I settant’anni di Berruti e le epiche sfide con Bertola

Ieri e oggi. Avversari decisi, leali e acclamati dai rispettivi tifosi Massimo Berruti e Felice Bertola hanno dato vita a intense sfide in tutti gli sferisteri.

Domani nell’Astigiano festa tra i compagni di squadra e l’eterno rivale.

Massimo Berruti, grande campione di pallapugno, ha compiuto 70 anni. Il Comune astigiano di Rocchetta Palafea, dov’è nato, lo festeggia: domani, alle 20,30, nel Salone comunale, il paese si stringerà al concittadino più illustre (anche se ora abita a Canelli). Nessuno vorrà mancare: particolarmente attesi i compagni di squadra e, fra gli avversari, quel Felice Bertola senza il quale una festa per Berruti risulterebbe monca.

«Berrutino» è nato il 16 marzo 1948 nelle colline astigiane. Era il figlio del maestro elementare e, sotto la guida del padre, cominciò a colpire la palla con il pugno secondo la tradizione più antica delle terre del Moscato. Quel ragazzo lungo e smilzo sarebbe diventato uno dei più grandi campioni degli sferisteri, un atleta in grado di suscitare ammirazione, entusiasmo e passione. Ha vinto 6 scudetti, ma se ne sarebbe aggiudicati molti di più se non avesse incontrato sulla sua strada Felice Bertola che di titoli ne ha vinti 12 e che con lui ha dato vita a una stagione irripetibile.
La diarchia Bertola-Berruti ha riempito gli sferisteri e le pagine dei giornali: ancora oggi certi incontri vengono rivissuti e raccontati con gli occhi lucidi da chi era presente. Berruti ha anche rischiato la vita quando ne1 1977, a Cervere, venne colpito da una trombosi a un braccio. Il primo medico che lo visitò gli disse, con scarso tatto, che stava per morire; invece si salvò, ma rischio l’amputazione del braccio destro.

Affermato pittore
Persona di grande intelligenza e cultura, Massimo Berruti, parallelamente, ha assecondato la vocazione artistica, diventando affermato pittore, con molteplici esperienze in svariati campi (ultime in ordine di tempo la pittura con aerografo e le sculture con il vetro). Ha esposto in sedi prestigiose come Venezia («ma non alla Biennale», dice con una punta di ironico rammarico), New York, Parigi, Berlino, Montecarlo. A Rocchetta verrà proiettato un documentario del santostefanese Andrea Icardi: immagini rare e suggestive per ripercorrere la carriera del campione. I ricordi fluiranno liberi e la commozione sarà difficile da trattenere.

LA CARRIERA

Giocatore elegante e potente ha conquistato sei scudetti

Massimo Berruti ha iniziato a giocare giovanissimo seguendo gli insegnamenti del padre Agostino e dello zio Tino (poi con lui in serie A). Ha vinto il titolo italiano nel ’73, ’74, ’76, ’78, ’80, ’81. Nel ’77 fu bloccato da una trombosi quando aveva praticamente già conquistato lo scudetto che andò invece a Bertola. Nell’albo d’oro del balon dal 1965 al 1981, a parte l’«intruso» Feliciano nel 1968, ci sono solo i loro due nomi. Giocatore elegante, dotato di un tecnica sopraffina, non sfigurava nei confronti del grande Bertola neppure sul piano della potenza pura (si era irrobustito molto rispetto all’inizio della carriera). Iniziati gli studi di Ragioneria, li interruppe per passare al Liceo artistico di Cuneo, quando già giocava in serie A. In seguito, è diventato un affermato pittore e un artista dalla multiforme produzione.

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