Il tamburello è più di uno sport. È l’anima di un paese, è l’incontro e il dialogo fra le generazioni, è ciò che rende la domenica piemontese speciale.
Alla tradizione sferistica per eccellenza è stata dedicata la tappa vignalese di Golosaria Monferrato, un’occasione per conoscere storia, presente e obiettivi futuri di uno sport che appassiona il Monferrato e che entra a far parte del programma della European Community of Sport in corso. Ad intrappolare momenti di emozioni nella storia del tamburello è stata la mostra "Tamburello e dintorni" di Pier Giuseppe Bollo, una selezione di scatti (in un archivio complessivo di 8000 foto) inseriti in cinquanta pannelli di immagini e informazioni che tracciano l’evoluzione della sferistica piemontese. Già, perché lo sferisterio anima tante discipline accomunate dai colpi alla pallina nei paesi monferrini. C’è il tamburello a muro sulle colline con lo sfondo alpino, l’open che guarda verso la pianura, la pallapugno che strizza l’occhio al mare ed ancora la pantalera e altre specialità, come sottolineato da Bollo e dal moderatore Sergio Miglietta. Ci sono poi episodi di grande gloria come il record storico dei tremila spettatori a Castell’Alfero (e i due sacchi pieni di banconote di mille lire) a testimoniare il pubblico di tutte età galvanizzato dalla passione della tifoseria. A celebrare il tamburello non soltanto immagini ma anche video come quelli realizzati da Roberta Bianchi ed Antonio Azzalin che si concentrano non tanto sullo sport in sé quanto più sulle persone e sui valori primordiali ed universali trasmessi attraverso i portabandiera della sferistica, molti dei quali accomunati dall’estro creativo ed artistico. C’è chi fa musica e scrive libri e c’è anche chi, come Massimo Berruti, dipinge ritraendo elementi di cosmologia ma anche attimi fuggenti delle partite di tamburello. Dietro al tamburello vi sono un paese ma anche un costante impegno di allenamenti e studio delle regole come ha sottolineato il campione vignalese Alessio Monzeglio, al centro di un ambizioso progetto di far comunicare, fra loro, tamburello e pallapugno che “viaggiano al momento ancora su binari paralleli). Comunicare è parola chiave oggi nel mondo del tamburello, un contenitore di discipline sferistiche che vuole guardare al futuro coinvolgendo anche le nuove generazioni. Il presidente provinciale Gianni Agosto ha parlato di “essenzialità della comunicazione” e ha espresso l’impegno in corso presso le scuole e anche nelle carceri. E fra un intervento e l’altro, l’appuntamento di sabato a Vignale ha visto il sindaco Franco Ferrari fare onore all’impegno del concittadino Sergio Deevasis che ha ricevuto una targa per la dedizione tutta vignalese alla sferistica. Il tamburello guarda dunque al futuro consapevole di essere un pilastro della memoria collettiva monferrina. Un concetto ben evidente nel racconto personale del consigliere nazionale della federazione Riccardo Bonando che ha raccontato la trasmissione della passione prima dal nonno al papà e poi dal papà a lui applicando il pensiero pavesiano di “un paese ci vuole” proprio nel tamburello. Altri pilastri del patrimonio tamburellistico “scritto” sono i volumi "Chiamatemi Cerot" di Aldo Marello e "Tambass" di Sergio Miglietta, presentati sabato fra gustosi aneddoti come l’ingaggio arrivato dopo un casuale “arruolamento” del mitico “Cerot”. Ora tocca alle nuove generazioni scrivere nuovi capitolo di questa storia tutta monferrina.
in copertina Alessio Monzeglio con la cantante Andrea Mirò al secolo Roberta Mogliotti di origini callianesi, nativa in quello strano Brasile che è Rocchetta Tanaro