Stavolta Vacchetto jr. non dà scampo al più famoso fratello

SPIGNO PASSA 11-4 A CASTAGNOLE LANZE

Le due formazioni (in verde Spigno)

L’Araldica in verde domina il confronto con gli astigiani Il campione e il suo team mostrano gli attuali limiti

Eh sì, Massimo (Vacchetto). Sarà dura lottare per il (quinto) scudetto del balòn. Il derby Araldica di domenica sera a Castagnole con Spigno (doppiamente di famiglia per lo sponsor e per il testa a testa col fratello Paolo) ha instillato più di un dubbio nel gruppo dei tifosi che hanno affollato gli spalti del «Gianuzzi». Il risultato (11-4), che tante volte aveva invece premiato il più blasonato dei «Vacchetto brothers» e l’andamento del gioco stavolta promuovono, a pieni voti il ibaby Paolo e lasciano tanti interrogativi sul futuro della Castagnolese campione per due anni di fila.
Non c’è confronto, soprattutto tra le squadre: quelli che stati due dei formidabili scudieri-tricolori di Massimo, i terzini Bolla e Prandi, ora fanno parte del team in verde di Spigno, con l’aggiunta (cliegina sulla torta) di un certo Giampaolo al centro del gioco. 
E Massimo si trova a gestire quella squadra nuova con cui finora non ha mai potuto esprimersi compiutamente dopo il maledetto infortunio ai Mondiali in Colombia alla spalla destra (tra l’altro il campione guiderà la Nazionale azzurra ai prossimi Mondiali di one wall in Olanda: chapeau!).
Le prestazioni del team astigiano e dello stesso capitano sono state spesso altalenanti in questa stagione e un po’ avevano illuso le 8 vittorie di fila nell’ultima parte della fase «regolare».
Il problema è che Vacchetto (Massimo) e i castagnolesi sembrano lontani anni luce dalla compattezza della stessa Pro Spigno e dello squadrone cuneese di Federico Raviola, con il team di Bruno Campagno che appare comunque superiore a quello astigiano. 
Diciamolo subito: nulla si può rimproverare ai ragazzi allenati da Gianni Rigo. Ci mettono anima e cuore e ad ogni errore si vede come l’autostima si abbassi sotto i livelli di guardia. La tensione deve essere forte in casa Araldica (sponda Castagnole) e il campione cerca di reagire prendendosi tutte le responsabilità Quello che sta facendo Massimo in questa stagione ha del commovente: non dimentichiamo che il Tricolore ha solo 25 anni e si è preso sulle spalle, come solo i fuoriclasse veri sanno fare, l’intero fardello di un momento perlomeno difficile. 
Tutto all’opposto di quello che sta avvenendo sulla sponda di Spigno. Il Paolo Vacchetto (fisicamente spavaldo visto a Castagnole) appare rigenerato dalla saggezza tattica di Alberto Bellanti e dalle cure del preparatore-fisioterapista Michele Gandolfo, noto in terra astigiana soprattutto come grande uomo di Palio e Capitano della corsa-evento clou del Settembre .
È chiaro che il supporto di tre «moschettieri» come i già citati Giampaolo, Bolla e Prandi, dia al ragazzo tutto l’apporto anche psicologico necessario per confermarsi almeno come «terzo incomodo» (Massimo permettendo, ovviamente) nella corsa al titolo.
Mai dire mai, comunque: lo sport in generale, ci ha già abituati a colpi di scena e grandi ribaltoni. Ma, in questo momento se dovessimo puntare (senza scommesse, per carità) su un Vacchetto, sceglieremmo Paolo. Aspettando Massimo, che prima o dopo tornerà: più grande di prima.

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