Il «torrione» che ospita la Bottega del Grignolino
Un paese che torna al suo ruolo di capitale del rosso “testabalorda”
Ci fu un tempo, quando Portacomaro era ricolma di vigne, in cui l’allora medico condotto, l’indimenticato (da quelli che ora giovani non sono più, ovviamente) Eugenio Galimberti, ai pazienti affetti da influenze o altre patologie «di stagione» prescriveva un «bicchiere di Grignolino da bersi due volte al dì per almeno una settimana». «Vino curativo», oltrechè straordinario frutto di terre anche aspre, sabbiose di fossili preistorici come quelli delle borgate Castellazzo, Buffetto-Miravalle o Migliandolo, dove oggi le viti sono pressochè sparite. Anche le aziende in paese si sono raggrumate sostanzialmente intorno ad un’unica etichetta, quella dei fratelli Luca e Francesco Durando, che celebrano in bottiglia il «rosso testabalorda». A onor del vero, ai confini ci sono «Taviin» e « Cantine Sant’Agata», ma già geograficamente inclusi nel Comune di Scurzolengo. Nobile e anarcoide, il Grignolino, per palati fini, anzi finissimi, a cui di recente è stato dedicato un convegno di altissimo livello (per qualità dei produttori, astigiani e casalesi tutti insieme) a Mombercelli, ispirato e voluto da una delle grandi firme dell’enologia astigiana, l’assai schivo «maestro di vigna e di cantina» Mauro Spertino (che affitta a sua volta terreni per il Grignolino a Portacomaro). In quell’occasione, il presidente del Consorzio di tutela della Barbera d’Asti e dei vini del Monferrato, Filippo Mobrici, aveva snocciolato i dati di una produzione ancora di nicchi, distribuiti su 580 ettari (280 della doc Asti, 140 di quella casalese, 160 della denominazione Piemonte) per un totale produttivo di circa 27 mila ettolitri (circa la metà sotto la docg Asti) e 2 milioni e 300 bottiglie (un milione e duecentomila Asti docg). E aveva fissato, Mobrici, in 4 milioni di bottiglie l’obiettivo realistico per un rilancio produttivo del Grignolino. Ora è chiaro che, non solo simbolicamente, la riapertura dell’enoteca di Portacomaro (contende storicamente a Vignale il ruolo di capitale di questo vino) ha un forte significato di rinascita per una terra, come ha opportunamente sottolineato il presidente Cerrato. Il sogno, neppure troppo nascosto, è quello che altri giovani produttori seguano la strada dei Durando e tornino a ripopolare questi colli di vigne, con un’uva che combatte da anni la sua solitaria battaglia anche contro la flavescenza. È più di una scommessa: ma ne vale la pena. Perchè di quel Grignolino - tratteggiato negli Anni ’70 dalla straordinaria penna del sommo Luigi Veronelli -, -si rischia di perdere l’identità. I Durando, come gli Spertino, Sant’Agata, Taviin e altri «vignerons» che credono in questo cru sono a loro modo «eroi» un po’ visionari. «Testebalorde», appunto. Ma che danno un «gusto» unico al territorio.
Da sinistra Marco Baggi (che gestirà la Bottega del Grignolino), il presidente Andrea Cerrato con il segretarario Dante Garrone ed il vice presidente Andrea Innocenti
Il presidente Cerrato: “Abbiamo ridato vita e prospettive a un simbolo delle nostre terre”
Dopo 7 anni: domenica 14 la pre-inaugurazione, il 30 la cerimonia ufficiale
Un’attesa lunga oltre sette anni è finita e la Bottega del Grignolino può riaprire le porte. La notizia era nell’aria ma ora c’è l’ufficialità delle date, esattamente due. «Domenica 14 gennaio pre-inaugurazione riservata ai cittadini di Portacomaro, atto dovuto per la pazienza dimostrata nel vedere il simbolo del paese chiuso così a lungo, e poi inaugurazione ufficiale il 30 gennaio, con produttori, giornalisti e autorità» anticipa Andrea Cerrato, presidente dell’associazione a cui è affidata la gestione. Differenti date ma identico indirizzo, ovvero il torrione dell’antico Ricetto, che è stato completamente ristrutturato, sia dal punto di vista strutturale che funzionale.
