Alice Magnani, campionessa nello sport e nella vita!

Alice Magnani, 21 anni a marzo, 13 scudetti giovanili di tamburello, due di serie "B" e due di "Coppa Italia", numerose presenze in nazionale, con tantissime vittorie sia in patria che in Francia e in Ungheria.  Medaglia d'argento al valore atletico

Molte sono state anche le vittorie con la maglia della selezione trentina! Vittorie come la coppa Europa vinta con il San Paolo d'Argon in Francia oppure la Super Coppa vinta con la squadra sarda del "Santa Giusta", dove milita da due anni nel campionato indoor.

Alice, inizia, sin da piccolissima, a correre sul campo di tamburello di Segno, in Val di Non, e già nel 2002 vince il suo primo titolo italiano con la squadra del Noarna, piccolo paese vicino a Rovereto. Da allora i successi sportivi sono stati tantissimi!

Ma la vita di Alice non è tutta rose e fiori, una grave patologia la affligge sin da bambina.

Aveva 7 anni quando, con sintomi prima incerti e poi fin "troppo"evidenti, la malattia si è manifestata: artrite reumatoide cronica aggravata da iperlassità dei legamenti!

Nessun medico, neanche il Primario della clinica universitaria di Padova dove è in cura da quando la malattia si è manifestata, pensava che potesse continuare a praticare con successo la sua attività sportiva.

Invece, Alice, la sua "partita" contro la malattia ha deciso di combatterla ogni giorno, e ce ne vuole tanto di coraggio, di grinta, di carattere per riuscire ad allenarsi, a non sentire il dolore, a superare gli effetti di farmaci davvero pesanti da smaltire...

Oggi, il suo grande valore atletico, i successi conseguiti, tutti i sacrifici ed il suo impegno, sono stati riconosciuti direttamente dal Presidente nazionale del Coni con il conferimento della Medaglia d'argento per "meriti sportivi". La consegna avverrà tra qualche settimana.

Una soddisfazione enorme che si somma ad un'altra vittoria, un sogno che coltiva da bambina, entrare all'Università di Scienze Motorie di Verona. Nonostante l'aggravarsi della sua patologia ha superato brillantemente l'esame di ammissione ed ora alice frequenta con ottimo profitto il secondo anno accademico.

Sport ad altissimi livelli e successo negli studi, insomma una "ragazza d'oro" che ha di recente disputato il primo campionato del mondo di Tamburello, vinto dalla nostra Nazionale a cui hanno partecipato una ventina di Nazioni.

Ora, questo inatteso e straordinario riconoscimento non potrà che rafforzare la sua determinazione, donandole maggiore vigore per continuare a combattere la sua malattia.

Alice è un esempio per tutti i giovani, il suo impegno, la sua forza, il suo coraggio rappresentano una testimonianza di grande valore, che potrà essere di aiuto a tutti coloro che convivono con una malattia, a non mollare e a combattere, sempre!

Siamo andati a trovarla in Val di Non, a Taio, dove vive con la sua famiglia, mamma, papà ed una sorella. Adesso sta trascorrendo le vacanze di Natale, poi ritornerà a Verona dove frequenta l'università.

Alice come si è rivelata la malattia e quanto ha condizionato e condiziona la tua vita sportiva e non?

La malattia si è evidenziata all'età di sette anni. Mi sono alzata una mattina ed avevo al posto del ginocchio destro un pallone da basket.

Da quel momento sono iniziate le visite e i controlli regolari sommate alle molte "operazioni" per sistemare le articolazioni infiammate, che fino a sei anni fa si limitavano al ginocchio destro o al sinistro.

Nel 2007 la malattia si è propagata notevolmente espandendosi ad ogni articolazione presente in un corpo umano.

Fino a dicembre 2012 la malattia ero riuscita a tenerla abbastanza "sotto controllo", ma dopo, è come se quell'equilibrio si fosse improvvisamente rotto e la malattia ha cominciato prepotentemente a manifestarsi, bloccandomi mani, polsi, gomiti, ginocchia e caviglie.

Nel mio sport sono sempre riuscita comunque ad eccellere senza badare alla malattia che mi perseguitava, soprattutto negli ultimi mesi, anzi, è sempre stata una doppia forza per me. Riuscire a compiere determinate performance che persone perfettamente in salute invece non riescono a fare, mi ha sempre rafforzato.

Ammetto quindi che nel mio ambito sportivo ho fatto di tutto per non farmi condizionare, sono sempre riuscita a scavalcare la malattia, a superarla in qualche modo, sebbene i limiti per una sportiva quale sono, mi hanno sempre ferito e rattristato.

Tra iperlassità legamentosa e artrite, tante discipline sportive non ho nemmeno potuto mai pensare di poterle fare, anzi, ad essere sincera l'unico sport che potrei praticare per la mia situazione, sarebbe il nuoto!

Sono perciò fisicamente fragilissima, ma la forza d'animo mi ha portato a compiere cose incredibili, inimmaginabili da persone che soffrono della mia stessa patologia.

