Massimo Berruti ad Alba nel suo triplete artistico

Il campione di balon Massimo Berruti con due modelle

L'EX CAMPIONE DI BALON NELLE VESTI DI PITTORE E SCULTORE

Ad accompagnare il passaggio del nuovo anno per il campionissimo di Massimo Berruti sono due sue personali. Infatti dopo i sei scudetti da giocatore, l’ex asso del balon da anni propone le sue qualità eclettiche di artista, al di fuori dagli sferisteri. Erano ben tre le esposizioni allestite ad Alba con una personale distribuita su più siti e due ancora aperti ai visitatori. Berruti, 70 anni canellese originario di Rocchetta Palafea, una volta lasciata la carriera agonistica che gli regalò sei tricolori tra 1973 e ’81 ha abbraciato l’arte e la pittura in mostra nella capitale delle Langhe dove aveva già firmato il drappo del Palio degli asini dello scorso settembre. Chiusa a metà dicembre la rassegna allestita nella cornice della chiesa di San Domenico, le tele di Berruti continuano ad essere accessibili nelle sale dell’Alba Hotel, al civico 5 di corso Asti, e nei locali della sede della Famija Albeisa, in via Belli 6, dove il pubblico le potrà ammirare fino a martedì 15 gennaio.
«I riscontri finora sono stati molto positivi» commenta l’autore. Peraltro è stata la prima volta che un artista ha avuto una triplice collocazione ad Alba e ciò non può che testimoniare la qualità della produzione. Tanto Berruti è schivo e riservato nell’esternare il suo “privato” tanto è dirompente nell’esprimere pubblicamente le sue qualità. In tanti in queste settimane hanno compiuto una «passeggiata» tra le mostre di Alba iniziando così a scoprire o provare ad avvicinarsi all’anima artistica di Massimo Berruti. 
Negli sferisteri il battitore della Valle Belbo era impietoso con gli avversari così come lo era con se stesso, teso costantemente ad onorare il pubblico offrendo il meglio senza mai abbandonarsi agli entusiasmi dei tifosi. Anche le mitiche sfide con Felice Bertola si chiudevano con un sorriso abbozzato, timido gesto col pugno fasciato, un saluto col capo all’indietro per comunicare l’incrocio dello sguardo. Per chi ha saputo leggere in questi gesti la timidezza di un carattere, peraltro determinatissimo, ha potuto apprezzare in pieno il personaggio. Oggi quella stessa “timidezza” interiore si evince nella sua nuova forma artistica che emerge dai dipinti dove “l’eterno femminino” si mescola con il mistero dello spazio siderale, altra sua profonda fonte di riflessione, in cui non manca mai di inserire il simbolo di ciò che materialmente lo ha reso famoso in gioventù: la sfera di una palla.


Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per personalizzare i contenuti. Per informazioni o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie leggi la nostra Cookie Policy Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando su qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie. Per maggiori informazioni sui Cookies e su come disabilitarli, potete visitare la nostra pagina di privacy policy.

  Accetto i Cookie da parte di questo sito.