Riccardo Dellavalle e Andrea Petroselli, il ritorno alle origini

UNA BELLA STORIA DI SPORT CON ANDATA E RITORNO A CHIUSANO, TERRA DI FUORICLASSE

in foto con Felice Negro, recentemente scomparso

Quella di Riccardo Dellavalle e Andrea Petroselli da Chiusano, terra di campioni, è un unicum sportivo, un duo perfettamente assortito non solo sul piano tecnico ma anche caratteriale, in cui all’esuberanza di Riccardo risponde la forza tranquilla di Andrea. In un paese di tecnici di fama con i fratelli giocatori l’avvicinamento al tamburello diventa naturale. Nel fiorente vivaio chiusanese arrivano i successi tra i pulcini e gli juniores. Per Riccardo classe 1966 la data dell’episodio simbolo è il 24 giugno 1979 in Tonco - Chiusano 17-19, sull’11-9 Gino Valle s’infortuna e lui tredicenne prende il posto dello zio al centro e tra l’ammirazione del pubblico incredulo gioca senza timori reverenziali dando una grossa mano nel successo chiusanese.

Nel 1984 il debutto in serie A nell’Edilconsat Asti dove rimane per due stagioni, nel 86 passa al Vigliano dove raggiunge il fratello Enrico.

Andrea classe 1970 vince nel 78 il primo titolo insieme a Riccardo, ne seguiranno tantissimi altri. Nel 80 è già campione juniores a 10 anni, con la magli gialloblù inizia la crescita fino alla serie B.

Nel 87 il Chiusano passa alla FIGT con lo svincolo di tutti i tesserati e Petroselli vola a Castelferro in un’ambiziosa squadra per tre quinti chiusanese con Dellavalle mezzovolo ambidestro e Aristide Cassullo. Inizia così il quindicennio d’oro con gli alessandrini. L’avvio non sembra così ricco di soddisfazioni, per cinque stagioni consecutive centra la Coppa Italia arrivando seconda in campionato. Quasi una maledizione, nel frattempo Petroselli da terzino passa a fondocampista, mancino, al fianco di Bonanate. Alla ricerca dell’elemento in più per il sospirato salto di qualità chiamano in panchina Giorgio Valle, nonostante non abbia quasi mai allenato fuori da Chiusano trova presto l’alchimia con i giocatori. La strada è quella giusta nonostante ancora un secondo posto e l’ennesima Coppa Italia per il Castelferro l’appuntamento con la storia è ormai prossimo con il titolo del 1992 che riporta in Piemonte lo scudetto dopo 13 anni con una formazione tutta astigiana: con i due chiusanesi, Bonanate ed i due callianesi Cavagna e De Luca. Adesso non si fermano più nel 1993 la stagione perfetta, 30 partite e 30 vittorie. Saranno sei gli scudetti consecutivi più il settimo nel 2000, undici le Coppe Italia. Il dopo Bonanate si chiama Corradini e Monzeglio. Brevettano un nuovo tipo di gioco alla piemontese basandosi sui grandi el passato come Cerot e Uva. Castelferro era una società in cui tutta la comunità si rispecchiava, un traguardo prestigioso che avvalora ancor più le sue imprese. Merito di ciò va ascritto a tutti gli abitanti del luogo che si sono adoperati, ognuno con i propri mezzi e disponibilità, a creare il fenomeno. Per sostenere la società si è dato vita alla sagra del "salamino d'asino" che ha avuto, ed ha tuttora, una grande partecipazione di pubblico. Personaggi come Cuda hanno lasciato un segno indelebile.

Completamente diverso il Callianetto di cui purtroppo non è rimasto quasi più niente. Il patron Alberto Fassio scomparso lo scorso anno aveva creato un progetto vincente in cui nulla è lasciato al caso con ogni persona al posto giusto. Insieme a Riccardo e Andrea ancora Giorgio Cavagna e soprattutto il professore del tamburello Manuel Beltrami fuoriclasse assoluto e autentico uomo squadra. Accolti da un po’ di scetticismo invece il progetto si rivela subito vincente con oltre 2000 giorni d’imbattibilità dal 2002 al 2008 lasciando la briciole agli avversari come la Coppa Europa persa dopo la notizia di lasciare liberi i due cugini in nome del rinnovamento chiamato Pierron e Samuel Valle.

I due accusano il colpo nei due anni a Cremolino e in quello a Carpeneto non rendono secondo le loro possibilità anche se i risultati sono di tutto rispetto centrando finali e secondi posti.

Nella voglia di cambiare di patron Fassio per puntare su Manuel Festi si concretizza nel 2012 un clamoroso ritorno a Callianetto. Con l’infortunio di Beltrami lo scudetto prende la via di Medole per ritornare l’anno dopo, quello del rompete le righe.

Per la prima volta vanno a giocare in società fuori dal Piemonte, il Medole insieme al cugino mezzovolo Samuel Valle, due anni splendidi in cui è mancato solo il successo. Nel 2016 la stagione a Cavaion alla corte di Guido Peroni, patron munifico, competente ed appassionato, con Riccardo sesto e Andrea fondocampista, ma è l’anno del Castellaro. Per i veronesi arriva la Coppa Europa. L’ultimo successo per ora della grande coppia insieme per 30 anni in serie A conquistando 15 scudetti, 19 Coppe Italia, 12 Supercoppe e 10 Coppe Europa. Nel 2017 le strade si dividono, Riccardo torna a Chiusano per far crescere un promettente gruppo di ragazzi mentre Andrea va a Castellaro altro luogo mitico del tamburello, ottenendo tutti secondi posti alla spalle di un Cavaion più fresco atleticamente.

Nel 2018 il ritorno alle origini in serie B a Chiusano con questi giovani promettenti che si stanno togliendo delle belle soddisfazioni. Una sorta di obbligo morale per ritrasmettere ai ragazzi quel sapere tamburellistico e di vita che avevano ricevuto da ragazzini.

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