Tambass, sfida dei ricordi

Trascriviamo l'ultima intervista rilasciata da Carlo Verrua, pubblicata sul quotidiano La Stampa in data 18 Agosto 1990.

Portacomaro 1979 con Canunèt (1° a sx) ,Ponzone (2° a sx) e Verrua (2° seduto a sx)

PORTACOMARO - Domani il paese ospiterà la finalissima del Torneo di tamburello a muro tra Rocca d'Arazzo e Moncalvo: in palio lo scudetto del Monferrato. E' una sfida senza pronostico ed è anche la prima volta in quindici edizioni che la finale viene giocata su questo campo. Uno sferisterio dall'andamento sinuoso, lungo a stretto. L'ex muro di cinta del castello medioevale (oggi scomparso) nell'ultimo secolo ha visto sfilare i piu grandi campioni del pallone a bracciale prima, del pallone elastico e del tamburello poi. Centinaia di partite, molte memorabili, come si conviene ad uno sport che ha nella tradizione uno dei pilastri del suo fascino. Negli anni 50-60 due campioni dominavano la scena: Carlo Verrua detto " il mancino " di Portacomaro, e Armando Pentore, " il leone " di Castell'Alfero. La gente non li ha dimenticati. Anche adesso che Verrua e Pentore sono ormai da tempo degli " ex ". Le loro sfide hanno fatto epoca".

Quando abbiamo iniziato la carriera, primi anni '50, non c'erano campionati ma solo le feste di paese, un mini tour dei castelli monferrini, dove chi vinceva di piu era eletto "re", ricordano. E  la "festa di Portacomaro, fine Agosto, era il clou di queste kermesse paesane. Quante sofferenze per strappare un successo su quel campo, ma qualche volta ce l'abbiamo fatta, ti ricordi Carlin ? ", punzecchia Pentore . E Verrua, di rimando:  "Però a Portacomaro quante altre volte le avete prese ?". Un botta e risposta senza acredine, infarcito di aneddoti. "Tutti i nostri sforzi erano concentrati sulla conquista della medaglietta d'oro per il primo classificato, allora mica c'erano gli ingaggi come adesso per i giocatori. Spesso si lottava per una pastasciutta e una bistecca" sottolinea Verrua. Un'epica da "poveri ma belli ", un clima da "neorealismo sportivo ", di cui si è persa traccia. Portacomaro era rappresentata anche da altri talenti: Celeste Ponzone, Gianni Gambaruto, Attilio Gabri, Silverio Rosso, Ercole Rasero, Ubaldo Scassa, Aldo "canunèt" Calosso e dall'allora stella nascente Franco Capusso; Castell'Alfero risplendeva soprattutto grazie a Pentore e Franco Calosso. Quando arrivava il giorno della sfida, al "Lunedi della festa", la gente veniva percorsa da un fremito. I campioni ospiti vestivano la maglia azzurro-savoiarda del Castell'Alfero, i padroni di casa quella verde o la piu prosaica divisa bianca con la canottiera e i calzoni lunghi. Ricordi appassiti dagli anni, ma domani, nei due vecchi campioni si riaccenderà, c'è da scommetterlo, la scintilla dell'agonismo perduto. Carlin Verrua si rivede in Sandro Ferrero, il "mancino " del Rocca: "Sandro deve convincersi che a Portacomaro le partite si vincono spingendo la palla dalla rimessa fin giù, sotto il balcone di fondocampo e in battuta giocandola sotto la torre della piazza ". Pentore, che fu battitore finissimo, non ha indicazioni particolari: " Credo che il segreto sia una battuta altissima, dalla parabola imprevedibile; la pallina a quel' punto diventa difficile da rimandare". Segreti che i due campioni di ieri svelano con il contagocce. Il tamburello è un' arte balistica che si approfondisce giocando.

Appendice ( a cura di Paolo Monaca )

VERRUA CARLO, nato a Scurzolengo ( At ) nel 1936. E' stato uno dei più forti mezzovoli della storia del tamburello piemontese. Dopo gli inizi nei tornei da paese passa alla Cral Eternit di Casale Monferrato ( Al ), per poi diventare in seguito professionista di pelota italiana. Torna a calcare gli sferisteri piemontesi alla fine degli anni sessanta in occasione dei primi Tornei del Monferrato con le maglie di Portacomaro ( At ), Cerrina Valle ( Al ) e Montemagno ( At ). Chiude la carriera con il Portacomaro, giocando le prime edizioni del Torneo a Muro, che vince nel 1978 e nel 1979, anno del suo ritiro. Questo grande campione  fu trovato morto suicida la mattina del 18 Gennaio 1991 nel retrobottega della sua tabaccheria a Portacomaro, a pochi metri dalla piazza che lo vide protagonista di storiche sfide. 

Vigna e Pentore

PENTORE ARMANDO, nato a Castell'Alfero ( At ) nel 1938. Ottimo battitore e sicuro palleggiatore, approda giovanissimo alla C.S. Fiat Torino, squadra con la cui vince il Campionato Italiano 1960, e dove  milita fino al 1965. Nel 1966 passa al Castell'Alfero, laureandosi quattro volte Campione del Monferrato ed una volta Campione italiano ( 1970 ). Dal 1972 al 1976 gioca per lo Scurzolengo ( At ), per chiudere in seguito la carriera nel Torneo a Muro dal 1977 al 1982 con la maglia del " suo " Castell'Alfero.   

Per la cronaca la finale del Torneo a Muro 1990  giocata il 19 Agosto a Portacomaro davanti a 1500 spettatori fu vinta dal Moncalvo (Fulvio Natta, Aldino Carretto, Massimo Cussotto, Fabio Viotti, Corrado Soffientino. D.T. Roberto Carn ) che sconfisse 19-15 il Rocca d'Arazzo (Sandro Ferrero, Silvano Aceto, Guido Sampietro, Claudio Canobbio, Fausto Parodi. D.T. Vanni Pesato), con Verrua e Pentore spettatori insieme al loro piu grande rivale Marino Marzocchi detto " Mara " .

"Negli anni della mia giovinezza c'erano pochissimi soldi, l'attrezzo del mestiere, il tamburello, si custodiva come una reliquia. Quel giorno che anch'io decisi di adottare il tambass plastificato sentii che qualcosa stava cambiando nel nostro sport: per noi giocatori di una volta quell'attrezzo era come un arto artificiale, difficile da usare, difficile da impugnare, difficile da capire." 

CARLO VERRUA, Agosto 1986.

"Carlo era per me come un fratello, un caro compagno della mia giovinezza. Con lui se ne va anche un pò della mia vita "  

ARMANDO PENTORE, Gennaio 1991. 

 

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