Valle San Felice: pochi ma buoni (e vincenti)

VALLE SAN FELICE: DA QUASI MEZZO SECOLO IL TAMBURELLO  FA PARTE DELL’IDENTITA’ DEL PAESE

Gli atleti del Valle San Felice festeggiano lo scudetto juniores.  Altre due formazioni lagarine si sono aggiudicate il titolo nazionale: Patone (Giovanissimi femminile) e Noarna (Allievi maschile). Foto Laura Fadanelli

Domenica 27 agosto, campo di terra di Segno, Val di Non, Finali nazionali juniores di tamburello. In campo si affrontano la squadra mantovana del Cereta e la trentina del Valle San Felice che nelle qualificazioni ha già battuto gli avversari del Fumane e della Pieese. Siamo al 13° gioco, l’ultimo della partita, e i grestani hanno la possibilità di chiudere il match e di vincere il nono titolo nazionale giovanile, il dodicesimo generale. La battuta del giocatore lombardo è corta, il terzino Gabriele Frapporti si avventa sulla pallina e chiude il gioco con una schiacciata nell’angolo. Il tabellone segna finalmente 13-7. Gli otto juniores della Val di Gresta, tutti tra i 16 e i 18 anni, vengono portati in trionfo assieme al direttore tecnico Felice Maffei, all’accompagnatore Gabriele Gelmini e al presidente Aurelio Gentili.

“E’ stata una soddisfazione enorme per noi”, commenta a mente fredda il presidente. “Il tamburello è uno sport povero, minore. La nostra priorità, più che vincere, è tenerlo in vita, far sì che non si estingua. Per questo i giovani sono fondamentali”. I campioni della juniores giocano a Valle San Felice da quando erano ancora “pulcini”: tre anni fa avevano vinto il titolo Giovanissimi e due anni fa quello Allievi. Una marcia trionfale, insomma, soprattutto se si pensa che nel rooster, sei giocatori su otto risiedono nella piccola frazione grestana.

La società sportiva è stata fondata nel 1969. Tra due anni festeggerà mezzo secolo di vita; cinquant’anni tra alti e bassi, ma senza aver mai interrotto l’attività, un piccolo miracolo per un paese di 300 abitanti. Negli anni ’70, grazie alla collaborazione con la Star di Trento, la “Sportiva” ha disputato la serie A, negli anni ’90 la serie B, mentre oggi, oltre alle giovanili, schiera due squadre in C e in D (entrambe sono qualificate alla finali nazionali).

Tra una manciata di ottimi atleti, nelle giovanili del Valle San Felice è cresciuto Manuel Beltrami, oggi al Castellaro, professionista con 14 scudetti iridati in tasca, modelli per tutti i giovani tamburellisti della valle.

“Vivendo in un luogo periferico, e trattandosi di una disciplina poco conosciuta, la nostra quotidianità sportiva si scontra con i trend demografici”, spiega Gentili, al timone della società dal 2012. Ovvero se nella frazione non nascono sufficienti bambini, la squadra di tamburello non si può fare. Un problema con il quale si ritrova a combattere anche l’altra società della valle il Nomesino, attualmente senza giovanili, mentre il Ronzo-Chienis ha cessato le attività diversi anni fa.

“Nel 2016 siamo riusciti a coinvolgere 10 bambini della Val di Gresta per il minitamburello. Eravamo al settimo cielo perché da diversi anni il vivaio era vuoto. Ora davanti a noi abbiamo un futuro”, aggiunge il presidente, ai vertici di un sodalizio che attualmente conta 80 tesserati.

A Valle San Felice c’è poi un altro motivo per festeggiare, oltre allo scudetto Juniores appena vinto: la Provincia ha infatti concesso un contributo per sistemare il capo di gioco, 360 mila su 515 mila necessari per l’illuminazione, le recinzioni e il terreno. Il resto lo pagherà il comune di Mori.

“La nostra Sportiva non è solo una società di tamburello – conclude Aurelio Gentili -, fa parte dell’identità e del patrimonio del paese, anche perché i nostri volontari sono una risorsa per tutti gli eventi della frazione”.

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