Il Castellaro porta il tamburello in carcere a Verona

Per mesi i ragazzi di Bellini hanno insegnato a 15 detenuti. Creata una squadra che il 4 dicembre esordirà in serie C

CASTELLARO. Tutto è cominciato per l’intuizione della mamma di un giovane tamburellista con lo scopo di far conoscere uno sport poco noto. Ma l’idea è talmente piaciuta che, dopo tre mesi di corso/allenamenti, è nata una squadra, la Ccv, che il 4 dicembre esordirà nella serie C indoor veronese-padovana nel girone con Bussolengo, Negarine, Padova e Carianese.

L’acronimo Ccv sta per ‘Casa circondariale di Verona’ e i protagonisti della storia sono 15 detenuti del carcere di Montorio, frazione del capoluogo scaligero, e alcuni giocatori del Castellaro pluricampione sia open che indoor diretti da Mario Bellini. Da luglio a ottobre, ogni martedì pomeriggio, Bellini insieme a Federico Merighi, lo scudettato che l’anno prossimo giocherà a Cavaion, è andato a insegnare il tamburello indoor nella palestra della casa di reclusione. Alcune volte si è aggregato anche Damiano Tommasi, veronese presidente dell’Assocalciatori ed ex giocatore anche della Nazionale. Ma pure ex fondocampista nelle giovanili del Negrar, il suo paese natale.

«Una bella esperienza - attacca Bellini mentre indossa con orgoglio la maglia del Ccv sulla quale c’è il logo del Castellaro, maglia fornita gratuitamente (al pari degli attrezzi) dalla Tamburelli Giacopuzzi -. Lo scopo era portare a questi ragazzi un briciolo di serenità e divertimento. Qualche giorno fa nel pomeriggio di chiusura del corso, oltre a Merighi e a Tommasi, sono venuti anche Festi, Gasperetti e Ghizzi. Hanno giocato quasi tre ore mescolandosi ai detenuti in un clima di festa ma anche di sana competizione che ha coinvolto tutti quanti».

«L’idea è stata quasi casuale - spiega la mamma del baby tamburellista castellarese che da anni lavora in carcere nell’ambito di un progetto di reinserimento socio-lavorativo -. E i detenuti anno risposto bene, si sono a mano a mano appassionati tanto da non perdere una lezione. Anzi, hanno chiesto e ottenuto due giornate di allenamenti in più e adesso non vedono l’ora di cominciare il campionato». Alla festa di chiusura c’era anche Alessandro Tabai, dt del Castellaro con il quale è nata l’idea di iscrivere la squadra al campionato: le rivali hanno subito accettato con piacere e il 4 dicembre, appunto, si comincia pur con l’ovvio obbligo, per la Ccv, di giocare sempre nella palestra di casa. «In tre mesi - riprende l’ideatrice dell’iniziativa - è nato nei ragazzi il desiderio della competitività, la voglia di mettersi in gioco. Uno stimolo molto importante nella loro difficile condizione».

Da subito la disponibilità del Castellaro ha avuto la piena collaborazione del direttore del carcere, Mariagrazia Bregoli, della Polizia penitenziaria, in particolare dall’Area trattamentale. « Tommasi? Un grande - conclude -. Quando l’ho contattato, mi ha detto solo ‘basta che mi fate giocare’».

«Tommasi da noi è già venuto altre volte come volontario - precisa la Bregoli -. Ben conosciamo le sue grandi doti umane. Per i detenuti la festa finale con i campioni d’Italia è stato un onore. Il corso è riuscito bene tanto che si è allestita una squadra che farà il campionato. Ottimi stimoli sulla strada della risocializzazione».

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