Il successo di Asti capitale

Cos'è successo nei due giorni di Asti capitale dell'indoor?

Dalla soddisfazione per l'immagine e la ricaduta economica sulla città degli amministratori presenti anche alle premiazioni finali a quella degli organizzatori coordinati da Alessandra De Vincenzi con il collaudato staff in cui tutto è filato per il verso giusto. Eravamo rimasti al grande evento precedente della Coppa Italia open di Cinaglio con il trionfo del Castellaro e da qui si riparte cambiando solo i personaggi chiave.

Se a Cinaglio l'eroe era stato Federico Merighi ormai diventato un big da non fare più notizia, i riflettori passano su Gabriele Weber classe 1999 di Vigo di Ton. Puntato a dovere da marpioni come Samuel Valle e Salvo Occhipinti ha retto alla grande dimostrando la serenità di un monaco tibetano. Quante belle storie, Beltrami poi i Festi, dopo Merighi adesso Weber quanto fiuto a pescare i giovani talenti trentini da parte della società del patron Arturo Danieli. Insieme al Sabbionara col poker nel femminile a vincere è pure il ruolo delle società con i successi di quelle più solide.

Propiziatorio prima della finale l'ingresso con tutti i giocatori a dare il cinque a Daniele Ferrero nella storia sociale per aver contribuito con il triplete di cadetteria al ritorno ai vertici. Il Ragusa era temuto in finale avendo un gioco che poteva imbrigliare i mantovani (pardon i trentini). Invece il Castellaro è stato sempre padrone del match con Manuel Festi tranquillo da concedere qualcosa anche alla platea con un 15 col tamburello dietro la schiena. Fedrico Merighi ha giostrato alla grande come centrale con Festi a destra spesso devastante e Weber sempre titolare. In panca Gian Tasca grande motivatore assieme a Manuel Beltrami a far gruppo con Giovanni Crosato e Niki Ioris. Il Ragusa non trova le contromisure e spera nella rivincita nelle prossime occasioni intanto Salvo Occhipinti da grande sportivo firma tamburelli con dediche alle ammiratrici.

Terzi i campioni d'Italia del Noarna senza Fedrico Merighi (vedi sopra), squadra giovane e spettacolare che vale sempre il prezzo del biglietto. Con il Bagnacavallo tenterà a Dresda a metà marzo l'assalto alla Coppa Europa. Mutano gli equilibri in breve tempo, lo scorso anno un Castellaro meno attrezzato di questo in un breve volgere di tempo buttò via prima lo scudetto e poi il passi europeo, adesso è il Bagnacavallo a star fuori dell'Europa nonostante avesse rimontato il Noarna da 6-12 e fosse davanti al tie break.

Euforia per il successo del Monale astigiano con il quarto posto a significare l'ingresso nel club riservato ai grandi ed il prosieguo della stagione con le final four di Coppa Italia. Per i neofiti della disciplina dopo aver venduto cara la pelle contro il Castellaro ancora fuori portata arriva il primo storico successo a spese del Santa Giusta dell'esuberante Cristian Colleoni e poi il netto successo contro una formazione da anni al vertice della disciplina come Bagnacavallo di Baldini, Renzi e Mercatali. Torneo maschile di grande livello e di qualità che ha riscosso il consenso del pubblico accorso numeroso nelle sessioni pomeridiane. Tanta curiosità nei molti addetti ai lavori e giocatori del muro e libero oltre a qualche vecchia gloria desideroso di conoscere il nuovo verbo. Ancora da lavorare per coinvolgere gli sportivi a tutto tondo non ancora conoscitori della sferistica di questa disciplina che prospera grazie al successo nel reclutamento nelle scuole e non necessita di avere la tradizione alle spalle.

Rimangono naturalmente i puristi come quelli che sono andati a lungo Tanaro a vedere l'allenamento mattutino del Castellaro contro Baldini, Ferrero, Baggio ecc. oppure sono stati di conforto agli astigiani impegnati al Tondini di Cavriana. C'è posto per tutti vista la sempre più ampia offerta sportiva della disciplina. Da ripensare la sessione serale inserita in via sperimentale per via di prestazioni poco entusiasmanti e della negativa risposta di pubblico. Le lunghe trasferte si sono fatte sentire e le squadre che non hanno cenato come il Castellaro, già provato dalla strenua resistenza del Monale, è calato nel fianle contro un Noarna più fresco. Nel femminile il Sabbionara ingolfato nel dopo cena ha sudato le proverbiali sette camicie per aver la meglio del Santa Giusta in quella che doveva essere ed è stata la vera finale. A Cossombrato alcune gare dei play out si sono svolte a porte chiuse e se non era per la presenza di Sergio Garetto avrebbero dovuto tenere i punti a mente come i tennisti da circolo.

Tra le donne il Santa Giusta ha molto da recriminare con un titolo alla loro portata, han ceduto al Sabbionara solo a notte fonda mancando un occasione favorevole poi la sfortuna con le Monalesi spentesi nel finali quando già si pregustava un risultato clamoroso. Va detto che le trentine nel finale han giocato da vere campionesse del mondo. Nel frattempo il Santa Giusta aveva disputato una gara straordinaria contro le giovani del Monale ancora deficitarie tatticamente. Le ragazze di Giancarlo Lanzoni sono state la vera sorpresa dei nazionali con uno stupendo terzo posto. Nei quarti la vittoria convincente contro il Cosenza di Giulia Marino. Nella poule scudetto la netta sconfitta con il Santa Giusta in formato deluxe e poi la grande sfida col Sabbionara con le biancorosse per tre quarti a condurre le danze.

Questo deve essere di buon auspicio per le altre formazioni piemontesi visto che il divario ai vertici femminili non è così marcato. Per il Sabbionara vincere giocando male può anche essere un merito, con il Santa Giusta difenderanno i colori dell'Italia a Dresda ma dopo quello che si è visto al Palasanquirico tutto è possibile. Quarto e qualificato in Coppa Italia il Cosenza davanti ad Itri che nei quarti aveva giocato il tie break con il Santa Giusta. Nella pontine in evidenza Gabriella Tamburrino. Seste le giovani di Castelvetrano dirette da Gianvito Mobile già presidente Commissione indoor.

Intelligente ed economica la scelta di utilizzare gli arbitri di vicinato premiando quelli che durante l'anno dirigono l'attività giovanile gratuitamente. La gara scudetto è stata diretta da Tullio Cotti a coronamento di una carriera da personaggio schietto e genuino. La formula un po' strampalata dell'intero campionato è stata voluta a fin di bene per poter far entrare il Piemonte con un budget abbordabile. Scommessa ampiamente vinta i cui risultati di questa semina si vedranno ancora meglio negli anni a venire, per adesso grande tamburello a tutti (come quello visto ai nazionali di Asti).

 



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