L’era Crosato al gran finale. Facchetti per ora unico candidato

TAMBURELLO AL VOTO L’11 FEBBRAIO

 L’ex dt del Cavaion gode dell’appoggio delle società del Nord per subentrare al mantovano, che lascia dopo ben 39 anni. Pellizzer designato consigliere

Come tutte le altre federazioni, anche per la Fipt (Federazione italiana palla tamburello) è tempo di elezioni.

L’11 febbraio prossimo, nei pressi di Verona, verrà infatti rinnovato il Consiglio federale con due elezioni: una per eleggere il presidente nazionale e un’altra per eleggere 7 consiglieri, ai quali vanno aggiunti 2 rappresentanti degli atleti (uno dei quali dev’essere una donna) e un rappresentante degli allenatori che formano il Consiglio federale.

Un gruppo di società dell’Alta Italia si è coalizzato attorno al nome di Edo Facchetti, ex presidente provinciale del Comitato di Brescia nonché allenatore (lo era lo scorso anno) del Cavaion Monte. Si tratta delle province di Mantova, Brescia, Bergamo, Verona, Trento, Asti e Alessandria, unitamente alle regioni Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna. La nostra provincia ha designato come candidato consigliere nazionale Maurizio Pellizzer, vicepresidente del Castellaro, ex giocatore, nonché presidente del Parco del Mincio. Hanno diritto di voto tutte le società in regola con l’affiliazione alla Fipt: dalle società di puro settore giovanile alla serie A. A quanto risulta, attualmente le società sono circa 160 (il sito della Fipt di tanto in tanto ne aggiorna il numero).

Per quanto si sa, Facchetti è per ora l’unico candidato presidente, ma si pensa che prima della scadenza non mancheranno altre designazioni. Non si ripresenterà invece (lo ha fatto sapere ormai da tempo) il presidente uscente, il mantovano Emilio Crosato, che vanta una lunga militanza: ben 39 anni alla guida del tamburello nazionale.

Abbiamo fatto un giro di telefonate con i dirigenti delle società mantovane che vanno per la maggiore per farci un’idea dello stato di salute del tamburello, non soltanto nostrano.

Ne è emerso un quadro tutto sommato non ottimistico.

Nasce, il pessimismo, da un dato: nel 1976 le società tamburellistiche in Italia erano circa 400, ora, come dicevamo, sono a cavallo dei 160. Un bel salto all’indietro. Sono tre i compiti più gravosi, sempre a detta delle società mantovane, che attendono il nuovo consiglio: tamponare l’emorragia del numero delle società; porre mano al mondo arbitrale del tamburello, anch’esso clamorosamente impoverito; pensare, almeno a livello di esperimenti, ad una modifica del regolamento di gioco. Gioco che va velocizzato e reso perciò più spettacolare.

IL PANORAMA

Per Facchetti il sostegno di Mantova, Asti, Brescia, Trento, Bergamo, Verona e Alessandria, oltre a Piemonte,  Lombardia, Emilia e Veneto.

Uno sport da ripensare: nel ’76 le società professionistiche in Italia erano 400. Ora sono 160

Un salto all’indietro che fa riflettere i vertici

Tre obiettivi: tamponare l’emorragia, rimpolpare la classe arbitrale e modificare il regolamento velocizzando il gioco

 

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