Tore, il mito di Corte Salvi

BIASI SALVATORE TIZIANO, detto " Tore ", classe 1948 da San Massimo di Verona , è stato uno dei più grandi giocatori italiani di tamburello, due volte campione nazionale ed attualmente detentore del record di campionati consecutivi giocati nella massima divisione con la stessa squadra, 24 dal 1963 al 1986

In quel di San Massimo di Verona la famiglia Biasi conduceva un'azienda agricola a sfondo cooperativistico e nelle ore libere, Tore ed i suoi parenti si dilettavano a palleggiare nel cortile adiacente alla tenuta, diventato in seguito lo sferisterio della società sportiva Salvi San Massimo .

Il Salvi  fa la sua comparsa sulle grandi scene tamburellistiche nel 1955 vincendo il campionato provinciale veronese di seconda categoria con una squadra di giovani, classificandosi poi secondo alle finali nazionali disputate ad Ostia Lido, alle spalle del Fiat Torino. Nell' anno successivo si ripete nel torneo cadetto scaligero ma le finali nazionali non vengono organizzate.

L'esordio con il botto in serie A della squadra capitanata dal fratello di Tore, Luigi detto "Nino" rimettitore lineare e continuo classe 1931, avviene nel 1957, stagione in cui i giovani veneti (Biasi, Aldo Tommasi, Mario Bortolazzi, Bertol, Bosco) si classificano secondi sconfitti in finale 19-16 dalla Virtus Bussolengo (Vr). Nel 1958 si classificano secondi nel girone di qualifica alle spalle del Goito (Mn). Stessa sorte per mano della stessa rivale anche nel 1959, anno in cui entra nel quintetto l'altro fratello Sergio, grande terzino classe 1938. La maledizione del secondo posto continua anche nel 1960, stagione in cui comunque il Salvi è l'unica squadra capace di sconfiggere in campionato i futuri campioni del Fiat Torino forti di Mara, Cagna e Riva.

Nel 1961 la serie A ritorna a girone unico, ed il fondocampista Aldo Tommasi, classe 1934, passa al Quaderni (Vr), squadra con la quale vincerà sei scudetti consecutivi; viene rimpiazzato da un altro, all'epoca giovanissimo, membro dalla famiglia Biasi, Armando, classe 1948, cugino di Luigi e Sergio, ed i Salvi si classificano per due anni quarti (1961/'62).  Nel 1963 abbandona il quintetto anche il mezzovolo Mario Bortolazzi, classe 1935, passato anche lui al Quaderni, ed esordisce in campo il quindicenne  Salvatore Biasi, che con il solo Bertol estraneo alla famiglia, raggiunge la terza posizione. La giovane stella del tamburello italiano si migliora l'anno successivo, classificandosi secondo a pari merito con il Fiat Torino ed i Biasi nel loro cortile sono gli unici a far perdere un punto per strada alla corazzata Quaderni. Il ruolo di antagonista principale dato ai Salvi ad inizio stagione nel 1965  condiziona in negativo la squadra che a fine campionato si classifica quarta.

Nel 1966 insieme ai  Biasi entra in squadra un altro giovane di San Massimo, il terzino Walter Meante. Il campionato ritorna a doppio girone ed il diciottenne Tore sembra ormai definitivamente consacrato, arrivando primo in qualifica a pari merito con il Flero (Bs) di Dante Ongaro.  Nell'incontro decisivo del girone finale  giocato in casa davanti ad un numerosissimo pubblico il Salvi però si arrende al termine di una gara tesissima al solito Quaderni (19-17), perdendo lo scudetto per un punto e centrando per la terza volta la medaglia d'argento.

Nel 1967 con girone unico a 11 squadre l'enfant prodige lanciava un' altra sfida allo squadrone di Belladelli. Lasciava il quintetto Armando, sostituito da Antoniazzi e Ambrosi, ed alla terza giornata Tore & company finalmente espugnavano Quaderni (19-14). Aldo Tommasi restituiva il favore agli ex tifosi espugnando al ritorno Corte Salvi (19-12) con nota curiosa:  un centinaio di spettatori monferrini a bordocampo... Appaiate a pari punti fino alla quartultima giornata le due scaligere sembravano destinate allo spareggio ma clamorosamente il Quaderni fu sconfitto dal  Cavriana (Mn) e dal  San Pietro Incariano (Vr), spianando così la strada tricolore al Salvi.

