Ovada piange Eraldo Prato

Ovada piange Eraldo Prato

Ci ha lasciati Eraldo Prato, classe 1939, una delle figure storiche ovadesi del gioco del tamburello. Nel ruolo di battitore seppe mettere in difficoltà qualsiasi avversario.
La sua forza è stata la passione e la forza fisica, elementi questi che gli hanno consentito di calcare i terreni di gioco degli sferisteri in tutta Italia.
La sua carriera inizia prestissimo, infatti, all’età di 17 anni gioca nelle compagine dell’Ovada con la quale, nel 1958, conquista il titolo di Campione d’Italia di serie B.
Successivamente, per motivi di lavoro, interrompe l’attività agonistica per poi riprenderla nel 1967 quando si accasa nel Gabiano partecipando al Torneo del Monferrato. In questa formazione rimane fino al 1969 per passare nel 1970 nelle fila dell’Enal Ovada al suo ritorno in serie A. Alcune stagioni con la maglia ‘rossa’ quindi il passaggio in serie B al Cremolino con il quale vince il campionato e torna nella massima serie. Dopo un anno in serie A col Cremolino resta nella categoria ma si accasa a Bosco Marengo in una stagione poco fortunata che si concluderà con la retrocessione. Successivamente indosserà la maglia del Tagliolo in serie C per poi concludere la propria carriera giocando nel Silvano nel Torneo dei Castelli.
In una intervista alla domanda se nella sua lunga carriera avesse ottenuto soddisfazioni rispose: “Sono complessivamente soddisfatto di quello che sono riuscito a fare, anche se, probabilmente, con un maggior impegno avrei potuto fare ancora di più. Voglio però ricordare gli anni in cui ho giocato nel Gabiano, sono stati davvero ricchi di soddisfazioni anche perché giocavo lontano dalla mia città e quindi ero più tranquillo.
Devo però ammettere che la soddisfazione più grande l’ho avuta con la maglia dell’Enal Ovada con la vittoria conseguita a Francavilla in un derby molto combattuto. Loro erano nettamente favoriti e proprio per questo motivo credevano in una facile vittoria. Ricordo che all’incontro assistevano molti tifosi ovadesi che non smisero mai di incitarci. Riuscimmo a fare una partita bellissima. Personalmente riuscii a battere per l’intero incontro con grande forza, mettendo in difficoltà gli avversari. Al termine, stanchi ma felici per la vittoria, ci abbandonammo distesi in un vicino campo di erba”.

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