Vacchetto-Corino, 7 scudetti in due. Il giovane leone con il “vecchio re”

Tricolore Massimo Vacchetto (Araldica Castagnole) sarà opposto a Roberto Corino (Bubbio Bioecoshop), in foto.

Se lo sferisterio fosse la savana, dove si lotta per sopravvivere, Massimo Vacchetto, il giovane leone nuovo capobranco della “tribù” del balòn, cercherebbe di far finire per sempre l’epopea di Roberto Corino, il «vecchio re» del balòn. «Che cosa fai ancora qui, non vedi che adesso comando io?» potrebbe dire il campione d’Italia, 23 anni appena, tre scudetti già conquistati, al rivale che a 36 anni di titoli ne ha vinti quattro. 
Ma questa di oggi (alle 15, a Castagnole Lanze) non è una questione di «vita o di morte» agonistica. E tra i due grandi avversari e le rispettive squadre, l’Araldica del campione e il Bubbio Bioecoshop neo promosso, c’è profondo rispetto. Vacchetto, reduce dalla delusione in Supercoppa contro la Canalese di Campagno (sconfitto in extremis dopo una settimana di tribolazioni ...gastrointestinali) vuole ripartire subito col piede giusto. Ma sa che con Corino non sarà facile, perchè questa potrebbe essere ancora una stagione da mattatore (forse l’ultima?) per il nuovo leader di Bubbio, sulla strada della maturità avanzata, ma certo non ancora domo.
Così il confronto di oggi potrebbe diventare un altro squillante e (romanticamente) anche un po’ struggente inno al dualismo tra la giovinezza agonistica da opporre a chi vuol misurarsi - con un’introspezione che sfiora la psicanalisi - con le leggi del tempo.
L’esempio che viene da un certo Federer nel tennis (campionissimo di cui Vacchetto e Corino sono entrambi devoti ammiratori) non deve indurre così a facili pronostici. Potrebbe però essere di nuovo un bellissimo pomeriggio, a Castagnole Lanze, come una settimana fa è avvenuto nella Supercoppa. Ed è sintomatico che tutto ciò avvenga in una giornata magica per questi due mondi che hanno nelle sfere di caucciù (palloni da balòn e palline da tambass) i loro simboli che viaggiano «paralleli» nella tradizione, ma sembrano non incrociarsi mai.
Così Grazzano (dove c’è il big-match del tamburello a muro) e Castagnole Lanze, distanti poche decine di chilometri, appaiono di fatto mondi lontani, come nel refrain di una canzone di Battiato. Ma, c’è da scommetterlo, sarà una giornata di «musica» per chi ama questi cieli. 

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