Il “dottor” Corino all’esame di laurea. “A Bubbio ho trovato nuovi stimoli”

Ex Santero Roberto Corino, 36 anni, ha lasciato la Santostefanese per Bubbio

Roberto Corino, 36 anni, uno dei più ap­prezzati capitani del balon, 4 volte scudettato, dopo alcuni anni ha deciso di lasciare la squadra dell’A. Manzo di S. Stefano Belbo per gio­care nella neopromossa in serie A formazione di Bubbio. Per lui, quello del 2017 potrebbe essere il campionato del  rilancio tra i big dopo l’esclusione, quest’anno, dalle semifinali ad opera di Massimo Vac­chetto. Gli abbiamo rivolto alcune domande. 

Corino, come mai la scelta è caduta su Bubbio?
«La società ha dimostrato interesse per me. Questo mi ha fatto optare per loro. È fondamentale per  un atleta giocare in un club che crede nelle sue capacità. Inoltre è una società che si affaccia alla serie A ed è estremamente seria e questo per me è uno stimolo in più... Io vivo lo sport con passione, se un giorno questa calasse, non sarei più un gio­catore di pallapugno. Io credo che il mio nuovo presidente Roberto Roveta, patron Gian Paolo  Bianchi e il pub­blico apprezzino la mia trasparenza»

La sua sarà una squadra quasi nuova ?
«Nuova squadra porta nuovi stimoli».

A Bubbio gli sportivi sono affascinati dall’idea che sia Lei il capitano. Che cosa pensa di promettere ?
«Sicuramente di non mollare mai. Questa è una caratteristica che mi contraddistingue».

La prima impressione del nuovo ambiente ?
«Eccezionale, ma soprattutto entusiasta di me. Questo è un «santo­graal » per un atleta».

I nuovi compagni di squadra?
«La spalla è il giovane «pazzo»  e talentuoso Umberto Drocco. Abbiamo cre­duto in lui tutti da subito. Ha una «zucca»  particolare, ma dall’impe­gno messo già dai primi allenamenti, fa trasparire umiltà e volontà di migliorare. Caratteristiche fondamentali che deve pos­sedere un giocatore».

E gli altri?
«Stefano Boffa migliorerà an­cora. Michele Vincenti é il terzino più forte della A, deve solo es­sere più convinto dei propri mezzi. Io lo amo, sportivamente».

In panchina Giulio  Ghigliazza.
Quella del dt è la novità più grande. Dopo secoli lascio il mio grande amico Domenico Raimondo. Le motivazioni le teniamo private. Al suo posto Ghigliazza, uno dei terzini top della serie A che ha sicuramente molto da insegnare a tutti».

Lo sferisterio di Monastero Bormida, in cui giocherà le partite in casa, viene definito uno dei più tecnici. Pensa di trovarsi bene ?
« In questo momento sono in trasferta per lavoro a Doha in Qatar. Sto pen­sando che ci starebbe giusto un bello sferisterio e sono convinto che ci giocherei anche bene. Fatto questo ragionamento, giocare a Mona­stero non mi preoccupa affatto anche se non ho mai visto il campo. Basta immagi­narlo... ». 

Se dovesse scommettere sul suo piazzamento nel prossimo cam­pionato su cosa punterebbe?
« Non scommetto mai. Ma conta puntare in alto sempre, anche se é apparentemente irraggiungibile».

A quando la sua seconda laurea con un master in fisioterapia spor­tiva?
«A fine anno raggiungo questo obiettivo che mi ha fatto crescere enormemente da un punto di vista professionale. Ho frequentato la scuola universitaria del Real Madrid, la più quotata d’Europa (una tra le 4 migliori del mondo). É stato un enorme sacrificio, ma se sono co­ach della fisioterapia a Torino in un centro internazionale di medicina dello sport (www.irr.it) e se attualmente mi trovo in Qatar (www.aspetar.com www.aspire.com) nella clinica sportiva più famosa al mondo, vuol dire che ne é valsa la pena»

Presentata la squadra con baby Drocco “centrale”

L’accogliente casa di Gian Paolo Bianchi ha ospitato i dirigenti della squadra, gli sponsor e i giocatori per lo scam­bio degli auguri natalizi. Unico assente Roberto Corino, attualmente in trasferta di lavoro a Doha in Qatar. Con Bianchi  a fare gli onori di casa il presidente Roberto Roveta che dice: «Sono convinto che la squadra abbia tutte le potenzialità per fare bene. ».

Il primo a presentarsi è stato  Stefano  Boffa, 22 anni , di Neive, stu­dente  universitario alla Facoltà di lingue a Torino. « Da giovanissimo ho iniziato come battitore, prima ad Alba e poi a Neive, dopo sono passato al ruolo di centrale,  giocando con Alberto Rissolio a Ricca d’Alba. Nel 2015,  in serie A con Bruno Campagno,  fu scudetto e, dopo, per la regola del monte punti per le squadre, il passaggio a S. Stefano Belbo con Roberto Corino nel nuovo ruolo di terzino al muro. Un ruolo che comunque ti rende protagonista delle partite  perchè da quelle parti passano quasi tutti i palloni e così si rimane nel vivo del gioco». Per il centrale la scelta è caduta su 

Umberto Drocco, 18 anni compiuti il 1 dicembre, che arriva da Dogliani che si è già ritagliato un futuro come  corillicul­tore visto che la famiglia ha oltre 70 giornate di noccioleti.

Terzino al largo Michele Vincenti, 35 anni, libero professionista- è anche l’organizzatore del campionato alla pantalera- dice: «Dopo aver gio­cato quest’anno con Campagno, senza arrivare alla  finale, per il 2017 ho scelto di giocare con Corino: un cavallo vecchio ma di razza. Questa volta ho accettato volentieri. Questi sono dirigenti ca­paci che seguono la squadra con competenza e passione». 

Il dt Giulio Ghigliazza: «La squadra c’è e lo sferisterio di Monastero Bormida ci darà grandi vantaggi nelle partite che giocheremo in casa». 

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