Una farfalla nata da tante cravatte vola con il ricordo di Pierluigi Berta

L'ex sindaco e presentatore di Rocca d'Arazzo ne aveva tantissime e la moglie ha creato un'opera d'arte

Aveva una cravatta per ogni occasione, per il lavoro, per presentare le tante serate musicali, per partecipare agli eventi istituzionali o per puro diletto.
A tre anni dalla scomparsa di Pierluigi Berta, vulcanico sindaco di Rocca d'Arazzo, la moglie Giovanna Barbero ha affidato all'arte e alla creatività il suo messaggio d'amore, unendo le numerose cravatte in una grande farfalla, che aiuta a «volare» anche nei momenti più bui.
«Quando una persona se ne va, dobbiamo inevitabilmente fare i conti con le cose che ci lascia sparse per casa. All'inizio, a mantenere il ricordo più vivo sono i profumi, che però man mano si affievoliscono, lasciando il posto a oggetti e vestiti – raccontano Giovanna e le figlie Arianna e Federica - Nel caso specifico, lasciando anche spartiti, scalette per la presentazione di eventi e manifestazioni, e cravatte. Tante cravatte, tutte diverse e coloratissime. Erano uno dei suoi segni distintivi. Trovando così tante cravatte di Pierluigi, ho deciso di dar loro una nuova vita, trasformandole in una coloratissima farfalla». La scelta della farfalla non è casuale: «Silvia Montemurro nel suo romanzo "La casa delle farfalle" dice che le persone che abbiamo amato tornano sempre da noi e che, a volte, hanno le ali di una farfalla – prosegue la moglie - Nei giorni successivi alla scomparsa di Pierluigi, una farfalla è volata più volte intorno e dentro casa, con insistenza, quasi a voler farsi notare».
Il ricordo di Pierluigi, ora, oltre che impresso nella memoria chi lo ha conosciuto, è racchiuso una cornice che emana luce e bellezza. Pierluigi Berta è stato il sindaco, il presidente della comunità Collinare Valtiglione & Dintorni ma anche la voce del territorio. Quando qualcuno gli chiedeva di presentate o animare un evento, lui diceva sempre di sì: attore e fondatore della compagnia teatrale dei «Bon Dabon» di Santa Caterina, era stato tra l'altro lo speaker degli eventi del maggio astigiano, il presentatore delle serate del Napoli Club e dei concorsi delle miss. Anima per 15 anni dell'Assedio di Canelli, aveva vestito i panni del conte Taffini, comandante delle truppe dell'Assedio di Canelli.
E poi amava il suo paese, nell'ultimo periodo si era speso per non perdere la festa patronale di San Genesio, aveva risistemato il parco giochi per bambini, il complesso sportivo, era riuscito a riunire più comunità per ricomprare la macchina al parroco e a riempire il salone comunale per far festa al medico di famiglia Carubia che andava in pensione.Aveva un cuore alpino. Era capogruppo di Rocca. La messa di suffragio sarà celebrata sabato 24 aprile, alle 17,30, nella parrocchia di Santa Caterina.

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