L’addio di Alciati: torno nella mia Rocca d’Arazzo

A MONTEMAGNO L'ANNUNCIO DI UNO DEI PERSONAGGI PIU' POPOLARI DEGLI SFERISTERI

Il “Mourinho del tambass” lascia dopo la finale persa tra il suo Moncalvo e il Grazzano: “E’ stato bello”

Torno nella mia Rocca d’Arazzo». Poche parole sottovoce annunciano l’addio di Pierino Alciati dalla guida tecnica di Moncalvo. Quello che è stato soprannominato il «Mourinho» del tambass dopo il «triplete» messo a segno lo scorso campionato proprio coi colori biancorossi non ha tardato a comunicare la propria decisione. Pochi minuti dopo il triplice fischio della finale tra Moncalvo e Grazzano ha detto basta. «E’ stata una bella esperienza, la più bella accanto a grandi campioni, che ora si chiude» ha commentato il tecnico senza muovere critiche.«Non so ancora se tornerà su una panchina, ma se accadrà sarà vicino a casa ed in serie inferiori anche se sui campi del muro sarò presente da appassionato spettatore. Come sempre». 
Tra gli 800 e più spettatori presenti sulla piazza di Montemagno anche tanti sindaci col padrone di casa Claudio Gotta ed il collega di Castagnole Monferrato Francesco «Cecco» Marengo che del tamburello è stato giocatore «una bella partita ma penso che l’asfalto abbia frenato l’azione di Monzeglio a tutto vantaggio del Grazzano. Dei campioni ho apprezzato molto Marletto che, con Fracchia, forma la coppia di fondocampo più competitiva in assoluto». 

Commenti che la finale tricolore lascia in eredità e che continuano ad animare il confronto nel popolo del tambass. Echi a cui si intrecciano i conti con cui le società iniziano a confrontarsi. Infatti alla vigilia del derby scudetto la Commissione storica del muro ha annunciato per voce del presidente Mimmo Basso il tetto di punti entro cui poter costruire le squadre nella stagione 2019. Il numero tanto atteso è 1120 (sommando quelli delle stagioni 2017 e ’18) incrementato rispetto ai 1050 concessi quest’anno. Punteggi che per i protagonisti della finale debbono essere aggiornati con lo scudetto del Grazzano che ha «caricato» i suoi di altri 60 punti, mentre al Moncalvo battuto ne vanno 30. «Per individuarlo abbiamo fatto l’estatta media matematica dei valori indicati da ciascun componente della commissione» precisano gli organizzatori. Inevitabilmente la sfida scudetto ha messo in ombra la finale che ha assegnato il titolo di B. Alla vigilia del match della massima serie la “fossa” di Moncalvo ha ospitato l’ennesimo confronto stagionale tra Il Torrione Portacomaro e Real Cerrina (di casa a Grana). Il match più combattuto dei precedenti ma dall’analogo epilogo con successo al quintetto portacomarese (16-13).
Nulla da fare per il trio callianese composto dai gemelli Cristiano e Gianni Boltri con Isolino Inquartana già finalisti lo scorso anno, e con loro agli ordini di Mauro Boano, Umberto Sampietro, Luciano Spinoglio e Fabrizio Dapavo. Il successo è andato alla formazione guidata da Marco Valpreda con in rosa Luca Soffientino, Davide Soffientino, Amedeo Gatti, Franco Zitti, Nicolò Vigna, Corrado Soffientino e Mohan Jasa che per la prima volta si affacciavano alla serie cadetta dopo i due titoli consecutivi conquistati nella serie C. Al Real Cerrina è mancato solo il titolo ma va il merito di aver rivitalizzato una storica piazza del muro come Grana, da troppi anni silente ai colpi di tamburello.

La piazza di Montemagno durante la finale a muro.

 

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