Il gran ritorno della Valle Cerrina nel tamburello “che conta”

Il patron della B, Cavallo: “A Cerrina tradizione e campioni”. Nella prossima stagione sarà derby con Chiusano e Cinaglio

Dalla C alla B Pier Carlo Cavallo (a sinistra in piedi accanto ad Aristide Cassullo) con la squadra del Cerrina, vicecampione d’Italia di C nel 2017

Il ritorno di Cerrina nel campionato tamburellistico di B e quindi di tutta una valle che ha profuso passione e entusiasmo per il tamburello, è il primo e più concreto segnale del cambio di passo impresso dal presidente bresciano della Federazione, Edoardo Facchetti. Nella prossima stagione saranno tre le piemontesi in lizza nel torneo cadetto: oltre al Cerrina, le astigiane Chiusano e Cinaglio, 4 bergamasche e una mantovana. Un piccolo grande passo verso il cambiamento che ha avuto e ha tra i sostenitori e i fautori la società monferrina, guidata dal presidente Pierangelo Cane con un dirigente, Piercarlo Cavallo, 54 anni, titolare di un’azienda di autostraporti che sarà il responsabile della squadra di B.

Cavallo, in queste ultime settimane siete stati protagonisti sulla scena del tamburello con il torneo tre contro tre...

«Un successo: di pubblico e di formula. Con campionissimi come Beltrami e Petroselli che hanno dato spettacolo. La gente si è divertita, molto. Pochissimi palleggi, tante giocate a mezz’aria. Potenza e precisione. La gente vuole questo. Il contrario di quello che avviene nella gran parte delle partite di campionato......»

Vuol dire che bisognerà cambiare qualcosa?
«Ci sarebbero tante cose da fare. Ma intanto godiamoci questo ritorno nel tamburello che conta. E devo dire subito che Facchetti è stato un uomo di parola...»

In che senso?
«Ci eravamo visti nelle finali di Coppa Italia 2016. Avevo parlato con l’allora presidente federale Crosato, che però era molto preso dalla campagna elettorale. Anche Facchetti stava correndo per quella poltrona: aveva gli occhiali scuri, gli parlai e gli chiesi di guardarlo negli occhi. Gli spiegai che bisognava tornare a un girone più locale, che non se ne poteva più di trasferte interminabili. Mi promise che se ne sarebbe occupato se fosse diventato presidente. Così è stato. Quest’anno l’ho rivisto alla finale del “muro” tra Moncalvo e Montechiaro: si è avvicinato, mi ha sorriso e si è tolto gli occhiali da sole...»

Senta, per Cerrina è un ritorno all’antico...
«Qui è rimasta sempre la passione per il tamburello. L’ultima B l’abbiamo fatta 27 anni fa, nel 1990. Poi abbiamo sempre vivacchiato. Intanto a Cerrina alta il campo è sparito, sepolto dalle erbacce. A Cerrina Valle si gioca ora sul nuovo sferisterio, dall’altra parte della Stura. Lo ha rifatto l’amministrazione guidata dal sindaco Aldo Visca, nel 1989, su un terreno ceduto da un grande appassionato come Italo Bosco...»

Tutto riporta ad un tempo remoto. Cerrina è stata un’icona del tamburello negli Anni ’60...
«C’erano Besso e Bovi, il campione veneto che formava una triade con Cagna e Mara. Andavano a prenderlo tutti i fine settimana, in auto, sul Veneto. A Cerrina era più famoso di un asso del calcio: i tifosi lo adoravano, le tifose anche di più...»

Venne in prova anche un certo Aldo Cerot Marello...
«Aveva 17 anni, era già più di una promessa... Ma qui non intuirono subito il suo enorme talento. Peccato: perché poco dopo sarebbe esploso con il Castell’Alfero di patron Vigna che dominò letteralmente quell’epoca del tamburello...»

Con loro a Castell’Alfero c’era anche Angelo Uva, un vostro conterraneo....
«Era di Varengo, era uno di noi. Esplose nel Gabiano Voleva restare in Valle, ma poi cedette alle lusinghe di patron Vigna. Si dice che a farlo decidere fosse il fatto che gli venne addebitato il costo di un tamburello: nel senso che lui aveva concordato la disponibilità di 10 tamburelli. Ma quell’anno sforò di uno, che gli venne addebitato. Evidemente non la prese bene e cambiò palcoscenico, diventando un pilastro di quello squadrone».

Voi nella prossima stagione avrete una squadra per quattro quinti astigiana....
«Solo il fondocampista Riccardo Meda è di queste parti (Serralunga di Crea). Poi ci sono Fausto Gavello e Gabriele Oggero, di Camerano, il mezzovolo Luca Marchidan di Piea e il giovanissimo Filippo Cataldo, 17 anni, di Viarigi. E in panchina come tecnico abbiamo c’è Aristide Cassullo, una garanzia».

E i giovani?
«Promette molto bene Matteo Matterozzi, nipote di Luigino, plurivincitore anche a muro. Ma ha solo 12 anni... Speriamo segua le orme di un altro campione di queste zone, “il nostro” Riccardo Bonando...”

È vero che c’è un po’ di rivalità con il «muro»?
«Più che rivalità c’è il fatto che le squadre del muro spesso fanno man bassa dei nostri giocatori, offrendo contratti più lucrosi. Ma così non va bene».

A proposito di “muro”: il prossimo anno ci saranno i derby con Cinaglio e Chiusano. Partite che promettono di fare da richiamo per il pubblico del tamburello. Cerot Marello, di cui si è parlato prima, ha però saggiamente messo in guardia dal fatto di evitare - se possibile - sovrapposizioni con partite di cartello del torneo a muro. Sarebbe poco saggio, in un momento di vacche magre del tamburello, rischiare di arrivare a contendersi gli spettatori. Lei che ne pensa?
«Noi siamo i primi con il torneo cadetto open ad avere il calendario. Sulla base di quello l’amico Mimmo Basso, che coordina l’attività dei bastioni, potrà magari avere modo di regolarsi per evitare sovrapposizioni in occasione dei nostri derby, per esempio».

Cerrina tornerà grande?
«Me lo auguro da dirigente e da tifoso. Ma, soprattutto, spero che realtà come la nostra tornino a essere bacino e fucina per il tamburello del futuro. Cerrina e tutta una Valle vogliono a far festa con i campioni di questo sport».


Pier Cavallo con Manuel Beltrami e Gianni Agosto (presidente Comitato FIPT di Alessandria, dimessosi dall'incarico nei giorni scorsi per motivi personali)

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