Samuel Valle: “Ho vinto lo scudetto lo dedico a me stesso. Me lo sono meritato”

Samuel Valle è il mezzovolo chiusanese del tamburello open salito sul trono d'Italia per incassare un nuovo Tricolore

 Il chiusanese Samuel Valle, 32 anni, festeggiato sul campo anche dai genitori

Chiusano promosso ed un chiusanese sul trono d’Italia del tamburello open. E’ Samuel Valle, mezzovolo di professione col «vizio» del successo che alla vigilia del trentatreesimo compleanno si è regalato un nuovo scudetto interrompendo un digiuno dal Tricolore che durava da sette stagioni. Suo il “15” che ha chiuso l’interminabile sfida col Castellaro. Dopo il precedente col Callianetto domenica sera è arrivato quello col Cavaion, team veronese ma con guida astigiana nelle mani di Stefania Mogliotti da Cerro Tanaro e compagno il terzino callianese Giorgio Cavagna. 

Chiusano va a comandare
«La squadra del paese non è riuscita a mettere la ciliegina ad una stagione grandiosa. Spesso mi sono alleno con loro durante l’anno e sono giovani che sono cresciuti esponenzialmente in una sola stagione. Personalmente non nascondo che essere nato e cresciuto in un paese così mi inorgoglisce». 

La festa raddoppia
«In un modo o nell’altro vedere un trofeo o uno scudetto che arriva in una piccola comunità è motivo di gioia per tutti. Così anche io do il mio apporto. Proprio sabato si terrà la festa dei cinquant’anni della società: quale modo migliore per festeggiare?!». 

Primo titolo dopo quelli del Callianetto
«Un digiuno che durava da troppi anni per me, dopo lo splendido triennio vissuto al “Dezzani”. Non ho mai smesso di allenarmi col massimo sforzo e la massima dedizione in quanto credo sia l’unico vero segreto per tornare a riprovare l’emozione della vittoria».

Valsi la chiamata a Cavaion
«Società di primo livello e contento di aver risposto presente da protagonista, insieme ai miei compagni nella vittoria-spareggio di Sommacampagna. Finale giocata con lucidità, più di quella mancata la domenica prima a Cavaion dove la voglia di dare la spallata finale forse ha giocato un brutto scherzo. Siamo stati una squadra esemplare dal punto di vista caratteriale, ci siamo rimboccati le maniche, rialzati ed abbiamo giocato 5 ore e 40 per far nostro lo scudetto». 

Titolo della maturità
«Non voglio dire che sia importante come il primo a Callianetto ma poco ci manca. Avevamo di fronte una corazzata completa, pari alla nostra e pensare che sia l’ultimo scudetto assegnato senza che le squadre siano disegnate dai vincoli dei punteggi è ancora più entusiasmante». 

Dedica?
«A me stesso, me lo sono meritato e non lo nascondo. Ho fatto di tutto per recuperare dall’infortunio al ginocchio di un anno fa per essere pronto alle fasi finali. Mi immaginavo l’ultimo 15 della finale tutte le volte che mi trovavo a fisioterapia o allenamento. Alla fine si è realizzato il sogno!». 

Poker personale
«Quarto titolo e marchio di fabbrica astigiana che non manca con Stefy e Giorgio. I viaggi in auto, i 40 mila chilometri delle 75 trasferte che nessuno si immagina. Tre ore d’auto per tornare a casa: è la nostra passione ma è anche stancante dopo dieci mesi». 

Compagni Previtali e Pierron
«Ritrovarli ha ricreato un po’ di quella magia di Callianetto. Senza considerare che nella metà campo opposta c’erano Beltrami e Festi».

Ora non resta che saldare la scommessa con Vittorio Fracchia
«L’avevamo fatta a gennaio. Qualora avessimo vinto entrambi lo scudetto avremmo fatto una festa da ricordare. Ora è tempo di organizzare, ma per brindare occorre ancora pazientare. Restano gli impegni di Coppa Europa e Supercoppa nei prossimi week end».

nel video l'ultimo straodinario 15, in foto la carrambata di Mero, Gozzelino e Marchidan

 

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