A Castell’Alfero nascono i tamburelli targati Cobra

Produzione .La Cobra è di proprietà della famiglia Surian In un anno è passata da 1500 a 3 mila pezzi

Testimonial dell’azienda di Castell’Alfero è Manuel Beltrami

Dalla fabbrica al campo

I destini di Manuel Beltrami e Castell’Alfero si incrociano nuovamente in nome del tamburello. Anche se non sul rettangolo in terra rossa. Con il Callianetto il fondocampista d’origine trentina ha conquistato tutto entrando nell’olimpo del tamburello, ora diventa testimonial della Cobra. La rilanciata azienda che produce tamburelli, da due anni passata di mano dal tonchese Mauro Damonte (nel 1997 la riavviò acquisendo il marchio dal torinese Raviglione) ai fratelli Surian. Da diversi mesi la Cobra si è trasferita a Castell’Alfero, in località Stazione occupando uno spazio all’interno dell’azienda di carpenteria metallica della famiglia. Ambienti più funzionali dove i Cobra vengono progettati, sviluppati ma anche personalizzati. La produzione dopo un anno è raddoppiata: da 1500 a 3 mila pezzi, con uno su cinque nel 2017 dedicato al tambeach. 

Obiettivo: 9 mila pezzi

Prossimo traguardo triplicare. In Piemonte è la realtà più importante (a Monale c’è Intra) e tra le quattro sorelle nazionali dopo Jolly, Giacopuzzi e Pagani (palline). 
Nome storico ma nuovo prodotto. Tre modelli, differente peso e tiratura del tessuto elastico senza considerare le personalizzazioni grafiche rendono pressoché infinite le variabili del Cobra. Beltrami nella sua prossima stagione di A open ancora a Castellaro impugnerà il King. «A convincerlo prima di tutto è stato il tamburello stesso» precisano i fratelli Antonio e Valerio Surian. Il primo vero appassionato, ma anche presidente ed allenatore della locale società tamburellistica, mentre il secondo scopertosi mano abile anche se neofita del gioco. «Oltre alla lavorazione della tela, vi è l’originale utilizzo di ben tre gomme. Non ha portato ad un aumento del peso, limitato a 520 grammi. In compenso l’elasticità è notevolmente aumentata e soprattutto la spinta» precisano . «Un alleato prezioso nei recuperi, aiutando molto nella respinta della pallina - interviene Beltrami - e al di là della potenza c’è il minor affaticamento del braccio, che nell’economia di gare anche di tre e più ore ha la sua incidenza». Beltrami e Cobra si erano già incrociati proprio al «Dezzani» nella prima stagione a Callianetto del rimettitore. «Era il 2002 ed avevo usato occasionalmente quei tamburelli in alcuni incontri casalinghi. Rispetto ad allora c’è stata una rivoluzione con almeno il 30-40% in più di spinta» commenta Beltrami. L’asso del Castellaro non è stato il primo atleta della massima serie a scegliere Cobra. Nel 2017 ci sono stati Daniele Ferrero ed Ivan Briola (Cremolino), che li hanno confermati nella prossima annata. 

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