Gli squadroni Araldica e l’Accademia giovanile

Campioni e speranze. I ragazzini del vivaio Araldica e lo squadrone Tricolore con patron Claudio Manera (sponsor Araldica), i dirigenti e il presidente Mario Sobrino

Il grande sponsor del vino ha riunito a Castagnole il team tricolore e la Pro Spigno di Vacchetto jr.

È’ l’ultima «creatura» di un modello organizzativo che ormai «fa scuola» nel mondo non sempre dinamicissimo degli sferisteri: l’«Accademia Araldica» di Castagnole Lanze raccoglie quasi 300 baby pallonisti ed è gestita da Giorgio Vacchetto e da un grande castagnolese di questo sport, Paolo Voglino, docente di Educazione fifica che ha fatto anche da «padrone di casa» alla presentazione dei due squadroni Araldica: quello due volte campione d’Italia guidato da Massimo Vacchetto (e rinnovatissimo, per effetto dei punteggi: Mattia Semeria, spalla ex Imperiese, i terzini Francesco Rivetti, ex Spigno e Fabio Piva Francone dal Cortemilia, con il confermatissimo dt Gianni Rigo, altro «leone degli sferisteri»: una decina di scudetti da tecnico e giocatore e il super presidente Mario Sobrino) e l’ambiziosissima «altra» Araldica guidata da Paolo Vacchetto jr (con il presidentissimo Giuseppe Traversa e il dt Alberto Bellanti ci sono Michele Giampaolo, entrambi arrivati dalla Santostefanese, il «re» dei terzini Lorenzo Bolla e Lele Prandi, rivelazione 2017 nel ruolo, entrambi in transito da Castagnole). Una squadra che parte tra le grandi favorite.

Osservato speciale e richiestissimo per i selfie di turno (uno fatto anche con il rapper Marco «Zuli» Zuliani, autore del nuovo inno della pallapugno) è stato naturalmente Massimo Vacchetto. Il quattro volte campione d’Italia, reduce dall’intervento alla spalla destra infortunata nel Mondiale colombiano, si è detto fiducioso per una piena ripresa. «Sono in ottime mani - ha detto riferendosi al collega fisioterapista del «Cidimu» di Alba Roberto Corino - e spero di tornare presto al top». Un «patrimonio» sportivo immenso quello di Max Vacchetto: un campione dal talento talmente smisurato che per lui nulla appare impossibile,:a patto che rispetti i corretti tempi di recupero. «Max non deve avere fretta - lo ha tranquillizzato lo sponsor, Claudio Manera, manager Araldica e dirigente di raro equilibrio -: noi non abbiamo fretta, sappiamo che cosa rappresenta Massimo per tutti noi. E’ una bandiera e un modello di ragazzo e di campione» ha detto Manera, che accanto aveva il padre Livio, un grande esponente della vitivinicoltura astigiana. Poi la presentazione degli altri sponsor e degli atleti. E dei ragazzi, tutti in maglia gialla: «pulcini» di una nidiata che promette faville. 

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