Summit ad Asti sul futuro del tamburello

Consiglio federale Fipt in Comune. Al centro del dibattito la questione punteggi

Domani Asti (dalle 9,15 e per tutto il giorno, in Comune, piazza San Secondo) ospiterà il Consiglio federale del tamburello. Con il presidente Edoardo Facchetti, bresciano, ci saranno tra gli altri anche l’avvocato Roberto Caranzano, presidente della Comissione tecnica federale, Alessandra De Vincenzi, che coordina il movimento femminile, e rappresenta gli atleti, il campione Riccardo Bonando, monferrino doc, oltre ai presidenti dei comitati provinciale (Mimmo Basso) e regionale (Roberto Gino). Lo «stato maggiore» del tamburello, insomma, che si sposta dalle tradizionali sedi (Mantova e Roma) per «andare incontro ai territori», in ossequio a quella politica del decentramento caldeggiata e promessa da Facchetti prima di essere eletto al vertice della Federazione. Un presidente e una dirigenza che stanno cercando di cambiare, con i fatti, la realtà di una disciplina che esce da anni di oggettivo appannamento. Uno sforzo importante, che guarda a più problematiche (dall’open al muro, dall’indoor al beach tambu) con una visione d’insieme che non sempre, forse e ancora viene colta e condivisa dagli addetti ai lavori.

Opposizione
Tra questi temi caldi, tiene banco la questione punteggi. Molti giocatori della serie A open contestano le nuove regole che la Federtamburello vuole introdurre dal 2019 per la composizione delle rose delle squadre. Molti big chiedono di ridiscutere la regola. A firmare l’istanza Manuel Beltrami, Yohan Pierron, Samuel Valle, Ioris, Gasperetti ma anche i fratelli Manuele e Luca Festi, Merighi, Previtali e Giorgio Cavagna.

Beltrami, pluriscudettato con Callianetto e Castellaro spiega: «Comprendiamo le motivazioni che hanno spinto i vertici all’introduzione di questo sistema ovvero la ricerca di un maggior equilibrio, ma non possiamo condividerlo. E’ contro la logica dello sport. Si scenderà in campo con la calcolatrice, ognuno per tutelare i propri interessi» E aggiunge: « Abbiamo delle qualità tecniche e grande allenamento, ma non per questo motivo bisogna penalizzarci in nome di una maggior ed allargata competizione». «Riconosciamo che questa è una criticità per il movimento ma la soluzione dei punteggi non appare la più idonea». Le motivazioni, da parte dei giocatori, sono tante. Anche per questo si attende una prima risposta dal Consiglio federale astigiano. 


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