La formazione del Bubbio con i giovani tifosi durante la festa
La stagione si è appena conclusa ma non la festa che a Bubbio prosegue fedele allo slogan «non ho dubbio tifo Bubbio». Un'annata di pallapugno che resterà nella memoria del paese, nonostante fosse iniziata con l'autoretrocessione dal massimo campionato. La ripartenza dalla serie C1 si è rivelata subito trionfale come confermato dalla doppietta tricolore con ad agosto aveva visto la conquista della Coppa Italia e, domenica scorsa, la vittoria nella finale scudetto (la seconda in 15 anni) con il match di ritorno vissuto nello sferisterio amico di Monastero Bormida. Trionfo che apre le porte anche alla promozione nella serie B targata 2020, unica rappresentante astigiana. «Un'annata che merita di essere ricordata a lungo» interviene il segretario Marco Tardito a nome della dirigenza, guidata dal presidente Roberto Roveta. «Il grazie va ai nostri sponsor che da anni ci supportano e ci permettono di far vivere e vivere emozioni uniche, i nostri tifosi, il nostro primo tifoso Gianpaolo Bianchi, Comune e Pro loco, mai così vicini. Grazie anche alla Pallonistica Valle Bormida che ci ha ospitato ed i loro tifosi supportato con calore». E sul campo si è brindato «made in Bubbio» grazie ai vini della Cantina Torelli. Non è una dimenticanza ma la volontà di lasciare al fondo il meritato plauso alla squadra a cominciare dal direttore tecnico e grande motivatore Giovanni Voletti. In campo il battitore e capitano Simone Adriano che non ha esitato a definire l'ultima sfida finale come «la più difficile e probante dell'intera carriera». Accanto a lui il resto della rosa con Fabrizio Cavagnero, Matteo Pola, Marco Molinari, Alfio Fontana e Francesco Bocchino. «Tutti hanno fatto gruppo, sofferto e gioito, raggiungendo il successo più significativo della loro già brillante carriera» conclude Tardito, riconoscendo negli avversari di Pieve di Teco oltre alle qualità tecniche (che le avevano portati a primeggiare nella fase regolare della stagione) anche lealtà e sportività in una stagione che ha visto le due quadrette lottare sempre per la testa.