Enrico Parussa, capitano dell’Imperiese
La storica società piemontese Albese ha rinunciato. Imperiese unica ligure
L’Albese, storica società piemontese di pallapugno, dopo aver acquisito il diritto di partecipare al massimo campionato di pallapugno, ha rinunciato. Quindi saranno solo nove le formazioni al via della serie A che scatterà nel fine settimana del 12 e 23 aprile. Otto compagini piemontesi (Subalcuneo, Augusto Manzo, Araldica Castagnolese, Pro Spigno, Canalese, Cortemilia, Alta Langa e Merlese) e la formazione ligure dell’Imperiese. La squadra allenata dal confermato direttore tecnico Claudio Balestra potrà contare in battuta di Enrico Parussa, prelevato dalla Cortemiliese. Con lui Milosiev spalla, terzini Marco Parussa, fratello del capitano ed i locali Cane, Papone e Semeria.
Intanto oggi pomeriggio ad Andora a Palazzo Tagliaferro, inizio alle 17,30, si celebrerà l’intensa attività della Don Dagnino di Andora, la più longeva associazione sportiva di Andora che dagli anni ’60 ai giorni nostri ha conquistato numerosi titoli e campionati italiani nella pallapugno. I ricordi dei campioni di ieri e di oggi faranno vivere ai più giovani i momenti della fondazione: dalla costruzione dello sferisterio a cui misero mano tanti volontari che trasformarono in un impianto attrezzato quel terreno grezzo che tutti chiavano ’la fascia della Madonna’“ alle tante vittorie. In sala le squadre di un tempo e i giovani campioni di oggi. Un viaggio che andrà dal bianco e nero delle immagini degli anni sessanta al moderno reality realizzato lo scorso hanno con la Federazione nazionale che ha testato i giovani talenti della pallapugno andorese. Sullo schermo scorreranno le immagini di campioni come Bertola, Feliciano, Stalla, Aicardi, Ghigliazza, Leoni solo per fare qualche nome per ricostruire e celebrare quanto fatto con grande passione e come dicono anche ad Andora “senza una mezza parola”. Ovvero senza clamore, ma con tanto impegno. L’iniziativa rientra nell’ambito delle Rassegne Storie Andoresi ideata dall’Assessore alla Cultura Maria Teresa Nasi.