Da Santo Stefano Belbo parte la sfida ai campioni

In foto Donne e Pulcini. Le due formazioni santostefanesi che hanno conquistato lo scudetto nelle rispettive categorie

Nel quadrilatero astigian-acquese-belbese che si va delineando nel mondo del balòn (Castagnole Lanze neo campione d’Italia, Bubbio fresco di promozione in A con Monastero Bormida che metterà in campo anche una formazione di B, oltre alla vicina Spigno) c’è una società che rappresenta uno degli storici capisaldi di questo sport: la Santostefanese Manzo (9.5.8 Santero se vogliamo aggiungere anche lo sponsor: e che sponsor, direbbe qualcuno) guidata da un quarto di secolo da Fabrizio Cocino, imprenditore e barman, 50 anni.
Il più giovane dei «grandi vecchi» tra i dirigenti del balòn, uno che di sferisteri se ne intende e di partite e di campioni ne ha visti sfilare tanti. Partito Roberto Corino («Lo ringraziamo tutti per quello che ci ha dato») con destinazione Bubbio, per la prossima stagione ecco pronto Massimo Marcarino, talento ancora inespresso ad alto livello, in arrivo proprio dal Bubbio: con lui Gianpaolo, Nimot e Marco Cocino jr, il figlio del patron.. «Noi ci proviamo e cercheremo di fare bene anche questa volta» annota con l’ormai proverbiale prudenza Cocino. La società Santostefanese ha conquistato, tanto per gradire, un titolo tricolore Pulcini (Alessandro Viola, Pietro Maccario, Fabio Costa, Federico Bosio Alessandro Serra, Luca Cerutti, Emanuele Cerutti, Pietro Barbero) e un altro con la formazione femminile (Martina Garbarino, Giulia Cocino, Milena Stevanovic, Cristina Pistone, Federica Penna, Ersilia Banaj) a testimonianza di un fermento e di un vivaio che cresce. Basti dire che i due figli di Cocino, Marco, laureando in Giurisprudenza e Giulia, che frequenta le superiori, sono entrambi eccellenti giocatori. Una passione di famiglia in una squadra e in un paese che ha visto in azione straordinari campioni come lo stesso Corino, i Berruti, i Balocco, senza contare un «certo» Augusto Manzo. Impossibile elencarli tutti : basta far scorrere l’elenco degli scudetti scolpiti sul muro dello sferisterio, sormontati dalla memorabile epigrafe di Franco Piccinelli dedicata a Manzo. Ci sarà ancora tempo per parlare della «prima squadra», degli obiettivi, delle rivalità. «Noi intanto ci siamo - ribadisce Cocino -: il balòn è nel nostro Dna, abbiamo tanti amici e appassionati che ci credono. A cominciare da Gianfranco Santero, un amico prima che un grande imprenditore, che ci dà un sostegno importante per poter svolgere un’attività intensa, far crescere i ragazzi e poter essere competitivi anche al massimo livello». Con Cocino vanno ricordati tecnici e dirigenti a cominciare dal mitico Carlo Monte, il vicepresidente. Una società che ogni anno rilancia il guanto di sfida alle altre, nel segno di una «nobilità sportiva» che poche altre realtà possono vantare. «Siamo contenti che l’epicentro del balòn si stia spostando sempre di più verso il Belbo, la Val Bormida e l’Acquese - annota Cocino -. Merito anche di imprenditori illuminati come Manera e Santero. E noi, sportivamente siamo pronti a rilanciare la sfida». 

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