“Ora si torni a parlare di tamburello giocato”

Il polverone della serie A a muro

Roberto Caranzano, avvocato «Ora si torni a parlare di tamburello giocato».

Il n. 1 della Commissione tecnica federale dopo il caos punteggi

L’invito porta la firma dell’avvocato Roberto Caranzano, da alcuni mesi numero uno della Commissione tecnica federale. Il legale lo fa tornando sul “caos punteggi” che, inevitabilmente, da alcune settimane ha messo in secondo piano gli incontri della A muro. Ha acceso il confronto sui social e ridotto la presenza di pubblico sui campi. «Si è sovente sparlato, senza cognizione di causa e in maniera populistica” si legge nella nota dell’avvocato Caranzano al quale «preme segnalare che il, parziale, silenzio della Federazione non è certo dovuto a disinteresse bensì al rispetto di regolamento, società e persone interessate, che hanno diritto ad un giusto processo. L’interesse della Federazione è in sintonia con le piazze dei nostri paesi, ed é ben evidente solo che si dia il giusto peso alla presenza del presidente Facchetti». 
«Plurime sono state le riunioni collegiali con le società e fitto è il calendario degli incontri in programma con le stesse singolarmente al fine di approfondire le problematiche e le proposte per gli anni a venire, anche relativamente ai punteggi - prosegue il presidente, indicando come questo sia - il nuovo corso della Federazione che intende dialogare sempre più, in una forma di democrazia partecipata, al fine di comprendere e valutare richieste ed esigenze che verranno vagliate, in ossequio ai rispettivi ruoli che prevedono comunque una posizione di preminenza della Federazione». 

«La società non è sola»
«Penso, comunque, che tutti siano concordi nel ritenere che non si possa lasciare ogni decisione alle società, perché si finirebbe solo con lo sconfinare nell’anarchia, indebolendo sempre di più tutto il movimento. Solo la serietà nostra, e di tutto l’ambiente, è ciò che ci porterà ad essere totalmente credibili di fronte alle altre federazioni ed al Coni. Non si poteva far finta di nulla, ritenere che fosse una vicenda limitata ad alcuni paesi e che non riguardasse il cuore della Federazione. Auspichiamo che la Procura ed il Tribunale federale svolgano velocemente, seriamente e serenamente il loro compito. E’ giusto che alle finali partecipino le squadre più forti, ma nel rispetto delle regole». Meno rigidità era stata suggerita da Giancarlo Marostica, ipotizzando una soluzione “interna” e condivisa tra le società. «I punteggi, così come tutte le regole, non sono tavole della legge da seguire ciecamente: sono stati creati per rendere il torneo più equilibrato ed offrire più chances e quindi basati su concetti base della sportività, non della burocrazia. La stessa ci insegna anche che deve essere il migliore sul campo a vincere: tutto il resto passa in secondo piano» interviene l’ex campione e conclude «non sta a me dire se Grazzano debba essere escluso dalle finali. Però devono essere le società a discutere e decidere». Prova a guardare oltre Giulio Griffi, patron del Montemagno: «se siamo tutti d’accordo voltiamo pagina, dimenticando al più presto questa parentesi e se siamo capaci ricostruiamo un rapporto impostato su poche idee e chiare. E’ indispensabile guardarci noi paesi, in questo caso la federazione viene dopo è troppo importante capire cosa noi vogliamo».

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