Il tamburellista Damiano Tommasi

Il mio sport preferito non è il calcio, mi piacciono di più gli sport cosiddetti, a torto, “minori”(alle Olimpiadi invernali di Torino 2006 , ad esempio, sono andato a vedere le gare di curling a Pinerolo); in particolare amo il tamburello, sport di grandi tradizioni nel mio paese, Goito, e in tutto l’Alto Mantovano.

Da giovane ho avuto poche possibilità di giocare a pallone con i miei compagni di classe: abitavo in campagna, mi era proibito andare in paese percorrendo la strada statale “Goitese”, anche allora assai pericolosa: per andare a scuola percorrevo, assieme ad alcuni amici vicini di corte, le cavedagne che portavano da corte Segrada e Segradella alla Fontanina e quindi al centro paese. 

Nel 1960, mentre tra compagni di classe ci si scambiavano le figurine Panini, che erano comparse proprio in quell’annata,  diventai, e continuai ad esserlo per alcuni anni, tifoso della Juventus. Unica motivazione plausibile: in quella stagione la Juve di Sivori, Charles e Boniperti vinse il suo 11° scudetto. Le poche volte che riuscivo a giocare a calcio con gli amici di scuola, ma più spesso con i vicini di corte, il mio ruolo era quello di portiere, come capitava a tutti quelli scarsi di tecnica e poco veloci di gamba come me: io ero quindi il Carletto Mattrel, l’estremo difensore della Juve di quei tempi.

Altri tempi: oggi il calcio italiano è in piena crisi, non è riuscito nemmeno, ma forse questo è l’aspetto meno negativo, a mandare una rappresentativa alla fase finale del campionato del mondo in Russia.

Alla guida della Federazione rimane abbarbicato l’impresentabile Tavecchio, fra pochi giorni si deciderà finalmente il suo successore. Leggo che ci sono tre candidati: se posso esprimere la mia preferenza, questa va, senza ombra di dubbio, al veronese Damiano Tommasi, uomo di riconosciuta competenza, capacità ed onestà. Nel 2002 l’Università di Roma Tor Vergata ha assegnato a Damiano il premio “Tor Vergata - Etica nello sport” per la sua lealtà, correttezza, impegno sociale e lotta al doping: quale miglior curriculum,  oltre a quello del suo passato sportivo nell’Hellas Verona prima e nella Roma poi, si può pretendere in un settore come quello del calcio, e la cosa vale anche per altri sport e per altri settori della politica e dell’economia, settori nei quali la parola “etica” sembra a volte del tutto marginale se non addirittura scomparsa?

Per me e per gli appassionati italiani di tamburello vi è poi un punto altrettanto importante del suo curriculum: Damiano è nato a Vaggimal di Sant’Anna d’Alfaedo in una famiglia di tamburellisti, nonno, zii e papà Domenico. Quest’ultimo è stato campione italiano di serie C nel 1978 con la formazione del Negrar, la squadra in cui ha militato per alcuni anni anche il pulcino Damiano prima di innamorarsi del calcio. 

Gli è rimasto comunque l’amore per il tamburello: lo abbiamo visto e lo vediamo spesso nelle nostre assemblee e in molte manifestazioni tamburellistiche , soprattutto in quelle del Veronese.

Quindi: forza Damiano, i tamburellisti italiani tifano per te.

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