Nel 1968 nasce il girone piemontese di serie A,  il Salvi inserisce in campo Raffaello Cerpelloni. Tore Biasi domina il girone lombardo-veneto vincendo tutte le diciotto partite. Nelle finali tricolori disputate a Codana (At) sconfigge Castell'Alfero (16-12), Cerrina e Quaderni (16-11). Dopo quella cavalcata trionfale Enzo Coppo, giornalista della Gazzetta del Popolo, lo descrive così: "Alla battuta maliziosa e potente, fa seguito la sua sicura tenuta di spalla con lunghi lanci e scambi continui con il suo rimettitore. Quando poi l'economia di gioco lo porta in zona di centrocampo, le sue frecciate piazzate in corridoio, i suoi improvvisi e repentini fendenti, caratteristiche del mezzovolo di classe, portano generalmente lo scompiglio tra le file avversarie, determinando giochi su giochi. Gli stessi giocatori temono e rispettano quello spilungone, che in mezzo al campo troneggia e quasi sempre detta legge strappando di continuo esclamazioni di ammirazione ".

L'uomo da battere 1969 mantenne invariato il suo team, nonostante il numeroso esodo dei campioni veneti verso il Piemonte. Le insicurezze dei tricolori si manifestano già nel girone di qualifica con una clamorosa sconfitta interna patita per mano del Cavriana ed una qualificazione raggiunta in extremis. Alla prima giornata del girone  finale a Castell'Alfero, dove per la prima volta in un incontro di tamburello l'incasso superò il milione di lire, un deludente Tore crolla sul 19-15, per poi perdere in seguito contro i futuri campioni del Murisengo (19-14) e nel derby con il Quaderni (19-13). Dopo quel finale deludente numerosi presidenti piemontesi si recarono a San Massimo per acquistare i fratelli Biasi, ma i loro compaesani, fiduciosi e desiderosi di rivincita, fecero sempre intuire ai vari magnati che l'affare non era fattibile ...

Il campanilismo esasperato dei tifosi di Corte Salvi blocca tutti i membri del team, ma nel torneo 1970 si mette in luce  nel Marmirolo (Mn) un certo Renzo Tommasi, classe 1951 fratello di Aldo, ceduto dai veronesi ai mantovani l'anno precedente.   Nel girone lombardo-veneto il San Massimo  si classifica primo ex-aequo con il Quaderni, che però lo sconfigge (19-14) nella semifinale del torneo Tamburello d'Oro di Ovada (Al). Nel girone finale a 4 con partite di andata a ritorno, Tore e compagni dopo lo stop di Castell'Alfero (19-15) sconfiggono Quaderni (19-17) e Murisengo. Nell'incontro decisivo disputato a San Massimo il Castell'Alfero supportato da centinaia di tifosi  e  guidato in campo da un formidabile Aldo "Ceròt" Marello espugnava Corte Salvi (19-14) portando per la prima volta il tricolore nell'astigiano.

Nel Torneo 1971 si diradano le apparizioni in campo di Luigi Biasi, favorendo l'inserimento in  squadra degli indigeni Orfeo Biasi, classe 1949 cugino di Tore e Gianni Meante, fratello di Walter. Il girone di qualifica li vede primi davanti al Marmirolo a trazione veneta  che schierava in campo gli ex Armando Biasi, Aldo e Renzo Tommasi, vincitori proprio a Corte Salvi nell'ultima giornata dei play-off (19-8) riportando lo scudetto in terra mantovana e relegando gli amici al quarto posto finale.

Nel 1972 al gruppo storico si era aggiunto il bresciano Sandrini  ma nonostante il ritiro dalle scene del Quaderni, il Salvi viene preceduto nel girone di qualifica da Marmirolo (in cui si era inserito anche Bortolazzi ) e Guidizzolo (Mn). L'anno successivo, 1973, forti della sponsorizzazione del signor Lonardi, a Tore vengono riaffiancati il cugino Armando ed Aldo Tommasi. La squadra, favorita dai pronostici, vince tutte le diciotto partite del girone est. Nel girone finale a sei squadre si sfaldò però lo spogliatoio, ed a seguito della sconfitta casalinga patita per mano degli astigiani del Viarigi Armando Biasi ed Aldo Tommasi furono sospesi con l'accusa di essersi accordati con l'ex compagno Renzo Tommasi. Questo il commentò sulla  vicenda de "La Stampa" in data 24/09/1973: "Renzo ha appreso i particolari della vicenda solo questa mattina, attraverso il racconto di parenti giunti da Verona, e non ha potuto trattenere le lacrime, rifuntadosi persino di mangiare prima della partita contro il Murisengo".  In seguito alla vicenda anche Tore si rifiutò di giocare l'ultima partita contro il Lavazza Murisengo, poi laureatosi Campione d'Italia. Orfano dei fondocampisti il San Massimo si classifica quarto ed a fine stagione il magnate Lonardi opta per San Floriano.