Ambienti luminosi
Ambienti nuovi, ampliati, più luminosi e caratterizzati da elementi di design che dettano le regole del locale dando uno sguardo al passato ma pure un occhio al futuro con luci, arredi e colori moderni che ne tratteggiano lo spirito giovane e dinamico nella gestione. Ad accomunare passato e futuro lo spirito di condivisione e promozione legati ad una denominazione che finora aveva più diviso che unito Astigiano e Monferrato Casalese. Denominazioni che nella struttura di Portacomaro troveranno entrambe casa. Così la Bottega del Grignolino perde “d’Asti” e torna ad essere protagonista grazie ad un’associazione (espressione di Comune, Pro loco e produttori) di oltre trenta cantine associate, ma soprattutto grazie alle risorse di Regione e al Comune. «Come amministrazione siamo orgogliosi di aver riportato in vita un simbolo del paese. Il Torrione trecentesco era chiuso dal 2008 e l’attento lavoro di ristrutturazione ha reso necessario un investimento superiore a 550 mila euro di cui circa metà di contributo regionale - cosi il sindaco Valter Pierini con Andrea Innocenti, consigliere e vice presidente della Bottega - la soddisfazione è massima perché il risultato è un locale rinnovato, nuova pavimentazione anche su piazza Marconi a dare il benvenuto ad un turismo sempre più numeroso».
La gestione
Tre mesi sono serviti all’associazione per valutare progetti e proposte di gestione e la scelta è ricaduta su Marco Baggi. Per tredici anni al timone della Locanda Astesana, Baggi ora sarà il “padrone di casa” di un locale protagonista della scena gastronomica fino a dieci anni fa e che rappresenta il futuro per la terra di Grignolino e Ruchè. «E’ bello poter riaprire uno dei locali simbolo del territorio - prosegue Cerrato - luogo di incontro del Monferrato, Astigiano e Casalese, dove il protagonista sarà il Grignolino, ma anche le storie dei vignaioli che col loro lavoro quotidiano tutelano un territorio che è Patrimonio Unesco». Oltre trecento metri quadri disposti su tre livelli e uno spazio esterno che renderanno unico un “non-ristorante”. Si inizierà con aperture da mercoledì a domenica (16-23), dalla merenda alla “cucina agricola”. Protagonisti i prodotti del territorio, stagionali ed a km 0 attingendo dalla rete dei produttori.
Ad aprile incontro col jazz «Gringolino»
«Sorry, i’m a Gringo»: sarà un evento sensuale e piccante come il jazz e il Grignolino. Il primo alla Bottega del Grignolino. Appuntamento «anarchico e testabalorda» proprio come definiva questo vino Luigi Veronelli, «ironico e pungente» come l’esclusivo tratto grafico del belga Philp Paquet, ma anche «sensuale e raffinato» come le note jazz. Il 28 e 29 aprile saranno due giorni speciali alla scoperta del Grignolino voluto ed organizzato da Sistema Monferrato e Gente&Paesi per promuovere uno degli autoctoni simbolo del Monferrato. Vino dai più definito «difficile», da altri «pepato», da altri ancora «floreale» o «aranciato» sicuramente uno dei vini che maggiormente risentono del terreno in cui viene coltivato. Proprio per questo sarà organizzato un week end all’insegna delle degustazioni eretiche, cioè della convivialità e del gusto preferite ai tecnicismi. I vini in degustazione alla Casa dell’artista saranno quelli selezionati dalla Bottega, oltre quaranta i produttori, ma anche da uva. Sarà protagonista pure la musica in coincidenza con le giornate internazionali del jazz per l’Unesco, e proprio a Portacomaro si terranno importanti esibizioni. Ma chi è Gringo? Philip Paquet dedicando un fumetto al Grignolino erroneamente scrisse «Gringolino» e ne nacque un personaggio, «Gringo» che accompagnerà il turista tra colline, cantine e tavole delle trattorie. A completare l’evento il dress code obbligatorio a tutti gli appuntamenti: chiaramente rosso quale inno a vino, jazz e femminilità (sensualità).