Intervista ad Alessandra De Vincenzi, candidata consigliere federale

Dopo l’esperienza fatta nel quadriennio olimpico 2013-2017, Alessandra De Vincenzi ha deciso di  ricandidarsi alla carica di consigliere federale, appoggiando la candidatura di Edoardo Facchetti. In questa intervista la direttrice tecnica della nazionale italiana femminile ci spiega i suoi motivi

1) Come giudichi i tuoi quattro anni di consigliere federale?

Posso dirti, come già detto in passato, che sono stati quattro anni intensi, difficili ed al tempo stesso bellissimi. Ho avuto modo di conoscere tanta gente e tante realtà diverse con un unico filo conduttore, la passione per uno sport che è parte della nostra identità e della nostra vita. Il lavoro, quello vero, lo fanno le società, gli allenatori e le giocatrici sul campo. Io credo di essere stata un buon “gestore” del movimento femminile.

2) Qual è stato l'obiettivo raggiunto che ti ha dato maggiori soddisfazioni? Dove invece si deve ancora lavorare?

Sicuramente l’incremento delle squadre femminili in Serie A è un grande risultato. Alcune società in questi anni si sono consolidate, sono cresciute, come le stesse ragazze che ne fanno parte. Per la prima volta dopo tanto tempo, avremo in Serie B molte più squadre da fuori Piemonte rispetto agli ultimi anni, sono squadre di allieve/juniores, segnale che ci sono società che credono nel tamburello in rosa e questo è incoraggiante. Di contro, come per il maschile, dobbiamo lavorare sul settore giovanile per riuscire a non perdere giocatrici ed aiutarle a formarsi.

3) A tuo giudizio cosa deve cambiare nel tamburello?

La prima cosa è la mentalità, la seconda è la programmazione.  

Dobbiamo aprire le porte al futuro e possiamo farlo credendo in una ristrutturazione organizzativa e nelle “contaminazioni” tra tutte le specialità e tutte le realtà.

A livello strettamente operativo, sarà una correlazione tra più fattori a dover essere rivista e saranno l’uno la conseguenza dell’altro: dalla gestione dei tesseramenti, al marketing, passando per altre azioni strategiche e mirate.

 4) Cosa pensi della discesa in campo di Nada Vallone fino a poche settimane fa, Segretario Generale?

Ho conosciuto Nada in questi quattro anni ed ho sempre avuto un ottimo rapporto con lei. E’ stata un valido Segretario Generale, non si è mai fermata al semplice “disbrigo delle pratiche”, ma ha dato molto di più. La stessa identica cosa però potrei dirtela degli altri quattro dipendenti della Federazione, Maurizio e Giovanni sono due persone altrettanto disponibili e competenti, che vivono la vita federale non solo come lavoro; idem Marco e Cristina, anche se loro li ho conosciuti meno. Sinceramente non capisco la sua scelta e sono preoccupata per quello che potrà succedere a livello organizzativo nel post-elezioni.

5) Il quadriennio olimpico sta per terminare. A breve ti ricandiderai con la lista che sostiene il candidato Edoardo Facchetti. Perché ti riproponi come Consigliere Federale e cosa ti ha coinvolto maggiormente del suo programma? Cosa potrà dare secondo te Edoardo alla Federazione?

Ho deciso di ricandidarmi, perché so di avere ancora buone idee ed energie da dedicare al tamburello. Negli ultimi due anni il progetto che ha visto nascere la candidatura di Edoardo Facchetti è stato compartecipato dai miei due Presidenti Provinciale e Regionale, Mimmo Basso e Roberto Gino e ne ho condiviso i principi fondamentali: ovvero una Federazione che sia al servizio delle Società che ne fanno parte. Credo che il contributo di Edoardo non sarà il contributo di un singolo Presidente, ma di un Consiglio che, insieme agli uffici operativi, lavorerà nell’unica direzione possibile, quella del dialogo e della costruttività.

6) Condividi l'espressione se Edoardo come dirigente sarà bravo come direttore tecnico, per il tamburello si prospettano momenti buoni.

Bella, ma detta così, sembra più una speranza. La fortuna di un allenatore vincente è quella di avere un’ottima squadra. Solo così si possono ottenere risultati importanti.

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