La politica del valorizzare i giovani voluta dal Salvi continuò e l'anno successivo, 1974, a Tore, Luigi ed Orfeo Biasi venivano affiancati Flavio "El Bomba" Bertagnoli, Roberto Perina, Rolando Mazzi e Giorgio Biasi, classe 1954 fratello di Orfeo. A sorpresa  grazie alle prestazioni formidabili del loro capitano si classificano primi nel girone di qualifica, precedendo la corazzata San Floriano ed il Bure Valpolicella di Aldo Tommasi. Nel girone finale pesa però l'inesperienza dei giovani che si classificano terzi. Lo scudetto va al Viarigi di Renzo Tommasi, che mette a zittire le malelingue  aprendosi la strada di una carriera costellata di successi e strapiena di record. Tornerà a giocare con il Salvi soltanto nel 2016 ...

Tore, ancora in piena forma agonistica, non accetta comunque la parte del maestro superato dall'allievo. Con la sua banda di parenti e ragazzini della borgata, indebolita comunque dal passaggio di Bertagnoli al Bussolengo, lancia la rivincita a Renzo, passato nel frattempo al San Floriano. Nel girone di qualifica 1975 si classifica primo  a pari punti con i rivali, facendo cosi tremare sia il portafoglio del Lonardi sia le gambe di Tommasi... Fu ancora l'inesperienza a tradire i compagni di Tore nel girone finale, crollati a Murisengo (19-16) e poi sconfitti nella gara decisiva a San Floriano (19-10). Arriva dunque per Tore un'altro secondo posto .

Nel 1976 viene istituito un girone unico nazionale ed il San Massimo (Tore, Luigi, Orfeo e Giorgio Biasi, Roberto Perina, Rolando Mazzi) si classifica terzo, favorendo però indirettamente il  San Floriano dopo aver'suonato l'Ovada fuori casa  (19-12) costringendola cosi ad uno spareggio contro i veneti a Ghisalba (Bg) in cui Tommasi e soci ebbero la meglio (19-9) . Nel 1977 ritiratosi dalle scene il fratello Luigi ma confermati gli altri compagni il Salvi si classifica soltanto settimo in campionato ma comunque Tore si toglie un bel sassolino dalla scarpa sconfiggendo a San Floriano i futuri campioni nazionali.

A volte nello sport le delusioni fortificano, così nel 1978 il Salvi San Massimo si appresta a cominciare il ventiduesimo campionato consecutivo in serie A, testimone oculare nel tempo sia del crollo delle grandi squadre cittadine che di quello dei super team  da paese, sopravvivendo fra le due realtà  con un entusiasmo campanilistico ineguagliabile. Riporta a casa Flavio Bertagnoli e Walter Meante, inserendo in squadra anche il giovane Luciano Borriero che uniti ai giocatori dell'anno precedenti si classificano ancora secondi. Fatali furono per Tore le sconfitte di Ovada, Casale Monferrato e Cavaion. Lo scudetto volò per l'ultima volta a San Floriano, sorprendemente quarto l'anno successivo, 1979, con il San Massimo terzo e l'Ovada che riportava lo scudetto in terra piemontese. 

Nel 1980 il Salvi (Tore, Orfeo e Giorgio Biasi, Flavio Bertagnoli, Fausto Cattoi, Walter Meante, Gianluigi Marchesini) nonostante fosse tra le favorite iniziali si classifica sesto, con il Bussolengo di Renzo Tommasi che riporta il tricolore a Verona. Grande sfortuna nella stagione successiva, 1981, con i veronesi (Tore, Giorgio e Orfeo Biasi, Flavio Bertagnoli, Mario Fanzaga, Walter Meante) secondi classificati ad un solo punto dai mantovani del Marmirolo, sconfitti comunque da Tore in terra virgiliana (16-8) e pareggiati a Corte Salvi. 

