La sfida dei fratelli Vacchetto e la scommessa (vinta) di Araldica

Domenica è il giorno della semifinale in casa Vacchetto. 

Andata Araldica Castagnole Lanze-Araldica Pro Spigno 9 ottobre ore 15 a Castagnole delle Lanze

INTRODUZIONE  (losferisterio.it) Questa settimana allenamenti separati: giovedì alle 17 la quadretta di Massimo a Castagnole Lanze, quella di Paolo alla stessa ora a Spigno Monferrato.
L’Araldica Castagnole Lanze parte con i favori del pronostico. «Ma giocare contro Paolo – spiega Massimo – emotivamente è sempre difficile. Saranno due partite complesse: conoscono i nostri pregi e difetti, sono cresciuti come squadra e possono giocare ‘liberi’ di testa. Ma noi stiamo bene e vogliamo andare sino in fondo».
Ma qual è la tattica dell’Araldica Pro Spigno. «Un segreto – sorride Paolo – lo vedrete domenica: proveremo a sorprenderli. Sulla carta sono più forti, ma noi non abbiamo nulla da perdere e ce la metteremo tutta per fare il colpaccio. Partita dopo partita l’intesa in campo della squadra è sempre più convincente e ognuno di noi ha una maggiore sicurezza nelle proprie giocate».

La prima settimana delle semifinali, due le domande che gli appassionati si stanno facendo: ‘gioca Campagno?’, ‘che gara sarà i due fratelli Vacchetto?’. Il capitano della Torronalba Canalese è rimasto fermo nel finale dei play off per un infortunio. «Bruno ha recuperato – spiega il dt canalese Ernesto Sacco – ed è pronto per le semifinali. Si è già allenato sul pallone, lunedì farà un allenamento specifico sulla battuta, in settimana giocherà una amichevole». Una semifinale della prima volta quella dei fratelli Vacchetto, quella di due fratelli battitori, quella di Paolo tra i primi quattro. «Sarà partita vera questo è sicuro – conferma Giorgio Vacchetto – Massimo e Paolo si allenano sempre insieme, si conoscono benissimo in campo e fuori, ma in semifinale da padre ho chiesto a entrambi di giocare al massimo. E da dt dell’Araldica Pro Spigno dirò alla mia squadra di giocare per vincere. In settimana di pallone se ne parlerà come sempre in famiglia e le prime frecciatine sono partite… Come la vivrò? Non sarà facile per me, una sensazione stranissima, speravo che prima o poi li avrei visti di fronte in semifinale o in finale, ma adesso che è una realtà, ammetto che vorrei starmene a casa».


Alla vigilia del massimo campionato di pallapugno, Claudio Manera (il «signor Araldica») si era lasciato andare ad un auspicio che sembrava poco più di una battuta: «Mi auguro - aveva detto - di poter assistere ad una finale scudetto tra Castagnole Lanze e Spigno». Cioè tra i fratelli Massimo (Castagnole) e Paolo Vacchetto (Spigno), entrambi sponsorizzati Araldica. La perfetta quadratura del cerchio (possiamo immaginare che assomigli a quello di una botte, tanto per restare in tema).
Ebbene, l’auspicio non è diventato realtà per poco: perchè i due Vacchetto si contenderanno (domani a Castagnole e sabato 15 a Spigno) «solo» un posto in finale. E di sicuro, uno di loro sarà protagonista nella lotta scudetto. Ma, comunque vada, come si direbbe con una frase fatta, per l’Araldica è già un successo. E, con l’eventuale conquista del Tricolore, la stagione sarebbe da incorniciare. Per restare al vino sarebbe una di quelle annate indimenticabili. 
Niente male, per un imprenditore e per un’azienda che, anziché lanciarsi in avventurose campagne promozionali, ha deciso di investire sul (suo) territorio, partendo dalla sede di Castel Boglione per arrivare a congiungere (pallonisticamente) una zona di straordinaria suggestione enoturistica come il Monferrato castagnolese fino ad arrivare a quello acquese di Spigno. 
Manera è abituato a far parlare i fatti, come dimostra anche il recente, importante accordo con la cantina della Malvasia a Casorzo e la comunità ebraica, per rilanciare questo vino raffinato. Un imprenditore che preferisce stare lontano dalle ribalte giornalistico-publicitarie e che anche al balòn si è accostato con quel pudore contadino che tanto piace agli appassionati di questo sport.
Puntando su Castagnole e Spigno ha già ampiamente vinto (sportivamente parlando) la sua scommessa, anche se (ed è autorizzato a fare scongiuri) non dovesse arrivare il titolo.
Quello che è certo è che, in un panorama sportivamente avaro di soddisfazioni come quello astigiano, la strada tracciata da Manera potrebbe forse offrire qualche spunto di riflessione (anche di emulazione) tra altri dirigenti di società locali che spesso faticano a far tornare i conti.
Non sappiamo che il «signor Araldica» abbia qualche personale «simpatia» tra i due fratelli. E anche se fosse, di certo, non lo ammetterebbe. Ma questo ha poca importanza: comunque vada, almeno in questa semifinale, Manera e i suoi potranno gustarsi un po’ di «bel pallone». Poi ci saranno le sfide che contano, ma un ideale «scudetto», in casa Araldica, è comunque già arrivato.

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