Il Bubbio neo promosso in B non disputerà il torneo cadetto.
Bianchi, patron dei biancoazzurri: negato il diritto di giocare in un luogo che è parte della nostra storia.
È stata una sofferta rinuncia quella del Bubbio alla B del balon conquistata sul campo ma negata dall'impossibilità di poter continuare a giocare sulla propria piazza. Situazione che rischia di affievolire la passione ed il legame tra comunità e lo sport per eccellenza del territorio. A fare proprio questo sentimento è Gianpaolo Bianchi, natali bubbiesi e successi imprenditoriali a Genova che ne fanno da anni uno dei sostenitori della società biancoceleste che quest'anno tutto ha conquistato in C1 ed appena due stagioni fa rendeva onore alla serie A. La scorsa settimana l'ufficializzazione alla rinuncia. «Ho giocato a balon fino a 19 anni per riavvicinarmi a 65, chiamato dal medico di Bubbio che mi chiese di partecipare al progetto di riportare la pallapugno sulla piazza del paese» ricorda Bianchi oggi 85enne. Appello a cui l'imprenditore ha risposto con entusiasmo accompagnando il Bubbio in due stagioni nella serie C2, un altro in C1 e diversi in B avendo come campo sempre la Piazza del Palllone. «La natura stessa della spianata offre partite fossero altamente spettacolari tanto che in B si radunavano più spettatori che in molti sferisteri di A – precisa l'imprenditore – malgrado la buona volontà e giungendo alcune volte in finale non siamo mai riusciti a conquistare la promozione in A». Arrivò poi una chiamata da un noto e capace consigliere della Federazione che chiese se si era dispositi al salto, ma era già fine novembre e tutte le squadre erano chiuse compresa quella del Bubbio destinata alla cadetteria. «Non ce la sentimmo di fare la squadra regala punti a tutti. Abbiamo ringraziato e declinato – precisa Bianchi – copione replicato la stagione successiva con telefonata direttamente dal presidente federale ed identica risposta». Il terzo anno Bubbio ancora in finale di B ed una rosa già pronta che avrebbe potuto ben figurare in A, ma l'epilogo sul campo è stato negativo e nessuna concessione al ripescaggio. «Risarciti i giocatori già ingaggiato, ci siamo rituffati nella serie cadetta. Nel 2017 per il secondo anno abbiamo fatto la serie A ma nello sferisterio di Monastero Bormida, per poi abbandonare sperando di poter gareggiare in B sulla nostra piazza. La Federazione invece ci ha negato il permesso ed abbiamo dovuto ripiegare sulla C1» la cronistoria del dirigente che giunge fino all'agosto scorso. "Allora siamo stati avvicinati da un consigliere che ci suggeriva di inviare domanda chiedendo rispettosamente di poter ritornare a Bubbio per la B. Richiesta inoltrata ma bocciata da sei voti contrari (tre favorevoli e altrettanti astenuti). Quindi resteremo in C1 nel 2020. Peccato però che, un altro consigliere ci avesse chiesto se fossimo interessati a giocare in B sulla piazza».