Il moncalvese Giuseppe Prosio autore con Carlo Cerrato di "Campioni di collina. Protagonisti del tamburello a muro" pietra miliare della documentazione sferistica.
Due fotografi analogici, razza estinta da oltre vent'anni, e un loro collega che in digitale ha lavorato negli sferisteri. La loro triplice personale, organizzata dall'Associazione culturale "Sphaestiterium" nel quadro di una panoramica generale sul mondo della sferistica s'intitola «Emozioni e Tambass» e la ospita stasera alle 18,30 il Diaviolo Rosso. Con il presidente di «Sphaeristerium» Massimo Berruti prsentano la mostra Aldo Marello e l'antropologo Piercarlo Grimaldi.
I due analogici sono Giuseppe Prosio di Moncalvo e Piegiuseppe Bollo, di Casale Monferrato. Il fotografo digitale, ma che in altri campi si era cimentato negli anni della pellicola fotografica, è Sergio Miglietta, pure lui di Casale. Con stili diversi i tre sono accomunanti da una comune passione per il tambass e si evidenziano gli scatti di Bollo nel libero, soprattutto il libero dei ruggenti anni ‘70 quando la Fipt stava studiando come riordinare i campionati e il torneo di A era stato diviso in due gironi, tra cui in nostro Piemonte". Miglietta è un professore di educazione fisica e come Bollo molti lo definiscono un appassionato devozionale.
Di ciascuno del terzetto verrà esposta una settantina di scatti. Rivolte più all'ambiente che non alla fisicità dei giocatori, le opere di Prosio che due colleghi definiscono «poetiche». Le sue foto risalgono anni 60-90 (compre quella che inaugurarono la sua mostra dell'85 per il 50° della Provincia di Asti) e sono tutte nell'amato bianco-nero. Altri tempi, quando la fotografia era un hobby costoso e al massimo si scendeva in campo la domenica con un solo rullino da 36 pose, che poi andava sviluppato e stampato. Ecco perché i fotografi del tempo pensavano a lungo lo scatto, mentre oggi si scattano in scioltezza «mitragliate» di scatti in un paio d'ore.