Un inno “rap” per la pallapugno e per i campioni dell’Araldica

Curiosa anteprima alla festa tricolore dei Vacchetto 

Infortunato. Massimo Vacchetto sta facendo la riabilitazione dopo l’intervento di inizio dicembre per ridurre la lussazione alla spalla destra infortunata ai Mondiali colombiani 

C’era il «rap» (col nuovo inno del balòn ritmato da Marco Zuliani, in arte «Zuli», torinese di origine ma ormai castagnolese di adozione) e c’era la musica «classica» di questi eventi, che non è quella sinfonica o camerale ma è «Langarola vagabonda» e altre canzoni da balera. C’erano i palloncini e i festoni tricolori, come usava una volta nelle feste di paese. C’era il presidente federale Enrico Costa, con bimbo al seguito e c’era l’europarlamentare Alberto Cirio, che ha esortato a essere «fieri del balòn, perchè il balon è figo». C’erano, soprattutto, tanti appassionati, dirigenti, tifosi, giocatori, col presidente della società castagnolese Mario Sobrino e il «grande sponsor», Claudio Manera (Araldica).
Tutti per Massimo Vacchetto e la sua pattuglia scudettata: i signori della pallapugno erano loro in questa kermesse nel solito locale scelto da papà Giorgio Vacchetto per l’evento, dal nome che evoca campagne e vendemmie: «La Trifula Bianca» di Vezza d’Alba. Tra risotti e antipasti, tagliatelle, arrosti e vini di casa Araldica (ovviamente) giovedì sera è stata l’ occasione per una sorta di grande rimpatriata del caloroso popolo del «balon». Tutto riunito intorno al suo «re» moderno, adesso costretto ad una sosta forzata dopo l’intervento chirurgico alla spalla destra infortunata durante i Monduali in Colombia.
Massimo con i suoi scudieri (i Busca, Bolla, Prandi, Monzeglio, ecc ecc.) e accanto l’ex rivale, Roberto Corino, come Massimo 4 volte campione d’Italia e ora diventato il suo fisioterapista di fiducia. Nel salone del ristorante anche i genitori di Corino, mamma e papà Sergio, grande uomo degli sferisteri e habituè dei campi.
Una serata anche dolente, nel ricordo di Daniele Giacosa, lo sfortunato preparatore atletico di Bruno Campagno, troppo presto rapito alla vita da un drammatico incidente stradale a Gubbio. Una serata intensa, condotta dal giovanissimo Alessandro Vacchetto, il più giovane della stirpe, che dicono tutti molto promettente pallonisticamente, ma con un sicuro avvenire come intrattenitore. Chi ama lo sport, in serate così intuisce anche la bellezza del balòn come mondo ancora sostanzialmente «incontaminato» da certi eccessi del tifo tipici di altre discipline.
Mai una parola fuori posto nei confronti nel grande rivale (assente) Bruno Campagno, anzi solo attestati di stima sinceri. Il popolo degli sferisteri vuole che sia rinnovato il rito del duello tra i due grandi. E tutti sperano che Massimo si rimetta in forma: ha già cominciato la riabilitazione con Corino al «Cidimu» di Alba. Il cammino è ancora lungo, il campionato che partirà ad inizio aprile potrebbe anche non aspettarlo.
Ma tutti sanno che il nome Vacchetto è una certezza, anche col fratello di Massimo, Paolo, leader a Spigno e che nel 2018 avrà alcuni ex compagni di Max al fianco. La sfida si rinnova. La primavera sarà in fiore, con ragazzi così. 

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