Nada Vallone: “Io, romana così rilancerò il tamburello”

Da Segretario generale Fipt a candidata alla guida della Federazione

Nada Vallone romana 45 anni per 5 è stata Segretario sarà venerdì sera ad Asti in tour elettorale. È nata a Milano da genitori siciliani, ma è vissuta a Roma dove da oltre una ventina d’anni lavora alle dipendenze della Fipt (Federazione italiana palla tamburello) di cui è diventata Segretario generale nel 2011. Nada Vallone, 45 anni, tre figlie (Beatrice, 23, Aurora 21 e la piccola Raffaella, 11), appassionata di arti marziali, diploma da segretaria di amministrazione, ammessa di recente dal Coni a frequentare un master europeo per «donne in carriera» nel mondo dello sport, sarà la «competitor» del bresciano Edoardo Facchetti nella corsa alla successione di Emilio Crosato alla presidenza Fipt.
Venerdì alle 21, ha annunciato la presenza ad Asti (Coni, corso Alessandria 166) per spiegare il programma: con lei Debora Biglia, candidata a rappresentare il Piemonte in Consiglio federale. 

Vallone, lei appare come una “donna di apparato” più che di campo. Come pensa di poter avere il consenso di tanti dirigenti di società, del Nord in particolare, che contestano alla dirigenza Crosato, tra l’altro, proprio l’eccessivo “distacco” tra vertice e base?
«Innanzitutto vorrei precisare che mi sono dimessa dall’incarico di Segretario generale per partecipare a questa “competizione” elettorale. E che, pur avendo - credo di poterlo dire senza tema di smentite - una conoscenza profonda della struttura federale, da almeno un paio d’anni frequento gli sferisteri (magari non assiduamente perchè i miei impegni professionali non sempre me lo consentivano) e ho assistito a sfide di Coppa e finali scudetto, pagandomi sempre, ci tengo a precisarlo, le spese di trasferta di tasca mia».

Qualcuno però vede in questa sua candidatura la lunga mano di Crosato...
«Crosato ha chiuso una quasi quarantennale esperienza al vertice di questa Federazione. E io non sono la lunga mano di nessuno. Posso solo dire che personalmente, negli ultimi anni, all’interno della Fipt, non ho avuto vita facile, perché ho cercato di proporre cambiamenti che sono stati regolarmente bocciati. Credo che vada recuperato un rapporto diretto con il territorio e con le società, meno verticistico».

Nei suoi programmi, già diffusi via mail, oltre all’open e al muro (che, ribadisce, devono restare gli assi portanti dell’attività) lei suggerisce di investire sull’indoor, i giovani, le gare internazionali, oltreché dare spazio a pratiche come il tambeach o il «tambourelli» (una via di mezzo tra badminton e volano)... Ma non le sembra che parlare di tambeach o di altre «specialità» affini, in un momento di crisi del sistema tamburello, sia un po’ azzardato?
«Lei ha anticipato una parte delle proposte che - ricordo - prevedono anche di destinare risorse per la crescita di atleti, formazione dei tecnici e dei dirigenti, degli arbitri, sullo sport nelle scuole e su molto altro. Per quanto riguarda il tambeach fa tutto parte di un progetto complessivo di rilancio del movimento, che poggia, lo sottolineo ancora, su open e muro (le nostre colonne portanti), per svilupparsi poi in modo articolato. Non voglio apparire presuntuosa, ma ripeto, credo di sapere di che cosa stiamo parlando e che cosa va modificato e migliorato. Il tamburello ha e può avere straordinarie potenzialità di crescita anche sul piano dell’immagine e comunicazione».

Mi perdoni la battuta: ma, per esempio, il sito della Federazione non è proprio un modello virtuoso di «comunicazione». Diciamo che si può fare di meglio...
«L’ho già detto prima: le cose che si sarebbero potute fare erano tante... Ma non voglio entrare in polemiche a questo punto sterili o pretestuose. E non dimentichiamo, a chi mi definisce una “romana”, che per gestire una Federazione serve avere una visione d’insieme che contempla anche stretti rapporti operativi con il mondo sportivo istituzionale e il Coni, oltre alla collaborazione con il Comitato Palaralimpico, gli enti di formazione sportiva, i gruppi sportivi militari».

Quanto percepiva in Federazione, da Segretario generale?
«Sui 25 mila euro lordi l’anno, circa 1600 euro al mese netti frutto di un semplicissimo contratto del commercio. E badi bene che svolgevo un lavoro da dirigente di Federazione....»

Ha parlato con Facchetti?
«Sì, è stato molto chiaro: mi ha detto che se verrà eletto non ricoprirò più l’incarico di Segretario generale. Ma io mi sono candidata a guidare la Federazione non perchè devo garantirmi un reddito, ma perchè il tamburello fa parte della mia vita e credo di poter essere utile alla causa».

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