A proposito di scudetto ...

Sono trascorse ormai alcune settimane da quando la mia squadra ha vinto il titolo di serie A open e dopo aver tanto letto e sentito, mi sento in dovere di fare alcune considerazioni.

La principale nasce dallo scarso merito che da parte di tanti addetti ai lavori, è stato dato al nostro successo ... attenzione parlo di merito e non di tifo sportivo o di simpatie o antipatie nei confronti di una squadra piuttosto che di un altra.

Di indole non sono uno che parla tanto, in compenso però ascolto e leggo molto, quindi parafrasando un detto francese (noblesse oblige) utilizzato da un noto allenatore di calcio, cercherò di "mettere la chiesa al centro del villaggio".

Partendo dal presupposto che, per educazione, sono abituato a rispettare le opinioni altrui, sono convinto che nessuno più di noi ha meritato di vincere questo scudetto, alcuni dati: nel corso delle 20 partite di campionato siamo la squadra che ha subito meno giochi (120 totali, media 6 a partita), 201 sono invece i giochi fatti, secondi solo al Castellaro che ne ha fatti 202; siamo inoltre l'unica formazione che a parità di giocatori in campo (5 contro 5) non ha mai perso i tre punti pieni.

Nella semifinale di Noarna, abbiamo meritato di vincere perché siamo stati bravi a reagire dopo un avvio disastroso, dovuto più per demeriti nostri in verità che per meriti altrui e sinceramente è diventato ormai stucchevole il ritornello che abbiamo vinto solo ed unicamente perché è uscito quel tal giocatore ... onestamente chi è subentrato non l'ha fatto rimpiangere, anzi.

A qualcuno della carta stampata che si diverte a dare i numeri (vero signor Longo?), vorrei far notare che l'avvicendamento, tra Beltrami e Merighi, non è avvenuto, come lei scrive,  sul 7 a 2, ma bensì sul punteggio di 7 a 4 e così come la corretta informazione sta alla base della professione, l'attendibilità dei fatti qualifica la professionalità (vedasi la superficialità con cui a suo tempo, sempre Lei, aveva trattato il caso Pierron nella partita Solferino-Medole).

Altro motivo per cui ritengo che il Monte abbia meritato di vincere è per il gioco che ha fin qui espresso, sfido chiunque abbia visto un nostro incontro a considerarci come una squadra attendista o parassita.

Sono orgoglioso inoltre di gestire un gruppo di giocatori che per tutto l'anno si è allenato insieme otto ore per settimana, suddividendo il lavoro tra parte tecnica e preparazione fisica.

Sono infatti convinto che il talento non è tutto,anzi: non è niente senza passione e impegno. Tempo + esercizio = Risultato.

Nessuna sorpresa quindi per quanto ottenuto sul campo, lo grido forte non per me stesso ma per i miei giocatori a cui va tutto il merito.

f.to Edo Facchetti, allenatore del Monte Peroni Marmi.

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