Adesso stai seguendo delle cure particolari?

Nel dicembre 2012 ho iniziato ad assumere dosi elevatissime di cortisone. Il farmaco alleviava il dolore, ma non riusciva a fermare la malattia che aveva cominciato a manifestarsi con crescente aggressività e così dallo scorso aprile sto facendo una chemioterapia settimanale a base di Methotrexate. Mi ha salvata in corner!

A febbraio non riuscivo più a lavarmi da sola, vestirmi, svolgere le cose più semplici perché soprattutto le mie mani non avevano più forza, sensibilità e appena toccavo qualcosa piangevo dal male.

Questa chemioterapia mi sta aiutando moltissimo. Grandi effetti collaterali non ne ha, purtroppo mi condiziona in termini di perdita di concentrazione e memoria ed in qualche modo potrebbe rallentare i miei studi, ma amo le sfide e cercherò di vincere anche questa.

Come hai scoperto la passione per il tamburello?

Credo di essere una predestinata a questo sport. Il campo sportivo del mio paese è sotto casa, sono cresciuta svegliandomi la domenica con il suono dei colpi dei giocatori. I pomeriggi, dopo aver fatto i compiti, ero sempre sulla terra rossa a giocare contro il muro. Già, proprio contro il muro. Che avversario, il migliore insegnante!

Ci racconti questo sport, definito minore... come si gioca, cosa ti piace di più?

La Pallatamburello è uno sport sbocciato nel medioevo. Nato per i poveri che non potevano permettersi di giocare a tennis, si gioca su un campo più grande di quello dei tennisti, 80x20. La metà campo è posta ai 40 metri. Normalmente le squadre sono composte da 5 giocatori contemporaneamente in campo e 4 in panchina per un totale di 9 atleti a disposizione.

I ruoli sono: fondocampista o rimettitore (il quale può essere anche battitore), centrocampista o mezzovolo e terzino (i terzini sono due come i rimettitori). Il mio ruolo è fondocampista battitrice.

Il punteggio si calcola in giochi e un gioco ha la seguente successione: 0-15-30-40-gioco; la partita consiste in 10 o 13 giochi.

La palla è in gomma semipiena, ha diametro di 6 cm e peso di 88 g a media pressione, di color bianco. E' parecchio dura e per questo molto veloce. (arriva a sfiorare i 300 kmh!)

La cosa che mi piace di più praticando questo sport è la battuta.

Penso sia il mio cavallo di battaglia, fin da piccola mi hanno insegnato la precisione e crescendo ho migliorato questa caratteristica, riesco a spedire la palla ad una velocità anche abbastanza elevata con molta precisione.

Questo agevola la squadra, perché se il battitore riesce a mettere in difficoltà gli avversari con la battuta, la rimessa è più leggera e semplice.


Quante ore alla settimana dedichi agli allenamenti e quanto tempo per curarti?

Mediamente svolgo tre allenamenti alla settimana di due ore. I periodi in cui sto bene cerco di aumentare il ritmo, faccio il contrario quando la malattia si fa sentire.

Per le mie cure bastano pochi minuti, 1 pastiglia di cortisone al giorno e una iniezione in settimana. Poi mezza giornata a Padova in clinica Universitaria per i controlli ogni due mesi, quando tutto è tranquillo.

Quali sono i tuoi hobbies, ti piace leggere, quali musica ascolti?

Con gli impegni sportivi e lo studio non ho molto tempo da dedicare al divertimento. Non gradisco molto leggere, ma quando il tempo me lo permette amo sfogliare e ripassare la Divina Commedia del mitico Dante Alighieri.

Riguardo alla musica vado molto in funzione del mio stato d'animo. Passo dalle note di Einaudi a Passenger, da Guccini a Dalla, da Elisa ai Negramaro, da De André ai The XX, per finire sempre a Vasco un'altra mia grande passione. Prediligo i cantautori italiani degli anni Sessanta. Se sento una canzone straniera devo conoscere il significato del testo altrimenti non riesco ad ascoltarla... piccole mie pignolerie. 

Quando chiudi gli occhi, cosa sogni?

Sogno di realizzarmi nel campo lavorativo per cui sto studiando. Vorrei lavorare nel campo della rieducazione e riabilitazione motoria funzionale con obiettivo ultimo quello di avere un "centro" tutto mio.

Ti aspettavi di ricevere questo importante riconoscimento dal Coni?

Assolutamente no. Non me l'aspettavo e sono molto felice e orgogliosa di aver ricevuto questo riconoscimento.

Tu stai affrontando la malattia con grinta e determinazione, vuoi lanciare un messaggio ai giovani che stanno vivendo come te situazioni di disagio?

Combattere, sempre! Ci si può sentire "diversi", fragili e difettosi, ma la voglia di fare e migliorarsi, la forza di volontà, va oltre ogni patologia. Penso che nel mondo c'è chi sta peggio di me, molto peggio e perciò: testa alta, rispetto e forza!

Tutto si può, se si vuole veramente!

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