Il tamburello al bivio. Caccia alla svolta per non stare al palo

L’ex Medole Edo Facchetti candidato unico per la successione alla guida della federazione. 

LA PAROLA ALLE SOCIETA' MANTOVANE

I principali campionati di tamburello devono ancora partire, ma fuori dal campo le acque sono agitate. In questa piccola “guerra del tamburello” da un lato troviamo il presidente federale uscente Emilio Crosato, pronto a lasciare dopo 40 anni ma timoroso per il futuro della disciplina, che a suo parere regredirà tornando a dare potere solo ai maggiori club di serie A. Dall'altro lato invece ecco il presidente provinciale Giancarlo Rizzi, che ha affermato come il tamburello sia ormai in fin di vita, dopo anni di gestione improvvisata da parte della federazione, ed è pronto a sostenere con forza Edoardo Facchetti (ex dt tricolore del Medole), al momento unico candidato per le elezioni di metà febbraio.

Ma le società mantovane da che parte stanno?

Concorde con le parole di Rizzi è il presidente della Cavrianese Oscar Tondini: «Sono dalla sua parte – spiega – credo che negli ultimi anni sia mancato il passaggio dalla teoria alla pratica. Un esempio è la scuola. Crosato doveva attivare un progetto per portare i ragazzi dalle scuole ai campi da tamburello, invece ci si fermava alle poche lezioni negli istituti. Servivano poi azioni immediate in tema economico. Le iscrizioni sono troppo alte (7.000 euro per la serie A e 5.000 per la B, ndr), una loro riduzione avrebbe incentivato la nascita di nuove squadre, la cui riduzione era un segnale che in Federazione non hanno colto. Non posso pensare poi che il voto di noi società mantovane, che tiriamo la carretta del movimento, conti come quello di una siciliana che fa solo tambeach, con un torneo all'anno. Il tamburello non sta morendo, ma soffrendo sì. Con Facchetti sono quattro anni che parliamo di strategie, lo sostengo con forza. Crosato ci aspettavamo che lasciasse otto anni fa».

«Chi è rimasto a capo della Fipt per tanti anni – dice Giuliano Crotti del Medole, in qualità di consigliere provinciale – dovrebbe accettare le critiche. Le società calano, e non si può dare solo la colpa alla crisi. Tante manifestazioni federali ricadono sulle società come spese, perché non trovare uno sponsor unico? Sposo in pieno la linea di Rizzi, dispiace per la rabbia di Crosato ma avrebbe dovuto aprirsi di più e accettare il confronto. Facchetti è un grande personaggio, e sono contento che con lui ci sia Pellizzer».

Non si esprime il Castellaro, che dovrebbe però sostenere l'ex dt del Medole, mentre Emanuele Menossi, presidente del Guidizzolo, afferma che «un cambiamento è necessario, le società spariscono ovunque, solo la nostra provincia si salva. Il motivo? Paghiamo iscrizioni altissime a fronte di nessun riconoscimento in caso di vittoria. Fare attività solo per i giovani non basta più».

A difendere l'operato di Crosato è Mario Spazzini, del Solferino: «Rizzi ha esagerato, il tamburello è questo da cent'anni. Torneo di serie A a otto squadre? Gli squilibri ci sarebbero lo stesso, senza contare che presentarci dal Coni per chiedere fondi con così poche società sarebbe deleterio. Chi ama il tamburello lo ama così com'è».

La pensa così anche Giuliano Morari, del Malavicina: «Gettare fango su Crosato è sbagliato, se è rimasto lì finora vuol dire che nessuno è stato in grado di sostituirlo. Facchetti mi piace, ma non si potrà cambiare più di tanto questo sport. Una figura adattissima per noi sarebbe stato l'ex calciatore Damiano Tommasi. È di Negrar e segue con passione il tamburello, gli era stata fatta una proposta ma non ha potuto accettare per i suoi impegni».

«Serviva un cambiamento moderato – aggiunge Giancarlo Zoetti del Ceresara – con collaborazione tra vecchia e nuova guardia. Rizzi è impulsivo, quello che ha fatto Crosato negli anni non l'ha fatto nessuno. Le società un tempo erano più numerose perchè Crosato voleva mostrare al Coni la nostra forza e ottenere lo status di federazione sportiva. Non se ne fece nulla, poi quindi calarono». 

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