L’Araldica “scudettata” brinda con l’Asti secco. “Spumante per i giovani”

Brindisi da campioni. Claudio Manera (Araldica) con i fratelli Paolo (a sin.) e Massimo Vacchetto

È ormai una delle grandi aziende leader nell’enologia piemontese, in cui si è ricavata uno spazio di «nobiltà» non solo per il nome e per i volumi, ma per la ormai riconosciuta qualità della produzione. 

L’Araldica Castelvero di Castel Boglione ha poi dato un valore aggiunto a questa tipicità, diventando il «brand» più conosciuto nel mondo di uno sport che più tradizionale non si può: la pallapugno. 
Così, da due anni, lo squadrone di Castagnole Lanze sponsorizzato da «Araldica» domina il campionato italiano con il suo leader, Massimo Vacchetto e un’altra formazione targata Araldica, quella di Spigno (con il fratello minore di Massimo, Paolo Vacchetto) lotta stabilmente per le posizioni di vertice.
E Araldica è diventata anche il marchio doc, anzi docg per la Federazione pallapugno.
Trionfi sportivi a parte, l’azienda guidata d Claudio Manera («lo sponsor gentiluomo» come è già stato ribattezzato nel mondo dello sport) che aveva preso le redini dal padre Livio, continua a crescere e a mietere riconoscimenti in campo enologico. E ora, in questo periodo natalizio, è stata (l’Araldica) tra i principali sostenitori e fautori del «Progetto Asti docg Secco». 
Spiega Manera: «E’ nato un paio di anni fa e si è concretizzato ad agosto con il primo imbottigliamento. Due anni di preparazione che son serviti a percorrere tutto l’iter burocratico di modifica del disciplinare, durante i quali è stata condotta una febbrile attività di sperimentazione sotto la guida del Consorzio dell’Asti, del professor Rocco Di Stefano, già ricercatore dell’Istituto sperimentale per l’enologia di Asti - è uno dei massimi conoscitori al mondo del vitigno Moscato e del suo patrimonio aromatico - e che è stato coadiuvato dal dott. Guido Bezzo responsabile del laboratorio del Consorzio». 

«Grande personalità»
Aggiunge Manera: «Il processo di fermentazione dell’Asti docg secco, rispetto alla tradizionale versione dolce è più lungo, circa tre mesi anziché uno, durante il quale tutti gli zuccheri vengono fermentati dai lieviti, liberando grandi quantità di aromi (terpeni), nelle fasi preliminari all’imbottigliamento poi viene aggiunta una minima quantità del mosto docg base per riequilibrare la naturale acidità con una lieve presenza di zuccheri. Il risultato è uno spumante moderno di grande personalità che risponde alle nuove esigenze di consumo specialmente di un pubblico giovane». Precisa il patron Araldica: «Questa nuova versione di Asti docg non va vista in alternativa o in contrapposizione alla versione tradizionale dolce, anzi la integra rendendo l’Asti veramente una docg per tutte le occasione di consumo e per tutti i gusti».

I primi dati
Lusinghieri anchre i primi dati di vendita ed i commenti ricevuti da clienti e consumatorii. «Sono molto allettanti - annota Manera - la ristorazione piemontese ha accolto con entusiasmo le molteplici iniziative promozionali attuate dal Consorzio dell’Asti, alcuni ristoranti hanno adottato menù degustazione dedicati all’abbinamento con l’Asti secco che si presta ad un numero pressoché illimitato di accostamenti al cibo. Francamente in Piemonte l’Asti docg secco è il “prodotto che mancava”!. E dopo un periodo di rodaggio, la prossima primavera lo presenteremo alla clientela estera (Prowein-Vinitaly) e siamo fiduciosi che sarà accolto nel migliore dei modi».

L’azienda in cifre
Anno di costituzione 1954
770 ettari di proprietà dei 175 viticultori soci, Monferrato, Langhe e Roero
145 ettari a conduzione diretta Monferrato, Gaviese
3 cantine di vinificazione e affinamento 1 stabilimento per l’imbottigliamento per una capacità complessiva di oltre 170 mila ettolitri.
Fatturato 42 milioni 
Bottiglie 75cl prodotte 15 milioni (solo doc e docg Piemontesi)
Dipendenti 70 + 30 aziende agricole 
Partecipazioni in Italia 50% Adria Vini Srl 23 milioni fatturato per 10 milioni bottiglie 75cl
Partecipazioni Estero 30% Boutinot Ltd UK con filiali in Francia, Sud Africa e USA 150 milioni fatturato per oltre 50 milioni di bottiglie commercializzate.

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