su indoor, muro e tambeach. Per guardare al futuro del tamburello, come tutti si propongono, occorre aumentare la base associativa e la sua diffusione sul territorio. Serve internazionalità, superando il concetto che sia disciplina di nicchia caratteristica incompatibile con la filosofia del Coni con forte rischio di accorpamento». La candidata tralascia gli aspetti tecnici ma non nega ad un possibile ripensamento delle massime serie open con una A ridotta nei numeri e una B strutturata in gironi. Basta anche ai doppi-tripli tesseramenti con pochi atleti che, pur apprezzati per la poliedricità, sono sulla scena in tutte le specialità togliendo spazi «evitando che il tamburello diventa per pochi e autoreferenziale».

Accanto a Nada l’astigiana Debora Biglia candidata consigliere in quota ai dirigenti. In passato giocatrice e dirigente attualmente tesserata per l’alessandrina Frassinello. «Primo obiettivo è riuscire a raccogliere le firme di venti società affinché possa concorrere» ammette pragmaticamente Biglia che aggiunge «l’impegno è massimo pari alla passione che mi spinge a voler portare qualcosa di nuovo. L’obiettivo è fare da collegamento tra realtà centrale e territorio, superare distanze che inevitabilmente si sentono. Penso ad esempio al movimento del muro». Attenzione pure ai giovani «proseguendo nel lavoro nelle scuole e trovando soluzioni a quelle leve che praticano l’indoor ma non hanno ancora campionati open loro riservati» conclude Biglia.

 

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