Monzeglio, “giocatore dei due mondi”. Asso del tambass e talento del balòn

“Ero anche una promessa del basket ma negli sferisteri mi sono realizzato”

Polivalente. Il vignalese Alessio Monzeglio (Moncalvo) compirà 41 anni il 22 gennaio Ha vinto tre scudetti open e altrettanti titoli a muro Non importa quanto abbia vinto, che comunque è tanto (tre scudetti nel tamburello open: 2000 col Castelferro, 2012 a Medole, 2015 a Cavaion; e tre titoli a muro: 1992-’93 nella sua Vignale e ’97 a Moncalvo). Nè quanti trofei potesse conquistare in carriera, magari con squadre più forti. «Con i se e i ma nello sport e nella vita non si va da nessuna parte.Non mi sono mai interessate le statistiche: sono soddisfatto di quello che ho fatto fino ad ora» dice Alessio Monzeglio, che compirà 41 anni il 22 gennaio, gigante di un metro e 95 (sposato con Mara, un figlio, Iacopo, 7 anni, «che ancora non sa che sport farà»). Uno degli ultimi «mohicani» di un tamburello contadino, lui che vive di campagna e agricoltura, nella sua bella tenuta vignalese di «Ca’ San Carlo», gestita con il fratello Achille e con la (discreta) supervisione del padre Angelo e della madre Maria Teresa.

Monzeglio, lei non è solo un «contadino» (anche se ha studiato Ragioneria e ha vissuto da sportivo prima ancora che da «coltivatore diretto») ma anche uno degli ultimi testimoni rimasti di un mondo che amava o frequentava quasi allo stesso modo i due universi del tambass e del balòn...
«Vignale ha sempre ospitato, nel suo sferisterio - posso dire uno dei più belli tra Langa e Monferrato e quindi d’Italia e quindi del mondo? - le due specialità. Per me è stato naturale imparare a giocare una cosa e l’altra. Col tamburello diciamo che mi sono tolto qualche soddisfazione in più, nella pallapugno dicono che abbia un discreto talento».

Lei è stato anche una promessa del basket...
«Giocavo nella Junior Casale, Anni ’90-’93. Con me c’erano ragazzi che hanno fatto strada e altri come Gabriele Fioretti troppo presto strappati alla vita da un tragico destino. Giocavo centro-ala forte. A 17 anni da Varese mi hanno chiesto se volessi andare da loro in un convitto: gioco e studio. Forse potevo arrivare in A. Ci ho pensato un po’, poi ho deciso che il richiamo delle radici era più forte. E sono rimasto qui: non me ne sono mai pentito».

Lei, nel tamburello open era considerato un «giovane» e qui nel «muro», adesso, è diventato una sorta di «chioccia»....
«Ci sono tanti ragazzi sotto i bastioni e quest’anno vorrei restituire al Moncalvo quello che non ho potuto dare lo scorso anno per un infortunio muscolare. La squadra c’è. Con Tirico, Gandini, Savio, il baby Marco Ferro, un portiere di calcio prestato al tamburello, possiamo dire la nostra. Il torneo a muro potrebbe essere molto equilibrato con Montechiaro, Grazzano, Montemagno, il Vignale linea verde, a contenderci la palma di migliori...»

A «libero» invece.....
«Ero tra i più i giovani, con i miei quasi 40 anni. A muro invece siamo io, Gerbi e Stella i soli over 40. Vorrà ben dire qualcosa..»

Quindi meglio essere tornati «a casa»....
«Bè,nel libero ci sono due squadre che si contenderanno lo scudetto: Cavaion e Castellaro, o Castellaro e Cavaion... Di lì non si scappa».

Perché il tamburello ha meno appeal di un tempo?
«Perchè è cambiato il mondo, non è uno sport televisivo e perché ci sono tanti fattori (formula, società, scelte discutibili ai vari livelli) che hanno portato a un’involuzione...»

Che cosa può «insegnare« la pallapugno?
«Che bisogna credere di più nel campanile, tornare a far crescere i giovani nelle squadre di paese. Difendere la tipicità di un territorio, come lo si fa con i grandi vini».

C’è assonanza tra sport tipici e territorio?
«L’anno scorso stavo palleggiando al balòn nello sferisterio di Castagnole Lanze, dove gioca il mio grande amico Massimo Vacchetto, il campione d’Italia. Sono arrivati due signori di Varese, in giro tra le colline per acquistare vino. Si sono fermati e fatti spiegare il gioco. Erano affascinati. Ma quanti turisti sanno che esistiamo, sportivamente parlando? Adesso ci sarà questo evento, «Monferrato Community dello sport» (una specie di Olimpiade europea del territorio), che farà di queste zone, tra Alessandrino e Astigiano una specie di territorio protetto per le nostre discipline. È un’occasione da non perdere.»

Lei è anagraficamente a cavallo tra due epoche del tamburello. Quali sono stati i suoi campioni di riferimento?
«Ne cito solo qualcuno, ma non vorrei far torto ad altri: Luigi Pagani come battitore, l’estro di Luca Corradini a mezzovolo, lo stile di Beppe Bonanate, l’immenso talento e la goliardia di Cerot Marello, la testa (nel senso di capacità pensante) di Manuel Beltrami, la classe di Andrea Petroselli, la follia (in senso buono) e il colpo di Walter Scarso, che fu mezzovolo a Moncalvo e - forse su tutte - la dedizione, la tenacia, l’attaccamento allo sport, di Emilio Medesani. Ecco, se dovessi indicare un modello di professionismo, anche se lui non è stato un professionista, direi Medesani. Fu lui a spiegarmi che solo col lavoro costante e continuo potevo conquistarmi un mio spazio in questo mondo».

Che cosa si aspetta dal 2017?
« Chiedo solo di poter compensare la sfortuna di questo anno che se ne va con una nuova stagione senza infortuni. Ecco vorrei vincere tutto a Moncalvo, poi, forse, potrei pensare di lasciare il tamburello e dedicarmi, come fa Cerot, a qualche sfida in più alla pallapugno, magari col mio amico Paolo Danna, 4 volte campione d’Italia. Osservando i giovani emergenti. Dal Monferrato alla Langa, senza confini, se non di terra e di vigne: il mio mare, il mio mondo».

Tweet

Dona al sito Tambass.org
E dai, offrimi un calice di vino!
Siate generosi, per favore

Meteo

giweather joomla module

Facebook Slider Likebox

Login

Facebook Slider Likebox

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per personalizzare i contenuti. Per informazioni o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie leggi la nostra Cookie Policy Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando su qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie. Per maggiori informazioni sui Cookies e su come disabilitarli, potete visitare la nostra pagina di privacy policy.

  Accetto i Cookie da parte di questo sito.