Al ristorante San Candido il ritrovo con atleti e tifosi. Museo ad Altavilla, Vignale festeggia il tricolore. E Cerot vinse a Ovada davanti a 5200 spettatori.
MURISENGO – Una serata promossa dal Lions Club Valcerrina “per non dimenticare la storia e le glorie del tamburello del Monferrato dal 1970/1980”, è in programma martedì 23 novembre alle ore 20 (con cena) presso il Ristorante San Candido di Murisengo. Oratori al convivio saranno Giuseppe Prosio, Carlo Cerrato e Aldo Marello, detto Cerot.
Grande partecipazione per la serata celebrativa dedicata al tamburello valcerrinese e ai suoi campioni.
Un evento eccezionale che ha raggruppato tutti i campioni di questo storico sport che ha portato tanti successi nei nostri territori. Un evento che si è sviluppato attraverso la consegna di un riconoscimento a tutti i protagonisti che hanno contribuito alle appassionanti sfide che si sono vissute sui campi della nostra vallata e grazie al racconto di quegli anni in cui, in Valcerrina, ci si giocava lo scudetto tra grandi passioni e rivalità.
Sono “convocati”, e si parlerà di Aceto Silvano (Battitore anni 80/90), Alisio Piero (Campione), Artuffo Renzo (Miglior Terzino italiano anni 70/80), Bacchiella Enrico (Primo organizzatore Torneo Muro 1976), Basso Mimmo (Presidente Comitato Prov. e Commisione a Muro), Bicocca Alberto (Campione a Muro), Biletta Dario (Campione a Muro), Bollo Piero (giocatore Mombello), Bonanate Giuseppe (Campionissimo – 10 Titoli Nazionali), Bonando Gian Antonio (Arbitro nazionale), Bonando Riccardo (Giocatore – Dirigente Nazionale), Bonasso Alberto (figlio Oscar, Presidente Murisengo), Bonello Giuseppe (detto Romildu Grande Giocatore), Botteon Alberto (Campione a Muro), Cane Pier Angelo (Presidente Cerrina Valle), Capusso Franco (più forte a Libero e a Muro), Casalone Luigi (Campione campo libero anni 70/71), Cassullo Aristide (grande giocatore e allenatore Serie A), Cavallo Pier Carlo (Allenatore Campione), De Luca Vito (Campione), Delcre Piero (Campione), Dellavalle Riccardo (Campionissimo – 19 Titoli Nazionali), Fracchia Mauro (Campione a Muro), Goria Ernesto (Campione), Malpetti Roberto (Campione d’Italia anni 1971), Marostica Gian (forte giocatore Libero e Muro anni ’80), Massirio Roberto (Campione), Medesani Emilio (più forte Mezzo Volo-15 volte Campione), Miglietta Pier Alberto (Campione), Molino Fausto (Campione), Monzeglio Alessio (Campionissimo a Muro e Campo Libero), Natta Fulvio (Campione a Muro), Perotto Mauro (Campione), Petroselli Andrea (Campionissimo-19 Titoli Nazionali), Porrato Bruno (Storico del Tamburello), Prette Elio (Battitore anni 80/90), Richetta dr. Mario (Grande Presidente), Rigo Benito (Grande Giocatore Casale e ValleCerrina), Rosso Franco (Campione), Soffiantino Corrado (Campione a Muro), Uva Alberto (giocatore Campo Libero), Uva Angelo (Campione d’Italia anni 70/72), Valle Gino (Campione Campo Libero), Vigna Alessandro (Presidente Castel’Alfero Campione d’Italia 1970), Zanovello Vittorio (Campione).
Quale sarà il futuro del tamburello non è dato sapere per carenza di nuove leve e per tanto che ci si sforzi a promuovere questa disciplina che anche nell’Alessandrino vanta seguaci, ci sarà sempre “un paddle di turno” a catalizzare l’attenzione. La certezza è il glorioso passato a cui fa seguito un presente un po’ zoppicante. Un presente di campioni però, perché a Vignale ad esempio ci si fregia dello scudetto conquistato nella specialità a muro. E’ roba del 26 settembre, avversario il Montechiaro. Non troppo pubblico causa maltempo, ma la soddisfazione di aver portato in Monferrato un titolo italiano. “Vabbè, sta cosa fa un po’ ridere. Sarebbe molto più giusto dire che è torneo interprovinciale” precisa Beppe Prosio, moncalvese, esperto di questo sport tanto da avere scritto, col giornalista ex Rai Carlo Cerrato, il libro “Campioni di collina”. Sia come sia, Samuel valle, atleta passato dal campo libero al muro, dopo aver giocato in Veneto e nel mantovano (altre zone in cui il tamburello è una cosa seria), ha trascinato i vignalesi.
In provincia si ricorda l’epoca del Castelferro. Il valore culturale e il giro di scommesse.
Addio sogno olimpico
E così il tricolore è tornato a sbandierare in provincia, dopo la grande epopea del Castelferro. Ricordate? Un a sfilza di scudetti e coppe. Da fine anni Ottanta al Duemila, la frazione di Predosa è stata nell’olimpo di una disciplina che sperava di diventare olimpica. “Ma è un sogno irrealizzabile – aggiunge Prosio – Ormai il tamburello è da considerare una passione locale”. Che merita, però, di essere celebrata. Ecco perché a San Candido di Murisengo le vecchie glorie e le giovani promesse dei tambass si ritroveranno a cena . Un convivio organizzato dai lions della Val Cerrina, con una cinquantina di giocatori, esperti vari e amici assortiti. Prosio ci sarà. Con lui Cerrato. Prevedibili le discussioni, anche vivaci, perché questo è un mondo dove le rivalità tra campanili vanno al passo con baruffe rusticane, quelle ad esempio che indussero Aldo Marello, il popolare Cerot, a fondare, a metà degli Anni Settanta, una federazione a parte. I campionati che vinse in quella vanno aggiunti (due con Castell’Alfero, , uno con Viarigi, uno con Ovada) conquistati con la lega ufficiale.
Vivere la piazza
“La partita memorabile? Ovada-San Floriano. Trionfammo per 19-17 davanti a 5.200 spettatori” ricorda cerot, certamente uno dei personaggi più noti, tra Alessandrino e Astigiano, non solo per i successi mietuti, ma anche per carisma, “presenza” e perché ha saputo riconvertirsi con la musica (la sua ‘Cerot band’ è una formazione blues di tutto rispetto). Castelferro, Castell’Alfero, Callianetto. Poi Viarigi, Vignale, Portacomaro. E Murisengo, paese artefice del ritorno del Torneo del Monferrato. C’è chi dice che il “muro” esalti le rivalità strapaesane e chi sostiene che il “libero” abbia maggior valore agonistico. “Certo è che il Monferrato, purtroppo, ha pochi scrittori a celebrare questa disciplina” si rammarica Cerrato. Lui e Prosio pozzi di aneddoti, cercano di compensare, non foss’altro per salvare “l’aspetto culturale di uno sport che induce a vivere la piazza”. E’ il motivo per cui i Mazzetti hanno allestito, all’interno della distilleria di Altavilla (zona Cittadella) un museo della sferistica. E il giro di scommesse? C’è stato “ma meno che nel pallone elastico”. Quando smisero di essere legali, si tramutarono in clandestine. Ci fu anche una retata della questura di Asti a troncare il giro di denaro. Però anche quest’aspetto, pur condannabile, è contributo al folclore e cibo per le leggende.