Caro Mosè, delle tantissime persone che hai incontrato nella tua vita sono forse quella meno indicata per scriverti queste righe di commiato: il rischio, sai, è quello di scadere nella retorica.

Lo faccio per rendere merito al grande lavoro che hai fatto per il mondo del tamburello, prima come arbitro e poi come dirigente federale. Personalmente ho avuto il piacere di conoscerti solo per poco tempo, da quando sono entrato a far parte del comitato provinciale di Brescia. La tua fama ti aveva preceduto: uomo d’altri tempi, integerrimo, cordiale, propositivo, profondo conoscitore di tutti gli aspetti del mondo tamburellistico, un vero e proprio gentleman degli sferisteri. Tutte doti che ho avuto modo di apprezzare in questo ultimo periodo.

Hai vissuto gli anni d’oro del nostro sport, e in quelli un po’ meno floridi hai sempre avuto la convinzione che presto e tardi sarebbe venuto ancora il nostro momento. Lo scorso settembre sono stato in federazione a Roma e tra le tante foto che ho avuto la fortuna di visionare (tutte di proprietà del compianto Enzo Spezia), ne ho trovate alcune dove comparivi tu.

Certo, mi dirai, potevi impegnarti a trovarne di migliori, ma sai, da caprianese doc non potevo che privilegiare quelle del mio paese. Mi ero ripromesso di fartele avere quanto prima. Purtroppo il tempo è stato tiranno e i vari impegni hanno fatto in modo che questa consegna non avvenisse mai. Cerco di rimediare a posteriori sperando di fare cosa comunque gradita alle persone che ti hanno conosciuto ed amato.

Da oggi in cielo brilla un’altra stella luminosissima. Tutta la Brescia del tamburello ti saluta e ti ringrazia.

Ciao Mosè