Pallapugno Coppa Italia serie A. Massimo Vacchetto (foto di Candido Capra)
Come ampiamente previsto, saranno l'albese Bruno Campagno (Albeisa) e il cortemiliese Massimo Vacchetto (Marchisio Nocciole) a contendersi la Coppa Italia 2021 di pallapugno. A Campagno, che il 20 luglio aveva vinto la sua semifinale contro Marco Battaglino (Roero Isolamenti), si è aggiunto l'altra sera Max Vacchetto che ha sconfitto il fratello Paolo (Barbero Virtus Langhe) per 9-4 al termine della partita che vedeva in campo i vincitori dell'ultimo scudetto assegnato e dell'ultima Coppa Italia. Le otto finali di Coppa Italia (viene assegnata per tutte le categorie) si disputeranno a Santo Stefano Belbo dal 27 al 29 agosto. Alle semifinali erano state ammesse le prime quattro classificate del girone di andata.
Campagno e Vacchetto si contenderanno la Coppa più prestigiosa sabato 28, alle 21, sulla distanza classica degli 11 giochi. La gara sarà preceduta il venerdì, alle 17, dalla finale Pulcini (Virtus Langhe-Murialdo) e alle 21 da quella di serie B (Neivese-Ceva). Sabato, oltre alla finale assoluta, alle 14, si giocherà quella esordienti (San Leonardo-Pro Paschese) e alle 16 quella allievi (Speb-Bormidese). Domenica 29 si assegna, alle 14, la Coppa juniores (Araldica-Peveragno), alle 16,30 la C2 (Taggese-Merlese) e alle 21 la C1 (Amici Castello-Canalese). Sono impegnate in tutto 16 squadre, 11 piemontesi e 5 liguri.
La semifinale di Cortemilia è iniziata all'insegna dell'equilibrio; le due squadre sono andate avanti appaiate fino al 3-3, con tutti i giochi risolti ai vantaggi; poi Max ha piazzato un parziale di 5 giochi a zero a cavallo dell'intervallo (5-3) e la partita è cambiata completamente; la squadra di casa ha preso il largo, praticando un gioco molto efficace e per i doglianesi è stata notte fonda.
«Siamo contentissimi per la finale raggiunta e per il pubblico che la voleva - ha detto al termine il vincitore -; adesso affrontiamo la corazzata e sappiamo che partiamo sfavoriti, ma siamo felicissimi di aver raggiunto questo traguardo».