il presidente Tondini con i componenti del Comitato provinciale di Mantova
Con la tradizionale festa di fine stagione, svoltasi domenica scorsa al Masec di Guidizzolo, il tamburello mantovano Fipt ha posto la parola fine all’attività indoor e open per le annate 2024 e 2025.
L’appuntamento guidizzolese è stato anche l’occasione per il presidente provinciale Benhur Tondini di tirare le somme sul cammino compiuto e al tempo stesso rivolgere lo sguardo alla prossima stagione 2026. La parola a lui.
«Analizzando il cammino compiuto – spiega il massimo dirigente virgiliano dell’Fipt – non posso che essere soddisfatto. Abbiamo alzato l’asticella e i risultati ottenuti hanno senza dubbio premiato il mondo tamburellistico virgiliano anche sul versante organizzativo. Sui nostri impianti sportivi, infatti, si sono svolti gli appuntamenti più prestigiosi della stagione».
Considerati i dati esposti durante la festa, le sinergie individuate hanno dato i frutti desiderati?
«Noi siamo partiti dal fatto che se non si creano coesione, collaborazione e sinergie a tutti i livelli è difficile raggiungere gli obiettivi. Crediamo molto anche nel valore della formazione. Per questo, ogni nostro progetto parte proprio da questo elemento».
Parlando di formazione come intendete coniugarla?
«Già un primo passo nella direzione individuata è stato compiuto con il corso per direttori di gara e quello per direttori tecnici di primo livello. Iniziative che hanno pure l’intento di stimolare la partecipazione di persone che negli anni hanno ricevuto molto dal tamburello. Ora crediamo sia giunto il momento per queste persone di mettersi a disposizione del nostro sport nei vari ruoli esistenti al suo interno. Consideriamo inoltre la formazione fondamentale anche per un altro obiettivo che vorremmo realizzare nel tempo, ovvero la possibilità che le società destinino una porzione del proprio budget economico annuale anche per creare, nel rispetto delle norme esistenti, una quota per un rimborso delle spese sostenute da chi ricopre un determinato ruolo oggi svolto da volontari».
Anche il settore giovanile e il coinvolgimento delle scuole sono i vostri fari?
«Ovviamente. Se non si punta sul vivaio penso che non si abbia un futuro longevo. A mio avviso la filiera della qualità nel mondo tamburellistico passa proprio dalla formazione e dall’impegno nei confronti delle nuove generazioni. A tal proposito stiamo lavorando a vari progetti e al tempo stesso abbiamo già calendarizzato per il 2026 iniziative come i corsi per direttori di gara e per direttori tecnici di primo livello. In più sta prendendo corpo una possibile azione di promozione all’interno delle scuole partendo dal tamburello indoor che si pratica con palline depressurizzate morbide».