La stessa formazione, rinforzatasi anche con il cugino Armando, si classifica seconda anche nel 1982, ultimo podio per i Salvi che collezionavano il secondo posto nazionale numero otto. Anche in quel caso il futuro campione Renzo Tommasi con il suo Bussolengo pagò dazio a San Massimo. Inizia in seguito un lento declino per Tore Biasi e per  il team veronese  che si classifica sesto nel 1983, ottavo nel 1984, nono nel 1985 e dodicesimo nel 1986, retrocedendo dopo trenta stagioni consecutive in serie A, record ancora oggi imbattuto. In quelle stagioni intorno al collaudato nucleo famigliare dei Biasi si mettono in luce i giovani atleti veneti Gianluigi Marchesini, Tedeschi e Luciano Zerbini, discobolo alle olimpiadi di Los Angeles 1984 e Barcellona 1992.

A seguito della scissione federale il Salvi nel 1987 passa alla serie A-figt, dove si ferma ai quarti di finale  (Tore e Armando Biasi, Zerbini, Meante, Cacciatore).  Nel 1988, stessa categoria, nonostante l'ennesimo ritorno di Flavio Bertagnoli si ferma alle semifinali. Nel girone unico A-figt 1989 si classifica terza con in campo Tore, Bertagnoli e Baldini, mentre nel 1990 scivola all'undicesimo posto e retrocede. Promozione nel 1991 con ingresso in squadra di Fabio Biasi, classe 1972, figlio di Armando. Ancora A-figt nel 1992 (Tore e Fabio Biasi, Lucio Ferrarini, Stefano Bortolazzi, Dalpozzo ), nel 1994 e nel 1995 con la coppia Tore Biasi-Zerbini unita alle giovani promesse locali. Ultima stagione agonistica per Tore Biasi nel 1996, naturalmente con il Salvi San Massimo, in serie A-figt (Biasi, Luciano Zerbini, Stefano Bortolazzi, Andrea Ambrosi, Sergio Bertagnoli, Simone Ferrarini).

Nel 1998 in un intervista alla Stampa il campionissimo Marino Marzocchi detto "Mara" lo ricorda come uno dei suoi cinque piu grandi rivali di sempre (insieme a Nino Cagna, Remo Toffoli, Corrado Tasca e Valerio Caneva). Nello stesso anno, sempre sul quotidiano piemontese, Emilio Crosato lo inserisce sul podio dei migliori tamburellisti della storia con Renzo Tommasi ed il Mara.

Ritorna in terra piemontese nel 2000 a Cocconato (At), ospite di Giuseppe Conrotto, giocando all'interno del Torneo Numero Uno una sfida over 45 (Tore, Ceròt Marello e RenzoTommasi contro Franco Capusso, Gigi Pagani e Walter Marcazzan).

Inquadrate le imprese le cifre e le vittorie di Salvatore Biasi, ricordiamo che, ad alti livelli, anche il fratello Luigi ed i cugini Orfeo e Giorgio giocarono sempre per il Salvi. L'altro fratello Sergio giocò anche per il Bussolengo (Vr), il cugino Armando per Marmirolo (Mn), Capriano (Bs), Palazzolo (Vr) e Sommacampagna (Vr). Discreta  carriera per Fabio, apprezzato terzino in serie A dal 1993 al 2003 con le maglie di Bardolino (Vr), Medole (Mn), San Paolo d'Argon (Bg) e Solferino (Mn). Armando, Fabio, Salvatore e Sergio Biasi sono stati nazionali italiani di tamburello .

Dopo vent'anni di silenzio il Salvi San Massimo rinasce nel 2016, classificandosi terzo nel campionato nazionale di serie D (Stefano Bortolazzi, Roberto Cerpelloni, Fabio Biasi, Renzo Tommasi, Luciano Zerbini, Natale Zivelonghi, Fabio e Massimo Turco ).

Da due anni la Corte dei Salvi animata dalla passione della sua gente è tornata a risplendere specialmente il 2 giugno con una grande rimpatriata di campioni per una memorabile giornata condita da ricordi, tamburello e convivialità ideata per onorare la memoria dell'indimenticabile Flavio Bertagnoli detto "il Bomba"


1° Memorial FLAVIO BERTAGNOLI " video di Giuseppe Baldini


2° Memorial FLAVIO BERTAGNOLI " video di Giuseppe Baldini

 

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