Bruno Campagno: “La Supercoppa sarà una festa”

“Con Vacchetto rivalità e rispetto. Il balòn mi ha fatto diventare atleta e uomo”

 La potenza e lo stile di Bruno Campagno, 27 anni, capitano della Canalese

L’ha ribadito anche sul palco, durante la presentazione del campionato a Ceva: «Mi auguro solo di star bene, poi per lo scudetto vedremo». Bruno Campagno, 27 anni (classe ’89: ne compirà 28 il 7 dicembre), una compagna (Ilaria, maestra d’asilo che quest’anno diventerà sua moglie), una figlioletta, Anna, di 5 anni, è un ragazzone (un metro e 90 per 90 chili) che si porta in dote già tre titoli tricolori e vuole dimenticare in fretta quell’infortunio muscolare a una gamba, che nel momento cruciale della passata stagione lo tolse di fatto dalla lotta per il titolo.

Campagno, quella sera si giocava nella «sua» Canale, e il rivale, guarda caso, era Massimo Vacchetto. Sabato sarete di nuovo di fronte per la Supercoppa a Castagnole Lanze: lei con il simbolo della Coppa Italia stampata sulla maglia e Vacchetto con lo scudetto.

Che partita sarà?
«Spero bella, spero sia una festa del balòn. Ma siamo solo agli inizi della stagione. Non è facile fare previsioni».

Gli appassionati contestano il fatto che non sempre le vostre partite, siano avvincenti. O vince uno per distacco, o viceversa...
«Io so solo che quando gioco cerco di dare tutto me stesso e penso che un giocatore, un campione (non so se io lo sia...) debba dare tutto quello che ha per onorare il proprio impegno. Ho provato tante volte sulla mia pelle che cosa significa fare un gioco o due in un partita. Ma non cambio idea: si gioca per vincere, il resto non conta».

Che rivale è Vacchetto?
«Un grande rivale, che io rispetto profondamente. Anche se ci frequentiamo poco fuori dal campo. Ma - vorrei dire - che non c’è solo lui da temere. Il campionato sarà bello e molto livellato. Ci sono tanti pretendenti alla vittoria. Ci sarà da soffrire».

Da Berruti e Bertola a Campagno e Vacchetto? Che cosa è cambiato nel balòn?
«Tanti tifosi che incitavano quei due fuoriclasse hanno continuato a seguire anche chi è venuto dopo. Ma un po’ alla volta i vecchi se ne vanno....E non sempre c’è il ricambio sulle tribune....»

Perché secondo lei?
«Perché il nostro è uno sport legato alla tradizione e alle tradizioni che un po’ sono sparite. E poi il gioco ha una sua lentezza che non sempre si concilia con lo spettacolo»

A che cosa si riferisce?
«Ai tempi morti nei cambi campo, per esempio. La lentezza non sempre è una virtù. A volte bisogna adeguarsi, come capita in altri sport».

Quali, per esempio?
«A me piacciono gli sport con la palla. Il tennis su tutti e uno come Federer in particolare. Ma non lo scopro certo io. E anche la pallavolo. Io cerco di ispirarmi a quelle discipline anche nei mie allenamenti. Il gioco è tutto più veloce adesso e il fisico (e la testa) devono essere pronti».

Chi la segue nella preparazione?

«Daniele Giacosa, di Guarene, che mi fa anche da fisioterapista. E poi c’è Ernesto Sacco, il nostro tecnico, un nonno che ha una virtù rara: sa guidarci con la saggezza dei vecchi giocatori-contadini.. Anche se lui non è vecchio».

Anche lei viene dal mondo contadino?
«I miei genitori, Domenico, 67 anni e Angela, di 60, hanno terra e mucche a San Pietro Del Gallo, un borgo vicino a Cuneo. Ho imparato lì a giocare».

Quando ha cominciato?
«A 10 anni: un mio amico, Michele Ambrosino che è poi stato un eccellente giocatore anche in A, mi ha invitato un giorno a provare il balòn. Pensavo fosse il calcio e ho portato le scarpe con i tacchetti....Ero piccolo e ingenuo....»

E quando ha scoperto di avere delle doti?
«A Caraglio, nel 2001, fecero una prova per vedere chi batteva più lungo: arrivai sui 65 metri....E di lì è cominciata l’avventura. Al balòn devo tutto».

Poi è arrivato il notaio, Vincenzo Toppino, il «patron» della Canalese...
«Per me è un secondo padre. E pensare che la prima volta che mi vide (arrivò dopo un allenamento di tre ore ed ero sfinito), sentenziò ai tecnici. “Qualche ligure è meglio di lui”. Ma è tornato, forse non era convinto di quel primo giudizio. E mi ha preso: ho vinto 3 titoli a Canale. Ma spero di incrementare il bottino. Vacchetto permettendo». 

Sabato è tempo di Supercoppa

 

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